Triangoli



Renato e Neil: i due lati di un triangolo


Uno dei temi più affascinanti da trattare in una canzone sono i tradimenti, o meglio, le corna. Interi cesti di lumache brulicano dai testi e dalle ugole di mezzo mondo. In questa sede vorrei trattare dello scabroso argomento del “Triangolo”: lui, lei e l’altro. Vi sono qui due modi differenti di trattare la questione: il celeberrimo Triangolo di Renato Zero, e il meno famoso Our Mutual Friend di Neil Hannon dei Divine Comedy, tratto dall’album Absent Friends del 2004.

Renato è nato a Roma ed è figlio di un poliziotto, e si vede. Atto Primo.
La sua prima affermazione è la seguente:
L’indirizzo ce l’ho !!! Rintracciarti non è un problema…
Egli prosegue elencando il suo programma per la serata, dando per scontato che lei gli apra la porta. Nella sua mente pregusta il trionfo, incalzato dal Disco-arrangiamento con tanto di Uuuhh!!! del coretto femminile (quando penso che Madonna Ciccone ha iniziato così…). Quattro dischi, un po’ di whisky… La rima dischi/Whisky era l’unica possibile; se bevevano birra dovevano ascoltare per forza Zucchero (Oro, Incenso e Birra) che non è molto indicato in questi casi. Alla fine afferma perentorio :
Fammi spazio e dopo mi dirai: che maschio seeei !!! con i Disco-archi a velocità massima. Qui Renato abbassa al massimo il timbro, rappresenta il maschio-Ezechiele Lupo a cui tutto è concesso. Ma si giunge al dramma. Atto Secondo.
Lui chi è ? Renato è arrivato a casa di lei, con i dischi – vinili, il download non fa fico- e il whisky 12 years old, e trova un’altra persona. Un altro maschio. Se fosse stata un’altra donna si sarebbe fatto venire magari delle fantasie proibite, ma trova un altro lui, e gli scatta di nuovo la sindrome del poliziotto: Come mai l’hai portato con te? (Lei potrebbe benissimo rispondere come i bambini: mi ha seguito fino a casa, lo posso tenere ?) Il suo ruolo mi spieghi qual è? (Deve definire il proprio? Comincia a tentennare sul suo personale orientamento). Io volevo incontrarti da sola, semmai . (Appunto, non vuole avere dubbi sulla sua sessualità). Parte il ritornello con il famoso coretto beffardo che dà un tocco di commedia all’italiana al tutto – un altro coretto simile c’era nei pezzi di Renato Carosone – Lui chi èèèèè . Infine arriva la confessione sconsolata del poliziotto Renato: Già è difficile farlo con te, mollalo! A questo punto la situazione non è seria ma è disperata: noi intuiamo che il protagonista è in serie difficoltà con l’amata, e l’arrivo di un altro non solo lo getta nel panico, ma lo fa anche dubitare di sé. Perché l’altro, anche se è distratto –si aggira per casa mangiando i salatini- è comunque di troppo. Atto Terzo .
Il Nostro è solo sulla scena, e monologa così: Mi aspettavo lo sai/ un rapporto un po’ più normale . Voleva continuare la sua vecchia vita, e ora è a un guado: quale eventualità/ trovargli una collocazione, inizia a fantasticare sulla prossima ora fra le lenzuola. Ora spiegami dai / l’atteggiamento che dovrò adottare (Uuuuhhh!!) chiede a lei –sotto, sopra o di fianco ?- Anche perchè rischierebbe di trovarsi al buio fra le braccia lui (detta con tono fra il vergognoso e l’arrapato). Si capisce a questo punto che il Nostro è ormai più che cotto, anche se dice disinvolto –e la voce gli si schiarisce imbarazzata- Non è il mio tiiipo!!! (ma via, cosa vai a pensare?) Sipario. Atto Quarto.
Il Monteverde Cop Renato ha ormai accettato la presenza dell’altro, anche grazie (garantisci per lui?) alle garanzie di lei –ecco l’Italia, le solite raccomandazioni- i due maschioni bevono insieme il whisky e ascoltano Mino Reitano. Lui il triangolo no, non lo aveva considerato, ma tutto sommato –di nuovo l’Italia, ci si aggiusta sempre-, anche se rischierebbe , lo rifarebbe. Parte un’esclamazione degna del miglior Freddy Mercury : PERCHE’ NO? LO RIFAREEEI !!! (Disco-archi in piena attività sullo sfondo). Accettato il triangolo, le ultime parole di Renato sono Ma loro, dico LORO, chi sono?. E su questo finale da fantascienza –o è il desiderio di Renato, ormai scatenato verso i poligoni- cala il sipario. Uuuhhh!!!

Neil Hannon è nato a Derry (Irlanda del Nord), è figlio di un vicario, e si vede.
Nel primo atto di Our Mutual Friend (titolo preso da Dickens) gli archi minacciano tempesta mentre una voce maschile ben impostata –lo si direbbe il classico “crooner” irlandese- ricorda il fattaccio (la narrazione è in flash-back, laddove in Triangolo ci troviamo nel bel mezzo dell’azione). Inizia con:
No matter how I try
I just can’t get her out of my mind,
And when I sleep
I visualise her.
E già intuiamo che qualcosa è andato storto. Atto Primo.
Neil ci riferisce di aver visto lei al pub, e poi più tardi al night club (che non è un posto raffinato, ma la più semplice discoteca). E qui gli si scurisce la voce: a MUTUAL FRIEND/ introduced us . Parla con la donna, si capisce che i due si piacciono da morire per l’incredibile
numero di banalità che si dicono:
We talked about the noise
And how it’s hard to hear your own voice

Above the beat
And the sub-bass
Ah, signora mia, in queste discoteche non si può proprio parlare…Continuano a parlare e parlare sui sedili posteriori dell’auto del MF (Mutual Friend), mentre si dirigono proprio a casa dell’amico. Il ritmo è quello di un tango ossessivo, non c’è proprio niente da ridere qui. Atto Secondo.
Una volta nel settee del MF lei gli comunica che lui gli piace sul serio. Neil fa “Cool. The feeling’s mutual”, in realtà vuole sembrare cool ma ha il cuore a mille. E qui i due fanno una cosa che li accomuna a Renato e alla sua bella: ascoltano vecchi 45 giri. Lui allora dice una di quelle battute che servono a “rompere il ghiaccio” : “it’s like the soundtrack of our lives”, a cui segue la di lei frase altrettanto banale : “True, it’s not unusual”, che è la citazione del titolo di una famosa canzone degli anni ’60 di Tom Jones. Come se da noi si dicesse: andiamo al mare? Sì, con le pinne il fucile e gli occhiali. Ma gli archi incalzano e ritornano sempre allo stesso punto di partenza. Noi vediamo che qualcosa si sta addensando all’orizzonte, ma non capiamo subito cos’è, mentre i due prima danzano privately (un “lento” assassino con pomiciamento ?). Perdono l’equilibrio, hanno bevuto troppo –altro che il “po’ di whisky” portato espressamente da Renato per lubrificare le circostanze, questi due si sono scolati di tutto (A drunken haze/ had come upon us). Scivolano sul pavimento e cantano “una canzone che non riesco più a cantare” (A song that I can’t sing anymore). La metafora canzone/sesso è molto presente nelle liriche pop inglesi. Qui Renato avrebbe detto “ e dopo mi dirai/’Che maschio sei !’ ”, ma non è di conquiste maschili che si parla, qui. Questa è una confessione in piena regola, fatta da un uomo che non è capace di assolversi. Si sono baciati e fell unconscious, mettono a tacere la coscienza mentre si dedicano ad attività innominabili (infatti parte il secondo stacco dell’orchestra mentre volgiamo lo sguardo dall’altra parte).
Che fine ha fatto il Mutual Friend ? Lui dov’è ? Ora ci arriviamo.
Atto Terzo. Neil si sveglia con tutti i postumi della sbronza e dell’unconsciousness della sera precedente, e inoltre ha dormito sul pavimento. Tutto pesto e dolorante vaga in cerca del bagno – annotazione precisa: non essendo casa sua, non sa dov’è !- E qui arriva finalmente – gli archi sempre più cupi, tipo film muto quando la fanciulla viene legata alle rotaie e arriva il treno- la tragedia:
But all I found was her
Wrapped around another lover
. Lei è letteralmente avvinghiata ad un altro. E lui chi è? Non era difficile farlo con lei…
Botta finale:
No longer then
Is he our mutual friend
.



La confessione di Neil s’interrompe mentre l’orchestra esplode e si srotola in una coda lunghissima in crescendo, e noi meditiamo sulla caducità dei sentimenti umani. Da notare come anche il finale di Triangolo sia alquanto incerto – Renato alle prese con altri triangoli ?-, ma Neil Hannon ci lascia nella melma più totale.
Ehi Neil,psst…Ora la canzone è finita, the song’s over, a noi ce lo puoi dire in un orecchio, non lo diremo a nessuno, stà tranquillo:
che ne hai fatto del mutual friend ?



Qui c'è il link YouTube a una versione live di Our Mutual Friend in una trasmissione inglese condotta da Jonathan Ross (2004)



Qui invece il Triangolo di Renato, paleo videoclip da una TV privata del 1978 (ammirate la tutina!)

1 commenti:

Alessandro Paesano ha detto...

Grande Tam! Commento preciso, puntuale, perfetto!