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Vite parallele

Inserite le vostre facce


15 ottobre 2008

La portavoce di Madonna conferma il divorzio della cantante dal regista inglese Guy Ritchie.

La sorella di Adalgisa conferma la separazione della casalinga dall'impiegato Giacomo.


16 ottobre 2008

Secondo il quotidiano inglese The Independent Madonna dovrà sborsare circa 100 milioni di sterline (circa 126 milioni di euro) per 'liquidare' il marito, il regista inglese Guy Ritchie. Se Ritchie, secondo un avvocato divorzista inglese, riesce a dimostrare di avere avuto la propria carriera interrotta per appoggiare affettivamente la moglie e la famiglia, potrebbe avere un adeguato risarcimento.


Secondo l'avvocato l'impiegato Giacomo dovrebbe versare alla ex-moglie cinquecento euro al mese per il suo mantenimento e per quello dei suoi due figli; se Adalgisa riesce a dimostrare di avere avuto la sua carriera di presentatrice Avon interrotta per appoggiare definitivamente il marito e la famiglia, potrebbe avere un adeguato risarcimento.

17 ottobre 2008

Il fratello di Madonna, Christopher Ciccone, secondo il tabloid tedesco Bild , afferma che è tutta colpa della Kabbalah, setta a cui Madonna è particolarmente devota. Ciccone afferma inoltre di non avere mai provato grande simpatia per Ritchie. La causa scatenante del divorzio sarebbe una caduta da cavallo di Madonna, alla quale il marito, il regista inglese Guy Ritchie, non avrebbe reagito con la dovuta simpatia e comprensione, tirandosi dietro da parte di lei l'appellativo di
"ritardato emozionale". Madonna avrebbe tenuto il suddetto marito a dieta perenne, impedendogli di cibarsi di cibi inglesi, considerati non salutari (fonte: Daily Mirror).


Il collega di Giacomo, Alberto, secondo una terza collega, afferma che la separazione è tutta colpa delle televendite di cui Adalgisa è una fervente telespettatrice. Alberto afferma inoltre di non avere mai provato grande simpatia per Adalgisa, anche perchè non rispondeva ai suoi messaggini hard. La causa scatenante della separazione sarebbe stata una teglia di lasagne all'ultimo pranzo domenicale, a detta della madre di Giacomo "non un granchè, del resto lei fa quello che può...", provocazione alla quale l'impiegato Giacomo non avrebbe reagito con la dovuta virile fermezza, tirandosi dietro da parte della moglie l'appellativo di "ritardato mentale". Adalgisa avrebbe tenuto il suddetto marito a dieta perenne, impedendogli di cibarsi di soppressata, considerata non salutare (fonte: piano 5 stanza 322)


19 ottobre 2008

II News of The World rivela che Madonna passa almeno quattro ore in palestra rinunciando così all'intimità con il marito, il regista inglese Guy Ritchie. Ritchie si sarebbe lamentato del fatto che non fa l'amore con sua moglie da almeno diciotto mesi. L'ultima volta che l'ha abbracciata, sempre secondo il NOTW, gli sembrava di "abbracciare un pezzo di cartilagine". Inoltre Madonna metterebbe strati e strati di crema idratante dalla testa ai piedi prima di recarsi a letto, con grande gioia del marito, il regista inglese Guy Ritchie.

La segretaria della palestra "Slim&Fit", frequentata da Adalgisa, rivela che Giacomo passa tutte le domeniche giocando a calcetto , quando poi non è impegnato a vedere le partite di calcio su Sky. Adalgisa si sarebbe lamentata del fatto che non fa l'amore con lui da almeno diciotto mesi.L'ultima volta che ha abbracciato suo marito, questi si sarebbe messo ad urlare per tutti i lividi e contusioni subiti grazie alle partite di calcetto. Inoltre Giacomo per impedire la caduta dei capelli metterebbe ettolitri di Crescina sul cranio prima di recarsi a letto, con grande gioia della moglie Adalgisa che deve sentirne l'odore per tutta la notte.


20 ottobre 2008

Madonna avrebbe individuato nel giocatore di baseball Alex Rodriguez, detto "A-Rod", il padre ideale per il suo terzo figlio biologico, dopo Lourdes Maria e Rocco. Rodriguez sarebbe stato sottoposto a dei test atti a certificarne la fecondità. Sul fronte dei figli adottivi il padre di David Banda, il bambino del Malawi adottato da Madonna, protesta e dichiara che il figlio starebbe probabilmente meglio con lui e la sua nuova moglie, ora che la pop star si sta separando dal marito, il regista inglese Guy Ritchie. Infatti lo ha visto in una foto scattata ad Atene, e gli è sembrato "non molto contento.Se non c'è l'amore in famiglia come può esserci per lui?"


Giacomo avrebbe individuato nella collega d'ufficio Belardinelli Samanta, detta "A-Bbona", la fidanzata ideale per sè stesso, dopo Persichetti Cecilia (ramo assicurazioni) e Del Pinto Debora (pulizie del piano). Belardinelli sarebbe stata sottoposta a test atti a certificarne la carica sessuale. Sul fronte dei figli la madre di Adalgisa protesta e dichiara che i due figli starebbero mille volte meglio con lei che con il genero. Li ha visti in un video inviatole da loro sul suo cellulare, e dall'espressione che avevano mentre distruggevano la loro scuola con atti vandalici le sono sembrati "non molto contenti. Se non c'è l'amore in famiglia, come può esserci per loro?"


23 ottobre 2008

Nel frattempo l'ormai ex-marito, il regista inglese Guy Ritchie, avrebbe una nuova fiamma, l'attrice Kelly Reilly, conosciuta sul set del suo ultimo film, Sherlock Holmes.


Nel frattempo l'ormai ex-moglie Adalgisa avrebbe una nuova fiamma, l'istruttore di Pilates De Carolis Bruno, conosciuto nella palestra "Slim&Fit", abbonamento cumulativo pomeridiano.


24 ottobre 2008

L'ormai ex-marito di Madonna, il regista inglese Guy Ritchie, ha spiegato alla stampa che il suo matrimonio con la popstar "ha stravolto la sua esistenza".


L'ormai ex-moglie Adalgisa ha spiegato a sua madre che il suo matrimonio con Giacomo "ha stravolto la sua esistenza".


(Continua)

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Il sol del posteriore

Cosa pubblicizza quella giovane in mini di jeans con un giornale ripiegato nella tasca posteriore? Ma è chiaro, la nuova "Unità" formato tabloid ! La campagna a cura di Oliviero Toscani e della nuova direttrice Concita De Gregorio, visibile in molte fermate della metro, ha scatenato non poche polemiche (la sinistra in minigonna? Sfruttamento della donna?). In realtà, come molti hanno fatto notare in rete, l'immagine ricorderebbe quella celeberrima anni '70 dei jeans Jesus, con il sedere in primo piano e lo slogan Chi mi ama mi segua . Ed è proprio questo il punto.

L' immagine della donna in mini in atteggiamento di sfida - notare il peso del corpo appoggiato su una delle gambe e il lampo del maglioncino rosso - ha qualcosa del buon tempo antico, come il rude contadino a torso nudo che spezza le sue catene nel manifesto dell'"Avanti!" degli anni '10 del secolo scorso.

Inoltre il corpo della ragazza è snello senza essere anoressico, e curvaceo senza essere botulinico. Immagino Concita De Gregorio e Oliviero Toscani intenti a frugare negli archivi della loro giovinezza (De Gregorio è senz'altro più giovane di Toscani, ma ricorderà il periodo in cui si vedevano più minigonne per strada che in televisione), e poi trarre una conclusione, anzi due:

1) Quale immagine può simboleggiare meglio la nuova "Unità"? Una persona giovane ritratta in primo piano? Già visto e stravisto, e poi sembrerebbe la pubblicità per l'IKEA, notoriamente di target progressista.

2) Perchè invece non illustrare il concetto di nuovo con qualcosa di vecchio? La ragazza in minigonna fa parte dell'immaginario erotico degli anni '60-'70, anni in cui si sperava appunto in qualcosa di meglio per il mondo. Non a caso lo slogan è "Nuova. Libera. Mini", moooolto anni '70.

Giocando con questo cortocircuito temporale (Back To The Future!) l'"Unità" riesce così a distinguersi dagli altri manifesti pieni di donne moderne in mutande che ci scrutano con un'aria fra l'odalisca e l'addetto al recupero crediti.

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Grandi canzoni condominiali

Abbiamo visto nel post precedente a questo come l’essere umano, posto di fronte ad un accadimento come un’assemblea condominiale perda a poco a poco tutta la sua umanità per trasformarsi in un essere chiamato condòmino. Ebbene, ho trovato due canzoni che hanno cantato lo stato d’animo di chi si sente – con o senza luna piena – sotto l’effetto di una riunione.
La prima è Montague Terrace (In Blue), del 1967, cantata da Scott Walker, dark crooner americano naturalizzato inglese degli anni ’60-’70, dall’incredibile carriera artistica e dall’eredità seminale (per dirne una, gente come David Bowie o Nick Cave gli devono parecchio). Con un’introduzione simile al Deguello di Dimitri Tiomkin nel Dollaro d’onore di Hawks, il condòmino Walker informa l’assemblea di avere un problema con quello del piano di sopra.
Inizia così:

The little clock's stopped ticking now

We're swallowed in the stomached rue
The only sound to tear the night
Comes from the man upstairs

Siamo inghiottiti in un rammarico viscerale, la sveglia ha smesso di ticchettare (ed è un po’ come quando il giradischi suona a vuoto e la puntina fa cric sul disco); gli unici rumori vengono dall’uomo che abita di sopra.
A questo punto parte la descrizione dell’inquilino:

His bloated belching figure stomps

He may crash through the ceiling soon

Quest’orrido trippone ciabatta e rutta per casa per tutta la notte, e potrebbe sfondare il soffitto per quant’è grasso. (Il soffitto che cade sulla testa è una delle ossessioni ricorrenti di tutti i condòmini). Detta così la cosa potrebbe essere anche scherzosa, se non fosse (perfettamente) pronunciata con gli accenti lugubri di Scott. Un’osservazione sul tempo, che allude alla mancata accensione del riscaldamento:

The window sees trees cry from cold

And claw the moon

Gli alberi piangono per il freddo e artigliano la luna per i rami. Parte il coro con gli archi a tutto campo – chiamarlo ritornello è un’offesa mortale - e arriva la minaccia:

But we know don't we

And we'll dream won't we
Of Montague Terrace in blue

Cari signori, se non vi decidete a convincere il ciccione e a pagarmi i danni al soffitto, adirò le vie legali ! Ma non basta: per effetto dei recenti provvedimenti anti-lucciole si è installata una ragazza che
across the hall makes love

Her thoughts lay cold like shattered stone
Her thighs are full of tales to tell
Of all the nights she's known

fa l’amore dall’altra parte della sala, i pensieri freddi e sparpagliati come pietre, le cosce piene delle notti che ha vissuto (e il timore della casa che si svaluta). Il millesimo Scott ha anche un problema con la sua metà, dato che

Your eyes ignite like cold blue fire

The scent of secrets everywhere

I suoi occhi dardeggiano come fiamme gelide l’odore di tanti segreti ovunque (è gelosa della ragazza across the hall, con tutti quei segreti nelle thighs). Perché hanno dato retta a quell’agenzia immobiliare? Inoltre, ma non lo dice esplicitamente, ha dei problemi con la rata del mutuo. Quel pugno di delusione che blocca i loro pensieri.

A fist filled with illusions

Clutches all our cares

Scott conclude dicendo di continuare a sognare (vero?)

Of Montague Terrace in blue
Oh so blue

E non giallo: COME CAVOLO L’AVETE DIPINTA LA FACCIATA?




San Francisco 1906, dopo il terremoto (video)

Questo dramma casalingo elevato all’ennesima potenza è stato messo a verbale (e per una volta la condòmina del secondo piano tace).
Anche l’Italia però se la cava bene in fatto di canzoni condominiali, e la prova è questo Plafone di Elio e Le Storie Tese, tratto da Studentessi (2007). Gli Elii (centocinquanta millesimi in tutto da ricalcolare come al secondo punto) hanno scritto in realtà un’autentica aria settecentesca con arrangiamento in puro stile progressive. Dopo l’elaboratissima introduzione – che permette di ricalcolare tutti i millesimi delle delegazioni presenti, i condomini Elii (che hanno delegato per l’occasione Antonella Ruggiero) riferiscono all’Assemblea di un guaio che coinvolge due bagni posti sotto la stessa colonna

Vedo lassù che non c'è quel bel getto d'acqua

Forse chiamerò l'idraulico
Perché scopro che dei forellini si sono otturati
Per colpa di un calcare malefico

Addio piacere della doccia, e soprattutto addio all’arte di cantare sotto la doccia stessa delle melodie che salgono

su, ancora più su

Semplice? No.
Perché quelle facili le san cantare tutti

La delegata Ruggiero inondata dall’acqua della doccia pensa di chiamare un idraulico, ma il dramma si consuma al piano di sotto!

E qui sotto da me

C’è già una macchia sul plafone
Che l'ho pagato due milioni delle vecchie lire
Ma nella prossima assemblea di condominio
Io farò valere tutti i miei millesimi

Se Scott Walker sogna di Montague Terrace in blue, Elio in persona piomba sull’assemblea e col suo vocione tenorile minaccia sfracelli e parcelle idrauliche da capogiro!

E si vedrà allora chi è Il vicino di casa

Che è bravo buono e tutto
Ma quando si arrabbia
Sono dolori

La cosa incredibile di Plafone è la sua serietà musicale unita all’ironia del testo: questa è un autentica aria d’opera arrangiata in chiave prog, NON una parodia o altro. Gli Elii sono –non lo si ribadisce mai abbastanza- fra i musicisti più seri e preparati della nazione. E su questo punto penso che qualunque assemblea possa votare all’unanimità. (Che, a differenza dell’ eternità di Ornella Vanoni, le braccia le spalanca di rado).





Versione su disco di Plafone (featuring Antonella Ruggiero).
Attenti a DJ Stefàno!




Versione live dal Teatro Colosseo (Torino).
La cantante è Paola Folli

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Riunione condominiale

Quando arriva una lettera formato A4 in cui si informa che, essendo la prima assemblea andata deserta, si è invitati a partecipare alla seconda convocazione in data X alle ore Y, abbiate, cone Jeff Goldblum nella Mosca, molta paura.
Il riferimento al film di Cronenberg non è casuale. Quando un essere umano scende le scale del palazzo, sente qualcosa dentro. Inizia a trasformarsi. Arrivato/a al primo piano, con o senza ascensore, è già un altro.
E’ un CONDOMINO (l’accento sulla o).

Il condòmino non ha ossa, non ha carne né organi vitali. E’ fatto di millesimi. Ogni millesimo rappresenta una particella di abitazione, che si ribella all’idea di scontrarsi con altre particelle sue pari. Una volta nel luogo stabilito per l’assemblea, i millesimi raggruppati in singoli condòmini si salutano. In realtà si guardano negli occhi come negli spaghetti western (ci vorrebbe un Morricone per commentare musicalmente il tutto). Poi cercano le sedie e si dispongono in modo da creare alleanze fra un condòmino e l’altro.
Passano i minuti. Si procede alla nomina del Presidente e del Segretario dell’assemblea.
Nessuno vuole fare il Presidente e il Segretario.
L’ho già fatto la volta scorsa.
A me non mi ci beccate più, che abbiamo terminato a mezzanotte!
Non so scrivere bene il verbale…
Passano altri minuti, e si ricorre alla precettazione: vengono prese due persone a caso dall’Amministratore del Condominio (essere verso cui i millesimi sembrano essere per una volta d’accordo: tutti ne diffidano.)
Si dà inizio all’Assemblea.
Ora le assemblee possono essere Ordinarie – e si discute delle voci dei bilanci consuntivo e preventivo, e del problema del Riscaldamento in inverno, non quello globale ma del palazzo-
Oppure vi sono quelle Straordinarie, fatte in vari periodi dell’anno a seconda delle necessità.
In entrambi i casi le ostilità sono aperte dal primo condòmino che brandisce i fogli della convocazione in una mano e un evidenziatore nell’altra, si tira su le maniche della camicia e attacca: questa voce di bilancio non mi convince.
Sono ancora tutti seduti.
Il secondo condòmino tira fuori oltre al foglio della convocazione, una perizia nella quale si evince che chi sta al piano di sopra ha una perdita che gli ha danneggiato il soffitto appena rifatto. Chi sta al piano di sopra replica che la tubatura è del condominio tutto, e dunque tutti sono chiamati a pagare.
Il terzo condomino si alza. Sarà il primo di una lunga serie.
Ha in mano una delibera del Comune (e quando un condòmino con una perizia incontra un condòmino con la delibera, il condòmino con la perizia è un condòmino morto) , che stabilisce come dev’essere sistemata l’antenna centrale.
E’ il segnale.
Il 50 per cento dei millesimi si alza gridando vendetta: loro hanno già i padelloni sulla terrazza, cosa sono queste intrusioni comunali? L’Amministratore non prende ancora la frusta (che pure è appesa al muro) per domarli, aspetta il momento buono: quello che si verificherà un’ora e mezza dopo, quando si dovrà decidere l’Orario del Riscaldamento.
Sull’orario del riscaldamento si combattono battaglie incessanti, perché il caldo e il freddo in un appartamento definiscono i rapporti umani,familiari e lavorativi. Il condòmino del terzo piano ha troppo caldo, mentre quella del secondo ha il calorifero del corridoio che non funziona. C’è un ufficio al pianterreno, e gradirebbero il riscaldamento acceso fino a sera, mentre c’è l’uomo del settimo piano che vive sotto al terrazzo (millesimi 45),il quale trema dal freddo alle sei del mattino e non smette che a mezzogiorno. Tutti i millesimi gridano l’un l’altro, sgorgano racconti di annaffiature sopra balconi pieni di panni stesi, rumori di feste promiscue alle due di notte, bambini e animali dal geco in su che scorrazzano per il cortile, vecchi chiusi in casa con 40 gatti; è come se avessero aperto un Vaso di Pandora.
L’Amministratore brandisce l’orario dell’anno precedente e il Presidente dell’Assemblea incita il Segretario a mettere la cosa a verbale. Anche perché sono passate le dieci e vuole tornare a casa (in questo simile ai raccoglitori di banane della canzone di Harry Belafonte: daylight comes and we wan’ go home) . Il Segretario fa per poggiare la penna sul registro, quando il suo braccio viene stoppato dal condòmino dell’appartamento 15, millesimi 33, detto “El Lìder Maximo” il quale propone, anzi ingiunge di posticipare di mezz’ora l’accensione della caldaia. A questo punto centocinquanta millesimi sentono l’offesa gelare le loro estremità e si gettano, alle undici e venti, senza pietà sul condomino riottoso. Cento ulteriori millesimi prendono la porta di corsa bestemmiando.
L’Amministratore prende la frusta.
Alle 12.30 il Segretario e il Presidente riescono a porre la parola fine ponendo la firma sul registro. Automaticamente la tempesta si calma: i condòmini superstiti che prima si scannavano ora si stringono la mano e si augurano la buona notte.
L’Amministratore rimette a posto documenti e verbali, tira giù le tapparelle, mette a posto le sedie scomposte e spegne le luci del locale.
Al centro del buio il condòmino dell’appartamento 15, millesimi 33, amaramente sconfitto, ancora medita la sua vendetta.

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Crisi economica mondiale

Questo cartoon di Tex Avery , King Size Canary, è la migliore raffigurazione di come funzionano i rapporti fra banche (il gatto, il topo, il canarino e il cane) e clienti (la bottiglia). Impagabile la battuta finale:

Ladies and gentlemen, we gonna have to end this picture. We just ran out of the stuff. Goodnight.

(Signore e signori, dobbiamo terminare questo film. L'abbiamo appena finita. Buonanotte.)




Appunto. L'hanno finita.

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Lettera da una professoressa

Torneremo così?

Questa è una lettera pubblicata sul Manifesto del 30 settembre. Ci riguarda tutti.


Sono un genitore della scuola Iqbal Masih della periferia sud est di Roma, in mobilitazione permanente dal primo settembre e vi scrivo da queste mura che sono ormai come una seconda casa. Siamo in emergenza, in allarme rosso e non c'è un'ora da perdere perché dobbiamo bloccare il Decreto Legge 137 del ministro Gelmini. Molti capiscono che è una legge dannosa per la scuola pubblica, ma solo chi è dentro questo mondo può già percepire la violenza che si sta abbattendo addosso ai nostri figli. Dietro la formula del «maestro unico» (e la farsa del grembiulino) ci stanno togliendo sotto gli occhi una delle poche cose che funzionano in Italia: la scuola primaria del tempo pieno.Noi siamo angosciati dalle notizie che arrivano dal ministero e dalla disinformazione in atto, ma anche carichi e determinati a vincere questa battaglia o a vendere cara la pelle. In questi giorni qui all'Iqbal Masih succedono cose incredibili: genitori già gravati da cento impegni e maestre e maestri di tutte le classi si stanno trasformando in leoni che lottano. Il 15 settembre, alla prima campanella, abbiamo deciso di occupare la scuola. E' stata una decisione presa alla maniera classica con alzata di mano durante un'affollata assemblea, ma per il resto tutta questa esperienza è nuova, fresca, totalmente autorganizzata di giorno in giorno. Simonetta Salacone, la direttrice, la chiama presidio permanente ed è felice di aprire la scuola a questa esperienza che ci fa crescere tutti e ci permette di comunicare e spiegare le ragioni della lotta. Nella sala grande del plesso abbiamo fatto la nostra base e c'è un via vai continuo di gente che viene per restare o solo per portare un appoggio o prendere contatti o portare una torta per i bimbi. Arriva il pedagogo Alberto Alberti a raccontare perché fu deciso di introdurre i due maestri e il tempo pieno e fa un discorso chiaro davanti a trecento persone: «Chi dice riduciamo il tempo nella scuola non ce l'ha col tempo pieno, ce l'ha con la scuola! Vogliono che i ragazzi vengano bocciati per mandarli alla scuola privata, vogliono clienti per la scuola privata». Quando scende la sera srotoliamo i sacco a peli e i materassini per dormire tutti insieme, bambini, maestre e noi genitori in un clima di gioia e eccitazione che è difficile da contenere. Questa notte a scuola oggi è speciale e vale più di un giorno di lezione normale. Sono le esperienze formative come queste che fanno la conoscenza e oggi impariamo a lottare per i nostri diritti. Se ci si addormenta a mezzanotte, per questa volta non fa niente. Piano piano scende il silenzio e noi «grandi» facciamo turni di «guardia» ogni due ore, e che sia un'occupazione nuova si vede anche quando arriva la pattuglia della polizia al cancello: ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa e che possono fare per noi, poi si allontanano dicendo che abbiamo ragione. Sveglia alle 6.30 per pulire tutto, alle 8 comincia la lezione regolare, arrivano gli altri genitori con i loro figli. C'è chiaramente anche chi è scocciato dagli striscioni, dalle magliette, dalle assemblee, dalle foto e gli articoli sui giornali. Mentre volantiniamo si accendono discussioni. Qualcuno minaccia di togliere i propri figli e trasferirli dalle suore (contenti loro...). C'è chi è fatalista e già sconfitto per cui non c'è niente da fare. Chi è confuso e convinto che maestro unico e tempo pieno sono un aumento della qualità come dice la Gelmini. Buonanotte. La maggior parte, però, comincia a comprendere meglio i meccanismi della truffa che ci stanno cucinando. Non c'è nessuna riforma in atto, è Tremonti il pedagogo di riferimento della Gelmini. Bisogna fare cassa? Tagliamo le spese e gli stipendi dei militari! E' venerdì 26 settembre, quando dopo una settimana di occupazione e una di assemblea quasi permanente, usciamo dal cancello dell'Iqbal Masih e attraversiamo il quartiere Centocelle con più di duemila persone. Con 38 scuole al nostro fianco. Dobbiamo resistere. Dobbiamo intensificare le azioni. In questi giorni il decreto arriva in parlamento per l'approvazione alla camera. Abbiamo sentito istituti della Puglia e di Milano, maestri del Veneto, a Bologna la scuola elementare XXI aprile ha occupato e anche a Quartu S. Elena vicino Cagliari (e si chiama anche lei Iqbal Masih). Una scuola di Torre in Pietra ci dice che sono pronti a entrare in occupazione. La situazione è bollente. Dopo un veloce consulto collettivo lanciamo per giovedì 2 ottobre prossimo in tutta Italia un «No Gelmini Day». E' un modo per far parlare insieme queste scuole e le università, per produrre uno sciame di azioni diffuse. Chi può presidiare oltre l'orario scolastico è il momento di farlo. Anche chi si sente isolato può fare qualcosa. E che sia il giorno prima o quello dopo va bene uguale. Attacchiamo striscioni ovunque perchè sia chiaro e visibile il nostro NO! Ricordate le bandiere dell'arcobaleno appese alle finestre? Che ogni scuola abbia il suo striscione. Sarebbe bello che ognuno faccia una foto scrivendo il nome della scuola e la città e la invii a questa mail: nonrubatecilfuturo @ gmail.com . Poi chiederemo a trasmissioni «amiche» come Blob o Striscia o le Jene o la Dandini se possono mandarle tutte con la musica di sottofondo dell'intervallo di un tempo (quando appunto c'era il maestro unico) a rappresentare una rete di scuole in lotta e degne che sono la nostra Repubblica. Come uno spot contro il decreto. Mettiamo sotto pressione la Gelmini. Noi amiamo e difendiamo la nostra scuola.

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Il mistero di Katy Perry



She kissed a girl...




INTERNO, GIORNO

La sala conferenze di un palazzo, sede di una mega casa discografica.

Primo dirigente:

Signori, non vi nascondo che la situazione è grave. Non abbiamo gente adatta a competere con i prodotti al di là dell'Atlantico.

Vengono spente le luci. Il primo dirigente fa partire uno slide-show mentre gli altri dirigenti si voltano a guardare lo schermo. La prima immagine è quella di Amy Winehouse.


Primo dirigente:

Gli inglesi hanno la Winehouse che copre tutti i tipi di condotta scandalosa possibile, canta di amori falliti in stile soul anni '60 e ha una pettinatura che la riconoscono anche i sassi! E non basta...

clicca di nuovo e appaiono Duffy, Adele e Kate Nash

Duffy






Adele e Kate Nash









Primo dirigente:
Loro hanno anche queste ragazze, prese da MySpace, sono carine, fresche e cantano in modo non banale. Noi cosa ci ritroviamo invece? Britney Spears, che non si sa più se è ancora adatta alle famiglie o se è il caso di riposizionarla per un target punk...

Secondo dirigente:

La Spears è diventata punk?

Primo dirigente:

No, ma ne ha combinate talmente tante che a confronto Sid Vicious era un boy scout!

Una voce dal fondo:

Io una ragazza la terrei d'occhio...

Si voltano tutti.

L'ho trovata anche lei su MySpace. Si chiama Katy Perry, e a mio parere è la ragazza che metterà d'accordo le due sponde dell'Atlantico!



Beh, forse non è proprio andata così, ma è più che probabile che Katy sia diventata una sorta di versione USA della naughtiness che a volte ha il pop britannico. Se ascoltiamo il suo maggior successo qui in Italia, la famigerata I kissed a girl,


vi ritroviamo tutti gli elementi "trasgressivi" per fare di una popstar un idolo maledetto; solo che questi elementi (ho baciato una ragazza e mi è piaciuto) compaiono come un piacevole fantasia in un "normale" rapporto di coppia. In fondo, ci rasscura Katy, non vuol dire che abbia cambiato punto di vista, e spera anzi che al suo ragazzo non dispiaccia. Ora noi sappiamo che in realtà il sesso fra due belle figliole è uno dei punti fermi dell'immaginario erotico maschile, quindi è probabile che l'ipotetico ragazzo di Katy Perry ci prenda magari gusto. Del resto in un altro pezzo dice di lui che è tanto effeminato, e che per giunta non gli piacciono nemmeno i ragazzi! (Ur So Gay).



Insomma, il discorso politico dietro a questi brani è molto chiaro: non voglio stare con tipi strani, qualche volta sogno cose "trasgressive", getto il sasso ma nascondo la mano, non voglio essere un "maschiaccio" (One Of The Boys), ma una graziosa signorina che forse lo farà, ma solo una volta assicuratasi di avere il brillocco di fidanzamento al dito. Katy Perry è un po' la Sarah Palin del pop. Se mettiamo a confronto il testo di I Kissed A Girl con quello di uno dei pezzi meno conosciuti di Burt Bacharach, 24 Hours From Tulsa,(1960) notiamo come il testo di quest'ultimo -di Hal David - sia tanto più trasgressivo.


in 24 Hours From Tulsa osserviamo l'Homo Bacharachianus, cantato da Gene Pitney, che scrive una lettera d'addio a sua moglie: l'ha tradita con un'altra a un giorno di viaggio da Tulsa, dove si sarebbe ricongiunto a lei. E non vuole più tornare a casa! La trasgressione di Katy Perry è un balocco virtuale, quella di Tulsa una cosa reale, che paga le conseguenze. Da notare come le musiche dei due pezzi siano antitetiche allle rispettive liriche: un rock dai toni accesi vagamente anni '80 per la Perry, e invece una melodia ironica vagamente messicana (e alla fine compare il coro dei mariachi) per Pitney.
Insomma, le vere trasgressioni sono roba d'altri tempi, dove, per dirla con Paolo Conte, si sbagliava da professionisti.



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C'è da spostare una macchina...

La Stazione Termini a Roma (il Dinosauro)

Nel ganglio di vie fra Manin e Amendola (zona stazione Termini, Roma), il capolinea dei tram -in attesa di essere spostato a Piazza dei Cinquecento a lato della stazione stessa - è l'immagine stessa della disperazione e della casualità allo stesso tempo. Tanto per cominciare, i passeggeri non salgono sul tram.
No.
Vi si catapultano dentro. Anzi, prendono la rincorsa da via Manin incrocio via Amendola, incrocio peraltro caratterizzato da un negozio di abbigliamento sportivo, una pizzzeria e un kebabbaro (la versione cittadina e rimasticata del Doner Kebab) . La rincorsa per non perdere il tram inizia proprio dal momento esatto in cui tu senti il prfumo del kebab. Allora capisci con l'olfatto che sei in prossimità della vettura e che non devi perderla, cosicchè attraversi l'incrocio velocemente, stoppando le auto che vengono nella tua direzione, inizia lo strettissimo marciapiede dove già si scontrano i passeggeri in uscita e quelli in entrata, fai per mettere il piede sul primo altissimo gradino...
Solo che il tram è fermo.
Anche i passeggeri sono fermi, sparpagliati intorno ai binari. Alzi lo sguardo e vedi due vigili urbani davanti al muso di un' automobile che sporge in modo tale da ostruire i binari. Hanno i taccuini e le radiomobili, ed hanno GIA' chiamato il carro attrezzi (Non chiedeteglielo un'altra volta).
Fra i clienti Metrebus in attesa non manca mai la persona di una certa età che è piena di buste, deve attraversare tre quartieri e normalmente impiega un'ora. Non sa se imprecare -l'imprecazione ad alta voce è riservata alle persone più giovani, vestite di tutto punto di ritorno dal lavoro e con i piedi piagati dalle scarpe a punta che si sono ostinate a mettere nonostante il caldo ancora evidente - o rimanere silente ad osservare Il Miracolo che prima o poi avverrà.
Arrivano gli studenti dal vicino liceo, e anche loro stanno fermi e ne approfittano per controllare i telefonini. Si raggruppano fra di lor formando quasi un ammasso di cellule all'interno del gruppo più grande di extracomunitari anche loro bloccati dal macchinone. Le donne sudamericane, non è un luogo comune, sorridono e cercano di fornire indicazioni sul percorso del tram come neanche all'Ufficio Informazioni, mentre gli africani arrivano spesso coi borsoni oppure sono ben vestiti in giacca e cravatta, e armeggiano anch'essi coi cellulari. Tutta questa gente si raggruma sempre più intorno alla Scena del Delitto, e manca solo la striscia gialla con "crime scene" scritto sopra. Tre turiste tagliano ciabattando la folla in diagonale, e non si può fare a meno di notare che sono mezze nude -una ha un costume da bagno che le sporge dalla maglietta nera in malo modo - e soprattutto hanno un aspetto più che sformato rispetto alla media delle loro coetanee, come se il lungo viaggiare avesse cambiato loro i connotati.
Vista dall'alto, la scena si presenta così: un gruppo di persone che occupa un incrocio intorno al cofano di un'automobile mentre una fila di tram giace inerte sullo sfondo. Gli autisti si guardano in giro in attesa di ripartire e vengono guardati con sospetto dai non-passeggeri, i quali a loro volta hanno un solo, devastante desiderio: avere tra le grinfie il/la proprietario/a dell'auto, strapparlo dalle mani dei vigili e farne polpette gettandosi su di lui/lei come un'orda di zombi digiuni.
Chi ha compiuto il misfatto però non appare (non ha tutti i torti)
Quando, dopo circa un'ora, dopo che tutte le bestemmie sono state pronunciate e tentativi di carica sedati a colpi di stampa free-press, due cigolii annunciano la fine dell'agonia: quello del carro attrezzi che aggancia il macchinone e se lo porta via fra grida di giubilo, e quello del predellino del primo tram dopo che il piede n° 43 dell'autista vi è montato sopra, per avviare finalmente la partenza.
E' in queste occasioni che si percepisce fisicamente l'importanza del partire da un luogo all'altro; il tram, pieno di gente sollevata, sembra quasi una nave del 20° secolo o un treno del 19°; stessa aura mitica. Ti accomodi a sedere -o stai in piedi, il più delle volte-, accendi il tuo lettore come si fa con le sigarette e pensi che è andata anche stavolta.