Riunione condominiale

Quando arriva una lettera formato A4 in cui si informa che, essendo la prima assemblea andata deserta, si è invitati a partecipare alla seconda convocazione in data X alle ore Y, abbiate, cone Jeff Goldblum nella Mosca, molta paura.
Il riferimento al film di Cronenberg non è casuale. Quando un essere umano scende le scale del palazzo, sente qualcosa dentro. Inizia a trasformarsi. Arrivato/a al primo piano, con o senza ascensore, è già un altro.
E’ un CONDOMINO (l’accento sulla o).

Il condòmino non ha ossa, non ha carne né organi vitali. E’ fatto di millesimi. Ogni millesimo rappresenta una particella di abitazione, che si ribella all’idea di scontrarsi con altre particelle sue pari. Una volta nel luogo stabilito per l’assemblea, i millesimi raggruppati in singoli condòmini si salutano. In realtà si guardano negli occhi come negli spaghetti western (ci vorrebbe un Morricone per commentare musicalmente il tutto). Poi cercano le sedie e si dispongono in modo da creare alleanze fra un condòmino e l’altro.
Passano i minuti. Si procede alla nomina del Presidente e del Segretario dell’assemblea.
Nessuno vuole fare il Presidente e il Segretario.
L’ho già fatto la volta scorsa.
A me non mi ci beccate più, che abbiamo terminato a mezzanotte!
Non so scrivere bene il verbale…
Passano altri minuti, e si ricorre alla precettazione: vengono prese due persone a caso dall’Amministratore del Condominio (essere verso cui i millesimi sembrano essere per una volta d’accordo: tutti ne diffidano.)
Si dà inizio all’Assemblea.
Ora le assemblee possono essere Ordinarie – e si discute delle voci dei bilanci consuntivo e preventivo, e del problema del Riscaldamento in inverno, non quello globale ma del palazzo-
Oppure vi sono quelle Straordinarie, fatte in vari periodi dell’anno a seconda delle necessità.
In entrambi i casi le ostilità sono aperte dal primo condòmino che brandisce i fogli della convocazione in una mano e un evidenziatore nell’altra, si tira su le maniche della camicia e attacca: questa voce di bilancio non mi convince.
Sono ancora tutti seduti.
Il secondo condòmino tira fuori oltre al foglio della convocazione, una perizia nella quale si evince che chi sta al piano di sopra ha una perdita che gli ha danneggiato il soffitto appena rifatto. Chi sta al piano di sopra replica che la tubatura è del condominio tutto, e dunque tutti sono chiamati a pagare.
Il terzo condomino si alza. Sarà il primo di una lunga serie.
Ha in mano una delibera del Comune (e quando un condòmino con una perizia incontra un condòmino con la delibera, il condòmino con la perizia è un condòmino morto) , che stabilisce come dev’essere sistemata l’antenna centrale.
E’ il segnale.
Il 50 per cento dei millesimi si alza gridando vendetta: loro hanno già i padelloni sulla terrazza, cosa sono queste intrusioni comunali? L’Amministratore non prende ancora la frusta (che pure è appesa al muro) per domarli, aspetta il momento buono: quello che si verificherà un’ora e mezza dopo, quando si dovrà decidere l’Orario del Riscaldamento.
Sull’orario del riscaldamento si combattono battaglie incessanti, perché il caldo e il freddo in un appartamento definiscono i rapporti umani,familiari e lavorativi. Il condòmino del terzo piano ha troppo caldo, mentre quella del secondo ha il calorifero del corridoio che non funziona. C’è un ufficio al pianterreno, e gradirebbero il riscaldamento acceso fino a sera, mentre c’è l’uomo del settimo piano che vive sotto al terrazzo (millesimi 45),il quale trema dal freddo alle sei del mattino e non smette che a mezzogiorno. Tutti i millesimi gridano l’un l’altro, sgorgano racconti di annaffiature sopra balconi pieni di panni stesi, rumori di feste promiscue alle due di notte, bambini e animali dal geco in su che scorrazzano per il cortile, vecchi chiusi in casa con 40 gatti; è come se avessero aperto un Vaso di Pandora.
L’Amministratore brandisce l’orario dell’anno precedente e il Presidente dell’Assemblea incita il Segretario a mettere la cosa a verbale. Anche perché sono passate le dieci e vuole tornare a casa (in questo simile ai raccoglitori di banane della canzone di Harry Belafonte: daylight comes and we wan’ go home) . Il Segretario fa per poggiare la penna sul registro, quando il suo braccio viene stoppato dal condòmino dell’appartamento 15, millesimi 33, detto “El Lìder Maximo” il quale propone, anzi ingiunge di posticipare di mezz’ora l’accensione della caldaia. A questo punto centocinquanta millesimi sentono l’offesa gelare le loro estremità e si gettano, alle undici e venti, senza pietà sul condomino riottoso. Cento ulteriori millesimi prendono la porta di corsa bestemmiando.
L’Amministratore prende la frusta.
Alle 12.30 il Segretario e il Presidente riescono a porre la parola fine ponendo la firma sul registro. Automaticamente la tempesta si calma: i condòmini superstiti che prima si scannavano ora si stringono la mano e si augurano la buona notte.
L’Amministratore rimette a posto documenti e verbali, tira giù le tapparelle, mette a posto le sedie scomposte e spegne le luci del locale.
Al centro del buio il condòmino dell’appartamento 15, millesimi 33, amaramente sconfitto, ancora medita la sua vendetta.

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