Il Sifone di Catanzaro VS. Gelminipimer (chiunque vinca abbiamo perso)

La satira ha sempre avuto come obiettivo la ricerca del punto debole delle sue vittime. Questo è anche l'obbiettivo di due recenti programmi televisivi, Parla con me, in onda su Raitre da martedì a venerdì alle 23.10 e NPDV (Non Perdiamoci Di Vista) in onda su Raitre il giovedì alle 21.10. Qui assistiamo alla moltiplicazione delle Gelmini, nel senso di Mariastella, ministro(a?) dell'Istruzione, Università e Ricerca . Questa gelminizzazione di Raitre è dovuta a Caterina Guzzanti (Parla con me) e Paola Cortellesi (Non Perdiamoci Di Vista). La caratterizzazione di Gelminiguzzanti parte dalla notizia - diffusa un mese fa- dell'esame di abilitazione del ministro a Catanzaro anzichè a Brescia, sua città di origine. Si è detto che abbia sostenuto là l'esame perchè la cosa era "più facile". Invece, colpo di scena della Guzzanti: e se Gelmini fosse stata in realtà a Catanzaro perchè E' di quelle parti? E se fosse stata sequestrata dal governo in carica per tagliare a vanvera? E se non la facessero poi più ritornare giù? Da queste premesse parte la costruzione del personaggio Gelmini, che inizia parlando con l'accento lievemente bresciano e poi finisce con il protestare in calabrese. L'idea non è nuovissima: in uno sketch di Drive In di tanti anni fa la top model Antonia Dell'Atte iniziava un'intervista in un italiano forbito per poi sacramentare in brindisino stretto. Gelminiguzzanti rivela la sua vera identità: non ne può più di fare il ministro, sempre a prendersi gli insulti da tutti, vuole tornare giù in Calabria a stanare le talpe dal suo orticello (Talpe di m...! è il suo grido di battaglia). Eccola qui:



Se Gelminiguzzanti propone un personaggio spogliato della sua ufficialità e rivestito di "umanità", Cortellesigelmini spoglia il ministro della sua umanità e lo fa diventare un robot "strumento nelle mani di Tremonti", la celebre Gelminipimer. Ha funzioni di segreteria, ogni tanto va in standby e canta "giro giro tondo" come HAL 9000 in 2001 Odissea nello spazio:


Entrambe le imitazioni sono divertentissime, più sui toni della commedia all'italiana per la Guzzanti, più cabaret per la Cortellesi, solo che lasciano con un punto di domanda: come mai una donna "di potere" viene sempre resa in satira caratterizzandola come comicamente desiderosa di gettare alle ortiche il suo ruolo pubblico per rifugiarsi nel privato, oppure come una non-donna (robot o virago)? Non sembra,ad esempio, che Neri Marcorè, nel rifare il direttore del TG1 Gianni Riotta




lo abbia mostrato come uno che non vuole fare più il direttore di telegiornali.Che anche la satira segua una sua logica dei "due pesi e due misure"?

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