George Bailey e lo specchio della vita

Vorrei parlare del film di Natale.
No, non è il cinepanettone, ma qualcosa che nessuno di noi può eludere, che fa parte della cultura occidentale.
Vorrei parlare di La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946).
Lo so, lo trasmettono tutti gli anni a Natale in TV, è come la messa di mezzanotte, è diventato proverbiale e dunque privo di significato. Sinonimo di film "sdolcinato" e poco attento alle tematiche del sociale.
La storia è diversa.
Tutti conoscono la trama: George Bailey è solo, su un ponte, con cattive intenzioni. Lui che ha rinunciato a tutto pur di mandare avanti l'attività del padre, morto prematuramente, ora si trova di fronte allo spettro del fallimento. Sarebbe stato meglio non esser mai nati, pensa lui. A quel punto scende giù dal cielo un angelo, Clarence, a mostrargli cosa sarebbe successo se lui non fosse mai nato.
E' considerato il film più ambizioso di Frank Capra, ma all'inizio non venne capito. Nella corsa agli Oscar 1947 vinse Willam Wyler con I migliori anni della nostra vita, robusto dramma sui reduci della II Guerra Mondiale appena conclusasi. La vita è meravigliosa non ebbe neanche tanto successo di pubblico, tant'è vero che Capra fece una cosa per cui si sarebbe probabilmente pentito negli anni a venire: cedette gratis i diritti di messa in onda del film alle televisioni americane. Dato che tanto non dovevano pagare nulla, i suddetti network trasmisero questo film tutti i Natali.
Avvenne un fatto strano: la gente nel corso degli anni si affezionò al film, al punto che questo divenne sempre più un classico universale. Ora TUTTI conoscono George Bailey, il bieco sig. Potter e l'angelo di seconda classe Clarence come Cappuccetto Rosso o Pinocchio.
La narrazione è di tipo dickensiano: tutta la prima parte del film è la descrizione della vita del protagonista, George Bailey (James Stewart) e di come il peso delle responsabilità - nei confronti della famiglia del prossimo e della sua città, Bedford Falls - gli abbia fatto rinunciare a tutte le sue ambizioni. Inoltre tiene con sè uno zio che oggi si potrebbe definire "con qualche problema mentale". Per sua fortuna George è sposato a una donna che lo capisce e lo sostiene ("Non potevo sposare nessun altro, George" gli dice dopo la mancata luna di miele -una delle più belle frasi d'amore di tutta la storia del cinema). Alla fine del primo tempo un ammanco nella sua piccola banca - causato da Potter - rischia di far fallire Bailey. La seconda parte è quella del rovesciamento di prospettiva: cosa sarebbe successo se George Bailey, ormai nell'abisso della disperazione ("Valgo più da morto che da vivo" dice all'angelo Clarence) non fosse mai nato. E qui, come i fantasmi dei natali passati presenti e futuri che si presentano a Scrooge nel Canto di Natale , le ipotesi prendono corpo nell'universo parallelo a Bedford Falls: Pottersville. A Pottersville, come dice il nome, ogni cosa appartiene al vecchio Potter, e il posto è una vera sentina del vizio, dove la moglie di George ("Non avrei potuto sposare nessun altro", ricordate?) è diventata l'icona della zitella senza speranza -fa addirittura la bibliotecaria- che urla di raccapriccio non appena vede Bailey che le si avvicina per parlarle. Ora noi sappiamo che nel travolgente finale

George toccherà una seconda volta la disperazione, si risveglierà e troverà tutta la città disposta ad aiutarlo (e Clarence avrà le sue ali). E questo è bastato a bollare La vita è meravigliosa come "film edificante e irreale". In realtà la pellicola ha un sapore zen: per tutto il primo tempo non facciamo altro che vedere un uomo buono e virtuoso perdere in continuazione le occasioni della sua vita, proprio per colpa della (o grazie alla) sua rettitudine. Alla fine del primo tempo veniamo convinti che non è giusto amare il prossimo, se i risultati sono questi. Nel secondo tempo si prende questa stessa affermazione e la si rivolta come un pedalino: benissimo, la nostra vita non vale nulla, vediamo se è vero. Iniziamo così ad assaporare la dimostrazione logica del mondo "senza" George (o senza di noi). La visione apocalittica di Pottersville ci serve per affermare un concetto tramite il suo esatto contrario. Dopo essere entrato e uscito dallo specchio Bedford Falls/Pottersville George Bailey capirà il suo ruolo nel mondo, e nulla gli farà più paura. Lo stesso celebre piano-sequenza della sua corsa a perdifiato sotto la neve di Bedford


è la rappresentazione visiva del "possesso" della sua nuova identità. Nell'apoteosi finale, si badi bene, Potter è sempre lì, non è stato sconfitto. Gli stessi amici di cui parla la battuta finale (Caro George, ricorda che nessun uomo è un fallito se ha degli amici) sono anche la sua forza interiore.
Oggi La vita è meravigliosa è tenuto nuovamente in considerazione come guida per i tempi grami che stiamo vivendo, come una voce contro i tanti sig. Potter di questa Terra.
Questo trailer rimontato mostra il lato oscuro di George Bailey, a riprova che non è un personaggio fatto di zucchero filato:


Molti registi hanno ripreso l'impianto di La vita è meravigliosa, con risultati inquietanti in Ritorno al futuro - Parte Seconda (1989) di Robert Zemeckis, con Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Qui la realtà alternativa è derivata dal furto di un almanacco sportivo che ha permesso al cattivo Biff Tannen di arricchirsi ed impossessarsi di tutta la città (e di minacciare la stirpe dell'eroe Marty McFly). In questa scena Marty ha il suo primo impatto con l'altra realtà:


Un altro film che deve molto all'opera di Capra è senza dubbio Elizabethtown (2005) diretto da Cameron Crowe, con Orlando Bloom e Kirsten Dunst. Qui invece George Bailey è un designer di scarpe sportive che viene licenziato in tronco per aver fallito un progetto. Inoltre gli viene comunicato che suo padre è morto e che deve occuparsi del suo funerale laggiù nel Kentucky.
Non potrebbe andare peggio, lui medita il suicidio ma sulla strada incontra un angelo in classe economica: la hostess Claire (dice niente il nome?) che lo farà ritornare alla vita e all'amore.
Qui invece Bedford Falls è l'intera America, percorsa nel bellissimo finale dal protagonista - con accanto le ceneri di suo padre - nel lungo viaggio di ritorno. Questo è il trailer originale (dalle stalle alle stelle):


Un'ultima considerazione: il titolo originale, It's a Wonderful Life ,allude semplicemente alla vita del protagonista: infatti il succo del film è che proprio questa (di George Bailey) è una vita meravigliosa, non la vita in generale.

0 commenti: