Alla cassa

Alla cassa di un supermercato c'è il redde rationem di tutta la tua spesa. E', se vogliamo, anche una cosa lievemente imbarazzante: tu tiri fuori tutta la merce che hai intenzione di pagare, e in quel preciso istante in cui organizzi gli articoli sul nastro trasportante che va al/la cassiere/a ti rendi conto che c'è una fila di persone che guarda quello che hai preso. Tutti parlano di privacy da rispettare ma quello che compri - non è una novità perchè su questo concetto ci hanno costruito sopra le tesserine punti - ti rivela e ti sputtana (a volte).


Quante volte hai comprato cibi precotti sentendoti vagamente in colpa perchè prima di uscire di casa hai acceso per caso il televisore e hai visto dei tizi pontificare sulla bontà di cucinare sempre cibi freschi possibilmente nelle notti di luna piena?

E quante volte hai preso le famose insalate già lavate invece di cercare i componenti delle suddette inslate uno per uno ? Per non parlare delle bibite gassate e del sacchetto di patatine, ma qui hai l'alibi pronto: ho gente in casa. Queste ultime quattro parole riescono a sdoganare dalla tua coscienza anche la lattina di birra che fa tanto estate (e che terrai in eterno in frigo, perchè la birra in realtà non ti piace, preferisci il chinotto ma non vuoi dirlo in giro). Questo per quel che riguarda il cibo; quando si scaricano gli articoli che non si mangiano, speri comunque di fare la tua porca figura nonostante la crisi. Così non prendi il dentifricio messo in un display scrauso di cartone a parte con l'insegna "TUTTO A UN EURO", dove albergano umili spazzolini da denti con le setole durissime - ottimi per togliere il calcare dai lavandini - . Noo, tu hai una dignità, il futuro non è scritto (Joe Strummer - The Clash) . Ti dirigi deciso verso le paste dentifricie che hanno più di un colore e spazzano via la placca dentaria, poi di nascosto torni indietro e prendi lo spazzolino dal display scrauso.


La fila alla cassa ti consente di osservare quello che hanno consegnato gli altri: c'è sempre la vecchietta con il sacchetto del reparto Frutta e Verdura pieno fino all'inverosimile di bieta o di broccoli, e pensi che la sua cucina sia a forma di broccolo, compresa la caffettiera.


Oppure il sudato lavoratore che ha preso una birra e una ciotola d'insalata o l'occorrente per un panino. Di sera invece lo vedi stendere sul nastro vari sughetti, pasta e barattolini di marmellata e Nutella, l'unico suo bene rifugio dopo le banche.


O l'amante degli animali e la sua provvista di cibo per tre mesi - per lui/lei solo una minestra in scatola

O il/la cliente più temuto/a di tutti: il proprietario di voucher, o buoni, del Ministero, ben determinato/a a usarli tutti. Si presenta con l 'equivalente di quattro sacchetti di articoli vari, comprese le scatole di Special K - il cui costo fa relegare il loro acquisto al Voucher Day - . Non contento/a aggiunge lo shampoo e quattro sacchetti di caramelle. Mancano 30 centesimi. a questo punto - i voucher devono essere consumati TUTTI, perchè il resto non viene rimborsato.- mentre la folla davanti alla cassa trattiene il respiro, il/la Voucherato/a chiede alla cassiera di dargli/le UNA caramella, una qualsiasi, anche di vendergli/le le Rossana della zia. La cassiera chiede al resto del personale se hanno 30 centesimi di una cosa qualsiasi, e alla fine salta fuori UN ovetto al gianduia nel sollievo generale. Ma non è ancora finita.Sei alla fine, e credi di poter pagare tutto, ma non ce la fai per due euro e cinquanta. Panico.

Qualcosa della merce è da sacrificare, e tutti stavolta smettono di guardare il/la Voucherato/a per fissarti con odio. La cassiera grida: STORNO!
E non compaiono gli uccellini in gruppo a fare un volo sincronizzato sulla tua testa, ma la chiave della cassa portata da un'altra cassiera. Pensa in fretta, pensa in fretta.Ti senti un po' come se dovessi sacrificare un figlio invece di un altro, perchè nel tragitto dagli scaffali alle corsie che portano alle casse la merce acquista una carica di indubbia affettività. Guardi con disperazione le cose che hai messo sul nastro, e decidi che i ceci bagnati in scatola tutto sommato li puoi lasciare (si è mai visto un taccheggiatore rubare ceci in scatola?). Non basta. Lasci allora le saponette -non dovevi prendere quelle che fanno lo scrub!-. La cassiera riconta tutto. Ricontrolla. Ribatte alla cassa il prezzo finale.


Ce l'hai fatta. Mentre sistemi in fretta la merce nelle buste - le cose più pesanti in fondo, quelle leggere in cima - ti volti a vedere la scatola di ceci e le saponette scrub abbandonate a un lato della cassa (volevi anche riaccompagnarle indietro ai loro scaffali, per non farle sentire meno sole). E' solo un attimo, e sei fuori dal supermercato.


Il futuro non è scritto.

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