Il rabbino è occupato: A Serious Man dei fratelli Coen

When the truth is found to be lies / and all the joys within you dies.



Il proiettore del cinema fa un rumore che mi ricorda quello del Minicinex dei tempi andati (il Minicinex era un minuscolo proiettore giocattolo a cartucce della Harbert : si passava più tempo a cercare una parete libera dove proiettare i film che a divertirsi col film medesimo).
Appena si spengono le luci siamo trasportati nella Polonia del 19° secolo. No, non abbiamo sbagliato sala: la catena di disgrazie che si abbatte sul professore di fisica Larry Gopnik nel Midwest del 1967 inizia proprio da uno shtetl o villaggio ebraico nel bel mezzo di una tormenta. La moglie non gradisce l'ospite che gi ha portato il marito, lo crede un dybbuk, uno spirito posseduto, e arriva addirittura a pugnalarlo per dimostrare al consorte la verità. Il dybbuk tornerà?

Larry Gopnik ha, nell'ordine: una moglie che lo vuole lasciare per un serious man, quello del titolo: Sy Coleman, il vicino di casa. Un figlio che deve fare il Bar Mitzvah ma fuma l'erba e ascolta i Jefferson Airplane su una radiolina nascosta (poi sequestrata a scuola). Una figlia che passa il tempo a lavarsi i capelli e gli ruba i soldi per rifarsi il naso. Uno studente coreano che prima lo minaccia e poi lo corrompe per farsi dare un bel voto. Una bollente vicina di casa che prende il sole nuda in giardino. Un vicino gli vuole tagliare il prato della sua villetta a schiera a tutti i costi.Lettere anonime lo accusano al suo Dipartimento mentre il consiglio d'istituto dovrebbe nominarlo di ruolo. Viene sfrattato di casa e va a vivere in un motel col fratello matto e fissato col gioco d'azzardo. Larry è sempre stato un probo cittadino, un pilastro della sua comunità, non ha fatto mancare niente alla sua famiglia: cosa è andato storto? Qual è il senso della sua vita? Va a chiederlo a tre rabbini, ma i primi due sono troppo evasivi, e il terzo non risponde: sta pensando, gli intima la segretaria con voce maschia.


Trailer originale di A Serious Man ("We're gonna be fine...")




La versione italiana ("Ne usciremo alla grAnde" copre il labiale dell'originale "We're gonna be fIne", anche se dal punto di vista della traduzione "Andrà tutto bene" era forse meglio...)


La grandezza di A Serious Man sta nel fatto che anche lo spettatore non ci capisce niente del dramma di Larry, proprio come Larry stesso. Per tre quarti del film ci aggiriamo smarriti chiedendoci cosa abbiamo fatto per meritarci questo. La fotografia brillante, certe inquadraure ispirate ai quadri di Hopper ci confondono ancora di più le idee. A un certo punto - diciamo dall'ultimo quarto in poi - le cose, lentamente, sembrano prendere il verso giusto. L'amante della moglie che ha un incidente mortale, un voto cambiato in meglio per lo studente coreano, i soldi presi per pagare i debiti contratti con gli avvocati, la moglie che si rifà viva al Bar Mitzvah del figlio, il terzo rabbino - quello più anziano - che ascolta Somebody to Love dei Jefferson Airplane (e scopriamo che "ogni verità si rivela una bugia"), la promozione che finalmente dovrebbe arrivare. Solo che nel cielo splendente di Minneapolis si allunga nera l'ombra di un uragano che non ha l'aria di riportare la gente in Kansas come nel Mago di Oz...
I Coen fanno riferimento al Principio di Indeterminazione di Heisenberg e al mancato sacrificio di Isacco da parte di Abramo in Genesi, 15-35 (c'è anche una riproduzione del quadro di Caravaggio in una scena). Ogni indizio ci parla dell'impossibilità di trovare il famoso "senso della vita" , siamo sotto il segno dell'incertezza più assoluta, - infatti molti spettatori sono rimasti delusi se non in...ati da questo film, semplicemente perchè non ha un finale. Il terzo rabbino consegnerà la radiolina sequestrata al figlio di Larry,non a suo padre, ed è come se Dio in persona risparmiasse Isacco dall'essere sacrificato. La nitidezza delle immagini si contrappone alla confusione in cui si agita il protagonista, e non c'è bisogno di essere edotti sull'ebraismo per capire lo stato d'animo in cui si agita il prof. Gopnik. Come lo sceriffo in Non è un paese per vecchi, Drugo Lebowski o il barbiere de L'uomo che non c'era, Larry (interpretato da Michael Stuhlbarg)è un altro personaggio del bestiario coeniano che tenta di capire il mondo che gli sta intorno e perchè il mondo si rivolta contro di lui per poi ritornare indietro sui suoi passi senza causa apparente.

E poi ricomincia daccapo.

Un po' come la bobina del Minicinex.

2 commenti:

ladywriter65 ha detto...

NOn avevo notato questo parallelo con Hopper.. Molto bella la tua recensione.
Ciao

Tamcra ha detto...

Ciao, benvenuta e grazie del commento! Hopper è solo uno dei riferimenti artistici dei Coen, mi vengono in mente il musical in stile Ken Russell del Grande Lebowski , o il bianco e nero "noir" de L'uomo che non c'era .