Primo maggio, su coraggio...

La trionferà!...


Quando ero più piccola abitavo a due passi dalla Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma, luogo la cui piazza viene adibita il primo maggio al famoso Concertone ( in Gran Bretagna hanno Glasto(nbury)? E noi abbiamo S.Giovanni, tiè ! ). A quell'epoca Il Concertone ancora non era stato concepito, e la piazza era luogo del tadizionale comizio del di CGIL - CISL - UIL. Puntualmente gli altoparlanti del palco ci svegliavano al suono del disco di Bandiera Rossa, con la sua introduzione un po' marziale e un po' corrida. Questa registrazione veniva ripetuta ogni tanto, sia per chiamare la folla al comizio, sia per tarare gli altoparlanti, e a me sembrava di stare dentro ad un cinegiornale, di quelli in bianco e nero un po' spuntinati pieni di folle che marciano di qua e di là. Con l'introduzione del concerto in piazza dal 1990 in poi, gli altoparlanti si sono fatti via via più invasivi per via dei sound-check o prove del suono su palco (quando provavano le batterie erano dolori), e a me tutto veniva in mente tranne il ruolo dei lavoratori nella storia: mi sembrava stavolta di assistere ad un concerto da dietro le quinte, fra atrezzisti che imprecano, produttori che controllano gli incassi e star da tirare su con sostanze psicotrope di vario tipo (almeno questo è ciò che si vede al cinema).
Ogni primo maggio era la stessa storia: c'erano i partecipanti da una parte, contenti di vedere S. Giovanni e la sua piazza - una delle più "misurate" d'Italia, visto che ad ogni comizio devono stabilire se hanno partecipato un milione di persone o centonovantamila - e dall'altra i villici di S. Giovanni che se ne stavano tappati in casa o fuori per il ponte. Al centro dello scontro, via Sannio, proprio dietro alla basilica, che se normalmente era sede del mercato di vestiti nuovi ed usati, nei giorni di festa sembrava vuota come una quinta teatrale. Ovvio che venisse attraversata su e giù da parecchi degli appartenenti al milione - o ai centonovantamila - con mezzi di vario tipo.
Ora potevamo anche scendere giù per strada a sentire il Concertone, ma fare due passi per ascoltare una cosa e farne invece tanti non dà lo stesso divertimento. E così la sera sentivo dei suoni ovattati - un basso, una batteria, un grido - a cui attribuivo ogni volta grandi canzoni... Il giorno dopo era Il Giorno Dello Scopino, unico lavoratore a godersi le conseguenze del Concertone.
Ora non abito più così vicino alla piazza, però sento ancora le note del Concertone da lontano...

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