Confessioni di una pulitrice di finestre


Lo sporco pulitore di finestre fa vedere tutto!



Nell'elenco delle Pulizie di Primavera (e di tutte le altre stagioni) il pulire le finestre rientra nel novero dei Doveri Superiori. Sì, perchè spazzare e lavare i pavimenti o spolverare qui e là è in fondo normale - se non lo si fa, ci si assicura una vita insopportabile e piena di acari - ma le finestre sono un'altra cosa. Qui la sabbia tende a sedimentarsi con l'acqua, facendo diventare la tua visione dell'esterno un qualcosa tendente al grigio con sfumature ruggine (il Ghibli). Quando l'inverno comincia a far posto a quel particolare interregno che un tempo si chiamava "Primavera" tu passi davanti alle finestre, giurando di lavarle tutte compresa la temibile intelaiatura. Ma poi il tempo è troppo instabile, la mattina piove e il pomeriggio no, così rimandi.


Un giorno arriva il sole.

Per tutta la giornata.

E poi per quella successiva.

Cominci a pensare effettivamente mentre la luce tenta di entrare nelle stanze che bisogna lavarle, queste finestre. E prendi tutto l'occorrente: detersivo liquido per vetri ( quello con l'impugnatura che ha ad un'estremità una microreticella con cui trasformare il liquido blu in foam (spuma); vecchi quotidiani che ti metterai a rileggere freneticamente per vedere se hai dimenticato qualche articolo interessante; panno asciutto di cotone - vecchio lenzuolo tagliato sadicamente a quadrati - per asciugare eventuali rimasugli di detersivo. Scaletta.

Si comincia.

Occorre arrampicarsi lentamente sulla traballante scaletta - dato che le finestre vanno lavate partendo dall'alto - saggiando cautamente ogni scalino. Quando si arriva in cima la scaletta cede regolarmente di cinque centimetri, cosicchè regolarmente ci si aggrappa all'intelaiatura della finestra. Mentre il liquido per detersivi cola lungo il vetro all'esterno portandosi via la sabbia del deserto (sì, proprio quella, portata dal Nord Africa fino qui con le piogge) il mondo esterno comincia ad assumere un nuovo aspetto, che si definirà una volta passati i fogli di giornale accartocciati ed appiattiti con movimento circolare sulla superficie vetrosa.
Le finestre vanno pulite prima dall'esterno, in modo da far risaltare - e quindi eliminare meglio - lo sporco in controluce. Quando il primo vetro è pronto, la vostra disposizione verso la vita esterna subisce un lieve scarto. Bella forza, la finestra è pulita! direte. Invece è qualcosa di più profondo, come se nel frattempo qualcuno avesse aumentato le vostre capacità visive. Iniziate a guardare il paesaggio che si stende davanti a voi, le finestre degli appartamenti davanti, le persone dietro a quelle finestre, e quando avete finalmente finito di lavare tutti i vetri e il sole è al tramonto e avete entrambe le mani sporche d'inchiostro e la bottiglia del detersivo per vetri contiene ormai solo la foam la trasformazione avvenuta.
Siete diventati dei guardoni.
I pulitori di finestre professionisti hanno - al pari degli idraulici e dei lattai - la nomea di grandi scatenatori della libido casalinga femminile. All'inizio degli anni '70 in Gran Bretagna un fim chiamato Confessions of a Window Cleaner (1974, regia di Val Guest , interprete Robin Askwith) sbancò i botteghini e fu l'inizio di una fortunata serie di "confessioni", tutte basate su una serie di romanzi "autobiografici" di Timothy Lea, pseudonimo dello sceneggiatore e scrittore inglese Christopher Wood .



Il pulitore del film passa da una finestra e da una femmina vogliosa all'altra quasi inconsapevolmente, degno epigono del settecentesco Tom Jones . All'epoca il film venne tacciato di "pornografia" , ma a vederlo adesso fa una tenerezza infinita, un po' come tutte quelle liceali, dottoresse, insegnanti e infermiere che popolavano i cinema negli stessi anni in Italia.
Un sentito omaggio a questo film venne fatto nel 2003 nel video dei Belle and Sebastian
Step Into My Office, Baby :



Il finale del video illustra il cambiamento di visuale che avviene togliendo lo sporco alle finestre (e da se stessi).

0 commenti: