PAAATROCLOOOOO!!!!!!

Chiàppala! Chiàppala! Bracardi, Boncompagni ed Arbore (Marenco non c'è)



Quattro giorni fa è stato celebrato un po' in sordina il trentennale della prima puntata di Alto Gradimento. In onda sul Secondo canale Rai (allora non ancora Radio2) dal 7 luglio 1970, all'inizio si doveva chiamare - per ammissione dello stesso Arbore - Musica e Puttanate. Hanno intervistato a più riprese i due autori-creatori del programma, ma secondo me per rendere un dovuto omaggio a quello che è stato il programma più incredibile di tutta la radio italiana avrebbero dovuto chiamare a raccolta tutti i suoi affezionati ascoltatori nel corso degli anni. Alto Gradimento iniziava alle 12:30 con la sigla di James Last Rock Around The Clock . Subito questa sigla veniva subissata da uno tsunami di rumori, annunci dei grandi magazzini, versi animali eccetera mentre i due conduttori Renzo Arbore e Gianni Boncompagni cercavano di mandare avanti la trasmissione. Cosa c'è di strano? Tutti i programmi radiofonici, Rai ed emittenti private con velleità comiche hanno due persone a condurre e a darsi sulla voce. La questione è che Alto Gradimento fu il primo programma a fare tutto ciò nel 1970. Il parlare sopra i dischi trasmessi era all'inizio considerato un'escamotage da parte delle case discografiche per fare in modo di non far fare registrazioni "pirata" dalla radio. Arbore e Boncompagni aggiunsero una pletora di personaggi e personaggini che erano il contraltare surreale dell'italia di quegli anni. Personalmente ricordo La Tragedia di Raoul a cura del Poeta Marius Marenco
(parodia de La caduta degli dei di Luchino Visconti). Ecco la presentazione dell'aristocratica e mitteleuropea famiglia di Raoul :


Il contesso padro
La conta madra
Il cugino Wolfango
Le cugine Verbena e Beatrice
I cani
Alsaz l'alsaziano
Alan l'alano
e
Alban l'Albano


Alto Gradimento ha avuto per la cultura italiana la stessa importanza che ebbe il televisivo Monty Python's Flying Circus per quella anglosassone. Entrambe le trasmissioni partivano infatti da una concezione molto simile della realtà: un luogo da cui emergono brandelli di inconscio che diventano occasioni squinternate di riso. L'ascoltatore non "si riconosce" nei personaggi di Arbore e Boncompagni & C., non c'è la funzione tradizionale della satira che è quella di ridere dei difetti altrui mettendosi su un piano superiore e quindi giudicante. Il programma apriva tutti i giorni feriali (la domenica andava in onda dopo la celebre rivista radiofonica Gran Varietà ) il vaso di Pandora della realtà italiana di quegli anni: professori frustrati ed accademici titolati, studenti illetterati e colonnelli irriducibili, playboy sfigati e fidanzate sbatacchiate sul sedile posteriore dell'auto, segretarie del Nord, ladri del Sud e pastori dell'Est Italia, cuochi rumeni e scalpellini arabi che mandano tutti affangala, nostalgici di quando c'era Lui e nostalgici della Dolce Vita, esperti di canti popolari e teorici della bestialità dell'uomo, uccellacci con gli scarponi e rane di nome Anna Maria, astronauti spagnoli sperduti nello spazio e cronisti di provincia, poeti naif e letargici dirigenti Rai... Noi riconoscevamo ogni elemento come "nostro" perchè in qualche modo faceva parte del nostro ambiente, anche se non sapevamo bene come. Ogni intervento veniva intervallato poi da brani musicali in netta controtendenza rispetto alla vulgata di quegli anni; se andavano di moda l' "impegno" e i cantautori, A&B mandavano In The Summertime dei Mungo Jerry



o Rumore di Raffaella Carrà (allora, tra l'altro, fidanzata di Boncompagni!).



La mia preferita rimarrà Bensohurst Blues cantata da Oscar Benton,




(mia madre comprò il 45 giri a suo tempo), sorta di blues italo-americano con mandolini sullo sfondo che sarebbe piaciuto a Carmine Petriccione, temibile zio d'America di Arbore. Su tutto questo brodo primordiale - per citare un vecchio collega di Arbore, lo scrittore Riccardo Pazzaglia - un urlo ancora più primordiale squarcia l'etere, facendo tremare quanti lo ascoltarono
allora:



PAAAATROCLOOOOO!!!!!

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