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Mondo Silvio


Mondo Topless!

Questa volta il nostro caro Leader l'ha fatta grossa. Si sapeva che prima o poi sarebbe successo, che ogni anno l'asticella sarebbe stata spostata una tacca più in basso, come nel Limbo . Ma una storia come quella raccontata dai giornali da qualche giorno pone il tutto a un livello superiore.
Qui non ci sono più le cene a Palazzo Grazioli a Roma o gli inviti a Villa Certosa in Sardegna , ma una richiesta d'aiuto da parte di una giovane marocchina in difficoltà con la famiglia. L'immaginario erotico si sposta quindi dai viaggi "esotici" (anche Palazzo Grazioli può essere considerato un luogo esotico) al mondo oscuro e borderline di Chi l'ha visto . Lui vuole aiutare personalmente questa Ruby - l'ha detto al telefono al capo gabinetto della Questura di Milano, quindi la ragazza non può essere trasferita di nuovo in una casa famiglia, ma affidata all'igienista dentale e consigliere regionale Nicole Minetti . Ruby, che era stata denunciata da una sua amica per il furto di 3.000 euro, (quindi Ruby ruba), viene rilasciata dopo otto ore e accompagnata fuori dalla Minetti. Ora sembra che c'entrino anche Emilio Fede - nei panni dell' Uomo Compiacente - e l'onnipresente Lele Mora . Dalle tristezze di Chi l'ha Visto ? si passa ai festini incoffessabili con Fede e Lele, e a questo punto sguscia pesantemente un nome, anzi, un doppio nome:
Bunga Bunga.
L'Italia ha da sempre avuto una passione per le attività contrassegnate dal doppio nome: negli anni '60 Gianni Morandi andava a cento all'ora per veder la bella sua introducendo la canzone con Dunga-dunga-dun-dunga-dunga. Nei '70 c'erano Raffaella Carrà ed Enzo Paolo Turchi con il Tuca-Tuca . Negli anni '80 un certo Gianni Drudi chiede alla sua gonza di fare Fiki-Fiki insieme. Già si sente l'influenza delle televisioni private, che poi porterà vent'anni dopo all'esplosione del bunga bunga.
Le origini di questa parola sono state già spiegate diverse volte (barzelletta oscena, fiore enorme indonesiano, scherzo di Virginia Woolf ai danni della Marina Britannica). Ruby avrebbe sentito dire da Berlusconi che sarebbe un rito erotico copiato da Gheddafi. Il cerchio si chiude: Silvio, facendo bunga bunga dopo cena con l'aiuto di Fede e Lele - immaginiamo in un enorme salone illuminato pieno di donne, Viagra e champagne - si richiama all'italica tradizione dell'uomo alle prese con la "donna esotica", come raccontava la canzone dell'Italia fascista e coloniale Zikipaki Zikipù (Tosto lui si mise a far / Zikipaki Zikipaki Zikipù). L'Italia ha da sempre avuto una passione per le attività contrassegnate dal doppio nome: negli anni '60 Gianni Morandi andava a cento all'ora per veder la bella sua introducendo la canzone con Dunga-dunga-dun-dunga-dunga. Nei '70 c'erano Raffaella Carrà ed Enzo Paolo Turchi con il Tuca-Tuca . Negli anni '80 un certo Gianni Drudi chiede alla sua gonza di fare Fiki-Fiki insieme a lui. Già si sente l'influenza delle televisioni private, che poi porterà vent'anni dopo all'esplosione del bunga bunga. La cosa sembra sceneggiata appositamente per piacere al grande pubblico: la fanciulla esotica "da salvare" nel cuore della notte - perché le donne si devono sempre salvare da qualcosa, in cambio ovviamente di qualcos'altro -, la doppia telefonata misteriosa al capo della Questura milanese, la "protezione" di un'altra donna "di fiducia" mandata appositamente dall'Innominato di Arcore, la rivelazione che essa è in realtà la nipote di Mubarak, il rilascio della fanciulla, il bunga bunga dopo cena.
all'inizio degli anni '60 furoreggiavano dei documentari di tipo scandalistico il cui capostipite - fatta eccezione per l'antologia di numeri da night Europa di Notte del '56 di Alessandro Blasetti fu il deprecato e celebrato Mondo Cane di Gualtiero Jacopetti (1961).



Il trailer originale di Mondo Cane (1961)

I Mondo Movies - come vennero chiamati dopo - avevano il compito di far sognare e scandalizzare il pubblico perbenista di allora, e avevano sempre una voce fuori campo a commentare con piglio beffardo quello che si vedeva sullo schermo. La voce rappresentava un po' il sentire del "pubblico medio" quello che diceva "Ah, che roba" e rimaneva però con gli occhi incollati alle immagini, che venivano sparate con un montaggio che avrebbe insegnato molto agli attuali programmi televisivi di Infotainment . Nella mia famiglia ci si tramandava ancora certi episodi del primo Mondo Cane, come l'Oktoberfest in Germania ripresa il giorno dopo, oppure il ristorante sofisticato che vendeva piatti a base di insetti (Avevamo anche il 45 giri della colonna sonora de La donna nel mondo). Naturalmente col passare degli anni le testimonianze del mondo cane dovevano essere ancora più "canine" e scioccanti - e spesso venivano ricreate in studio - , fino ad arrivare a torture e cannibali in Africa ed altrove. Oggi questo sottogenere cinematografico è travasato nella televisione, noi stessi ci siamo mondocanizzati, o forse lo siamo stati sempre, solo che la disapprovazione generale (la voce fuori campo) ci aveva impedito di seguire apertamente questa tendenza. Lo stesso Silvio sembra uscito da un film di Jacopetti, anzi, credo che usi un metodo tutto Jacopettiano per dirigere la sua vita privata e pubblica: prima arrivano le rivelazioni, poi la smentita (la voce off) poi la conferma (la scena "pugno nello stomaco") e poi, mentre tutto il mondo commenta e disapprova, arriva la fiera dichiarazione ("Sono orgoglioso del mio stile di vita"), corrispondente alla code sarcastiche degli interventi fuori campo. Voi potete solo guardare, noi facciamo bunga bunga.

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La strada dei tre parrucchieri



Nel quartiere Talenti a Roma c'è una strada dove ho contato tre parrucchieri. La strada non è tanto grande, ed è punteggiata da palazzine con mattoni cortina e mini-giungle dal plumbago alla dracena che sporgono da parecchi balconi. Cosa ci fanno tre saloni di parrucchiere in neanche trecento metri di strada? A chi potrebbe servire l'avviso: Vieni a provare il tiraggio definitivo? Forse questa strada è in realtà un percorso iniziatico dove il tiraggio definitivo del cartello è la meta finale. Gli altri due saloni presentano infatti queste vetrine:



Art du Coiffeur si trova all'inizio della via, ed è l'inizio del viaggio, un luogo - si può vedere dall'insegna della figura con gli occhi chiusi - dove si può essere tentati dai percorsi dell'Arte applicata all'acconciatura e si possono magari sperimentare messinpieghe allucinogene. Una volta iniziati, il secondo passo, o step, è quello di un Luogo dove poter sperimentare sul resto del corpo quello che si è già provato sulla testa:





Qui troviamo una sigla misteriosa, EDOS che potrebbe avere a che fare con l'edonismo come pure con il cibo (dal latino edo, io mangio). Il colore dominante è il verde, sfumatura Veronese. Una figura femminile in vetrina, stavolta con gli occhi aperti e un fiore nei capelli, ci guarda a afferma che la bellezza passa attraverso la salute. Evidentemente questo è il famoso Luogo Intermedio, dove si praticano i Sacri Lavacri e le Purghe Rituali una vota entrati (Infatti salute significa anche salvezza). Una volta usciti da lì si fanno quattro passi e si attraversa la strada dove ci aspetta il fatidico Tiraggio Definitivo della prima foto.







Gli Iniziati potrebbero essere appesi mani e piedi e sottoposti a una benefica tiratura del corpo, oppure definitivamente tirati, ossia che alla fine hanno tirato le cuoia. Questo spiegherebbe la presenza di una ASL sul marcapiede opposto, e alcuni fotoritratti azzurrati di individui nel fiore degli anni: sono quelli andati oltre, e che non sono più tra noi. Ecco perchè su quella strada ci sono tante persone anziane.


Un'altra strada pericolosa è quella che prende Dave Gahan dei Depeche Mode nel video di Suffer Well (2006) :




Nel video, diretto da Anton Corbjin, si vede Dave sfilarsi l'Anello della Fedeltà - qui è tutto simbolico e con le iniziali maiuscole - entrare nel più classico dei Cammini verso il Peccato, fino a diventare un cumulo di neve sporca che verrà additato da un Dave parallelo e "sano" (con l'anello)in auto con la sua donna. Non ci sono i parrucchieri, ma gli altri due Depeche Mode nei panni dei due manichini del negozio di spose:

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Harry Enfield e il passato che torna


Un uomo senza qualità?

Per lungo tempo sono stata ossessionata da alcuni annunci pubblicitari su giornali e riviste che avevo religiosamente ritagliato nel corso di una mia vacanza-studio in Gran Bretagna nel 1994 e raccolto in una cartella. Non so più che fine abbia fatto questa cartella, ma gli annunci me li ricordo ancora a distanza di sedici anni. Erano della Mercury Communications, che negli anni '80 fu la prima compagnia telefonica a sfidare nel Regno Unito il monopolio di British Telecom con proprie tariffe, cabine telefoniche - i cellulari erano ancora dei mattoni con l'antenna - e un suo prefisso personale.
Il protagonista di questa campagna in bianco e nero con tocchi di azzurro, il colore della Mercury, era Mr. Grayson, un probo cittadino britannico di mezza età coi baffetti e la grisaglia. Tutta la campagna era in perfetto stile anni '50, con un'aria di continua meraviglia di fronte ai marvels of modern science che la Mecury apportava.

Mr. Grayson alle prese con la carta telefonica Mercurycard



Era come se la Wind, invece di Panariello e Vanessa Incontrada facesse una campagna con Paola Cortellesi truccata e vestita da Edy Campagnoli...

L'idea a quel tempo - la fine del ventesimo secolo - era geniale: la novità del prodotto che si sposava con una comunicazione proveniente di un'epoca in cui tutto celebrava "le magnifiche sorti e progressive". (La stessa idea è stata riciclata per la Coca-Cola nel 2010). Quello che però non sapevo era che Mr. Grayson era uno dei tanti personaggi creati dall'attore e scrittore comico inglese Harry Enfield.
Alla fine degli anni '80 e all'inizio dei '90 Enfield sviluppò personaggi memorabili come l'insopportabile nuovo ricco Loadsamoney (il nome è una contrazione di "a lot of money", "un sacco di soldi") e gli ancora più insopportabili coniugi Considerably Richer Than You , marito e moglie della classe media che passano il loro tempo a ricordare a tutti quanto essi siano "assai più ricchi di voi". Una citazione a parte merita l'adolescente Kevin, che giunge allo scadere del tredicesimo anno di età trasformandosi nell'incubo delle famiglie: il Teenager. Questo personaggio farà da spunto allo studente infernale Lorenzo interpretato da Corrado Guzzanti :



Kevin the Teenager



Lorenzo



Tornando a Mr. Grayson, in realtà era il coprotagonista - o meglio, l' "aiutante" di un incredibile presentatore TV degli anni '30 (la BBC iniziò le prime trasmissioni nel 1929), Mr. Cholmondley-Warner (l'attore Jon Glover), la cui missione è quella di riportare con i suoi filmati altamente educativi i sani valori dell'Impero britannico.


Ecco, nello splendore del bianco e nero televisivo "dell'epoca", un fermo invito a tutte le donne a conoscere i propri limiti e a non usare le loro sciocche testoline:





Gli stilemi del filmato educativo ci sono tutti: la voce fuori campo, la situazione di partenza sbagliata, la spiegazione "scientifica" con il cartone animato e la situazione di arrivo "corretta". Quest'altro filmato invita invece le giovani a scegliere bene il marito per non incorrere nel minefield of caddishness (nel gorgo della disonorabilità):



Da notare la parata dei pretendenti, dallo "straniero" con brutte intenzioni - che naturalmente parla con l'accento francese - al Mister Hyde barbuto che rantola "I find you uncommonly beautiful...". La ragazza sembra aver perso tutte le speranze, ed ha una crisi isterica - e viene adeguatamente schiaffeggiata - quando finalmente lei nota Charles (Enfield), un timido giovane che sta firmando un cospicuo assegno per i poveri; per un devoto e ricco sfondato membro della Chiesa Anglicana, è infatti importante mostrare "meno modestia per la gente bisognosa che per sè stessi". E' lui.

La cosa interessante è che i consigli dati da Mr. Cholmondley-Warner sono molto simili a quelli che si possono trovare oggi sulle riviste femminili.

Qui altri filmati educativi, compresa una imbarazzatissima guida per coniugi "atta a produrre... la progenie" (in order to produce... offspring) :



Nel 1989 su Channel 4 andò in onda il finto documentario (o " Mockumentary") Norbert Smith - A Life sulla straordinaria carriera del più grande attore del 20° secolo che la Gran Bretagna non abbia mai avuto. Scritto dallo stesso Enfield e da Geoffrey Perkins, in realtà è - sullo stile di Zelig di Woody Allen - una cavalcata ironica sulla storia del cinema inglese, dai "drammi sociali con redenzione" degli anni '30 a quello che è il film sentimentale britannico per eccellenza, Breve Incontro del '45 (qui ridotto a una pubblicità di detersivi),dal Free Cinema anni '60 fino alle commedie scollacciate Carry On dei '70. Passando dal bianco e nero fino ai colori pastosi della televisione, il leggermente rimbambito attore si perde nei ricordi, coadiuvato incessantemente dalla moglie-badante. Qui sotto l'intero film su YouTube in segmenti:




"Suo padre, era un uomo. Sua madre, una donna."


Il film è talmente divertente da superare eventuali barriere linguistiche (la recitazione affettata tipica delle prime pellicole sonore trasportata nei bassifondi di Londra è irresistibile, come pure gli accenti "northern" spinti a un punto tale da tramutare il deprimente realismo in un qualcosa di surreale). Lo stesso Enfield passa da un'interpretazione all'altra senza che noi ce ne accorgiamo: lui diventa tutti gli attori di tutto il cinema del Regno Unito, gli manca solo Karlheinz Böhm ne L'occhio che uccide (forse perchè la storia era veramente troppo tragica e "moderna" per poterla volgere in parodia)

Attualmente Harry Enfield, dopo un periodo di allontanamento volontario dalle scene, è ritornato alla BBC2 con una nuova serie: Harry and Paul .

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Il Tricheco


La gente dice che sono matto...


Dovrei farne settanta, oggi.
Se fossi ancora là.
In tutto il mondo stanno suonando la mia Imagine, in tutte le salse possibili.
Proprio davanti a quelle persone a cui non era diretta. Papi, capi di stato, capoccia vari. Vatti a fidare di un arrangiamento al pianoforte.
Hanno fabbricato chitarre simili alla mia con la mia foto sopra. E fin qui pazienza, anche ai tempi con Paul e George e Ringo facevano soldi con la parafernalia a noi dedicata.
Hanno messo all'asta un mio bagno, cosa si credono, di sedersi lì sopra e trovare l'ispirazione?Hanno stampato di nuovo le mie canzoni, in cofanetti da due, da tre, da quattro, da cinque.
Hanno preso un filmato dove parlavo del mio libro




A Spaniard in the Works e di cosa mi avesse ispirato a scriverlo, mi hanno messo sopra un'altra voce e mi hanno fatto fare la pubblicità ad un'auto.
Come dicevo ad Elvis qualche tempo fa, a volte mi chiedo se quello che ho fatto non sia finito in una brutta borsa ...
Una ragazza in Italia ha cantato questo testo su di me; peccato che Yesterday sia di Paul, anzi, lo prendevo pure un po' in giro all'inizio, diceva che aveva trovato l'ispirazione in un sogno...





Vedo tutti quanti darsi da fare in nome mio, fanno film su quando ero ragazzo ,



Io li lascio scorrere.

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Ho sconfitto il colesterolo

Ho sconfitto le rughe sul mio volto...



E' in auge la sconfitta del colesterolo.

Si vedeva nel 2009 Little Tony dichiarare convinto in uno spot televisivo di aver sconfitto il colesterolo, con il geniale paragone delle arterie ostruite a un mixer con i tasti intasati dalla polvere ("Addio bel suono!").


Tony si presentava al pubblico abbronzato, vulcanizzato e nerochiomato come neanche Elvis Presley a vent'anni, parlando del suo "cuore matto": c'è una certa nota di sincerità nel suo essere testimonial, dovuta anche ai suoi recenti problemi di salute. Quello che però è inquietante è la attuale quantità di personaggi che prima di presentarsi dichiarano prontamente - alcuni mostrano le loro analisi come biglietto da visita - di avere sconfitto il colesterolo. Hanno superato la cinquantina ma non ne vogliono sapere, e si fanno intere campagne pubblicitarie photoshoppati dalla testa ai piedi. L'esempio più eclatante è quello di Madonna per gli stilisti Dolce e Gabbana, come si nota in queste immagini prima
e dopo la cura:


e viene forte il sospetto che le immagini col colesterolo vengano divulgate di straforo perchè esse stesse fanno parte dela campagna. (Madonna come testimonial agée che però vuole apparire ancora giovane che però non ha più l'età che però ha le foto ritoccate che però si vede in ogni modo che non ha più l'età ed è quindi l'immagine ideale di un marchio che non vuole passare per giovanilista a tutti i costi ma avere appeal presso un' acquirente maturo/a). Quello che sta passando in televisione da un mese salta però a piè pari tutti questi ragionamenti e va un passo oltre: si vede Fiorello vestito di bianco come l'Ultimo degli Immortali avanzare felino a un ristorante con Barry White in sottofondo - scelta esatta, dato che rappresenta la giovinezza del Nostro - . Ci guarda negli occhi e ci informa sornione che ha demolito il colesterolo in eccesso e che le sue difese immunitarie giocano sempre in attacco. Si capisce subito che si vuole prendere in giro tutto il mondo decolesteromizzato, (e c'è una citazione di Danacol-Little Tony proprio nella sfolgorante messimpiega di Fiorello), ma qui tira un'aria da film di fantascienza sociologica tipo Gattaca (1997) o altre pellicole dove sono presenti Umani Perfetti più o meno Geneticamente Modificati. Dopo essersi messo un bocciolo di rosa bianca all'occhiello, Fiorello ci dice perchè ha il dono dell'Eterna Giovinezza: è tutto grazie alla compagnia telefonica Infostrada. A questo punto, la demolizione del Mito: un vetusto cameriere al tavolo gli porge il menu, Fiorello lo allontana col braccio - il tipico gesto del presbite - e il cameriere gli fa compìto: ha bisogno degli occhiali? Vuole i miei? Il Forever Young è distrutto più del David Bowie di Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) quando Catherine Deneuve lo informa che sì, gli aveva promesso l'eternità in vita, ma solo per duecento anni. La sua bocca si contorce in un rantolato sìi.. La cosa straordinaria di questa serie di spot è l'ironia sposata con un vago senso di inquietudine: noi ridiamo di Fiorello che si prende gioco di un mondo pubblicitario preesistente e già digerito (cosa rarissima nel panorama italiano) , e allo stesso tempo ci vengono i brividi a pensare come in realtà lui incarni seriamente i nostri desideri più riposti. Chi non vorrebbe girare per ristoranti dopo aver sconfitto le rughe sul proprio volto?




Nel secondo spot l'atmosfera si tinge di Dolce Vita e piaceri della carne. Fiorello stavolta è in nero ad informarci che lui, a cinquant'anni, installa, crea profili, chatta, e soprattutto TAGGA. (Una signora sullo sfondo a destra lo osserva estasiata). L'uso della terminologia da social network in chiave esotico-sessuale è irresistibile (Al computer sono una SPADA, normalmente si direbbe una scheggia). Il ruolo del guastafeste stavolta è di un ragazzino che vuole l'autografo non per lui, ma per... sua nonna.
Per sua nonna... si smoscia lui.




Ormai Fiorello non lo ferma più nessuno: nella terza puntata scende vestito di beige dalla scalinata di Piazza di Spagna attorniato dai giornalisti, cade e si sente dire da un reporter simil - John Turturro: Non si spaventi, sono cose che capitano con l'età...

Capitano... Ripete col fiatone Fiorello - ...con l'età...



Infine, il momento più atteso per un attore o giù di lì: l'incontro coi fan

Ma che sei Fiorello? Ma lo sai che te guardavo sempre quann'ero regazza? (vecchia signora con accento marchigiano)


Il nostro Highlander a questo punto scoppia a piangere. Per il momento la saga dell'Eterna Giovinezza termina qua, ma c'è ancora un mistero da chiarire: qual è il personaggio a cui in realtà Fiorello si ispira - e che proprio per questo rende gli spot così efficaci?