Il magnetino supremo



In principio era il frigorifero.

Questo elettrodomestico ha salvato migliaia di cibi dalla marcescenza precoce, e permesso a centinaia - poi migliaia - di famiglie di mettere da parte i cibi, di non passare metà delle loro vite a fare la spesa e soprattutto di trovare sempre qualcosa da bere e da mangiare, specie negli orari non canonici (prima c'era, per le famiglie più abbienti, la ghiacciaia,
con la colonna di ghiaccio all'interno, ma non è la stessa cosa). Una pubblicità italiana dei primi anni '50 prometteva che il frigorifero avrebbe terminato quel "duello al sole" degli italiani contro il cibo andato a male.
Una volta assimilata la presenza del frigorifero e conseguentemente ridotta la sua sacralità come oggetto, - all'incirca da quando si è cominciato a chiamarlo frigo e si è smesso di sbirciare se si spegneva la luce interna una volta serrato lo sportello - arrivò un nuovo oggetto.Uno dei giochi "educativi" (non ancora educational) negli anni '70 erano le letterine di plastica magnetiche Quercetti. Erano in realtà delle formine in plastica colorata, cave all'interno, con un piccolo vano al centro contenente una minuscola calamita. Il dramma per me era quello di perdere la calamitina - nera, con una scanalatura al centro - e di smagnetizzare così la lettera. (Gli anni '70 sono stati il periodo d'oro dei giocattoli con i vani nascosti, come il micromangiadischi dentro la schiena della bambola Michela).
Qualcuno, forse qualche mamma, iniziò a far comporre parole con le letterine sulla superficie più magnetica della casa: quella del frigo.
Il ghiaccio era rotto.
La bombata superficie dell'elettrodomestico non faceva più parte di un'entità sacra posta in mezzo alla cucina. Si stava per trasformare in una sorta di tabula rasa candida e smaltata su cui attaccare quello che dovevamo ricordare (e che i nostri cervelli rifiutavano di trattenere). Questo, almeno, era lo scopo primario delle prime "calamite da frigo". In seguito aumentarono le funzioni secondarie dell'oggetto, trasformando il magnetino in un contenitore di messaggi. Come mai, ad esempio, vi sono in commercio tante miniature di prodotti industriali? Oltre che per motivi di promozione, la ragione segreta potrebbe essere
una ulteriore digestione della pop art (che già usava la "trivialità" della merce per il suo discorso artistico). Si appendono al frigo miniature di ogni tipo di merce come nell'epoca vittoriana si costruivano case di bambola nei minimi dettagli: per celebrare ciò in cui si crede di più. Questo legame fede-magnetini sarà sempre più sviluppato con la successiva ondata delle "placche" recanti ogni sorta di avvisi. E' interessante come il frigorifero, posto in cucina ossia nel luogo dove si passa una buona parte del tempo a consumare e preparare cose buone - a differenza del bagno, dove si passa invece il tempo ad espellere e lavare via altre cose, e infatti lì non viene appeso nessun magnetino - sia diventato
il ricettacolo delle nostre personalità, attirando messaggi come nessun muro di casa riesce più a fare. Naturalmente sono sorte ditte specializzate nella costruzione e assemblaggio di magnetini, come questa FunkyFridge americana che vanta più di 1500 articoli per tutti i gusti, compresa una riproduzione della copertina di una vecchia "guida all'amor coniugale".

Comunque, il magnetino ha una sua forza culturale tale da impedirgli di diventare un oggetto vintage col passare del tempo (Ti ricordi quando andavano di moda i magnetini? Ah, che tempi quelli! ). Si andrà sempre in cerca del modello che ponga fine a tutti gli altri magnetini, appunto un magnetino supremo che una volta applicato alla porta del frigo ci metterà magari in contatto con le altre civiltà dell'universo:

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