Non l'avevo visto arrivare, o le conseguenze dei Belle and Sebastian

Make me dance, I want to surrender...



L'ultimo album dei Belle and Sebastian non ha raccolto grandi consensi da parte della critica (almeno quelle poche su cui ho posato gli occhi). Hanno detto: i B&S ormai sono bolliti, l'album è "grazioso" ma non trascendentale, quando c'era Isobel Campbell era meglio,oltre al solito aggettivo che si tira fuori quando si ha a che fare con una band da circa vent'anni: venduti! Per non parlare della critica alle singole canzoni, e questa non va bene, e quest'altra è debole, e la traccia (come odio quando chiamano "tracce" le canzoni!) finale non chiude bene l'album... Qualcuno ha addirittura trovato da ridire che Stuart Murdoch, il frontman e creatore dei B&S, abbia accennato a dei passi di danza in un video! Con queste premesse, ascoltare a piè fermo quest'album si è rivelato all'inizio assai arduo.

La musica che fanno i Belle and Sebastian ha questo di strano: all'inizio non si riesce a prenderla sul serio. Tanti gruppi fanno di tutto per attirare la tua attenzione con chitarre, distorsioni, grandi discorsi eccetera, mentre i B&S risultano a un primo ascolto quasi infantili. Invece lavorano nel subconscio. Uno ascolta distrattamente un loro pezzo, pensa carino, mi ricorda qualcosa che avevo ascoltato, e tutto finisce lì.Dopo circa un'ora la stessa canzone produce effetti devastanti nella corteccia cerebrale. Non ti si schioda più dal cervello. Cominci allora a canticchiare, ma a questo punto arriva un grosso problema: i testi. Come per gli Smiths negli anni '80 - '90, le liriche sono - per chi non conosce bene l'inglese - complicatissime da memorizzare. Provate a cantare, ad esempio, una frase come she wants to write a thesis on the population underprivileged che si trova in questo brano tratto da The Life Pursuit :




The Blues Are Still Blue
sembra ispirata a un pezzo dei T. Rex degli anni '70, parla di una lavanderia e di quello che succede . Falso! Tutta la canzone è in realtà sulla difficoltà che le persone hanno nel rapportarsi fra loro (Il refrain paragona una relazione andata a male al mettere il bucato in lavatrice, i capi bianchi verranno neri, quelli neri bianchi ma quelli blu saranno sempre blu - gioco di parole su blue/colore e blues/tristezza -) Questa tensione fra temi "pesanti" e musiche "leggere" e/o orecchiabili sta alla base del modo di fare musica di Stuart Murdoch e dei suoi. Un'altra caratteristica è l'uso delle voci femminili, che non sono semplici controcanti di ispirazione '60, ma quasi dei contraddittori a ciò che afferma la voce principale.

Il brano di apertura di Write About Love, I Didn't See It Coming inizia con uno strano sibilo spaziale che si fonde con le prime quattro battute della batteria che introducono a loro volta il piano. Arriva la voce femminile (Sarah Martin) che canta:

Make me dance, I want to surrender
Your familar arms, I remember

a un minuto dall'inizio del pezzo, arriva la voce maschile (Stuart) che si unisce a lei nel dire:

But we don't have the money
(money makes the wheels and the world go round)
Forget about it, honey
Trouble's never far away when you're around

A uno potrebbe venire in mente, l'immortale dittico dei Vianella E stamo mejo noi / che nun magnamo mai , ma c'è quel verso,

I guai non sono mai lontani quando sei accanto

che ci mette in guardia: allora qui si parla di una relazione dove è lei a iniziare a vedere lui in modo diverso - è Sarah a cantare - . Viene poi un inciso vagamente psichedelico dove si sente appena la voce di lei riverberata fare:

I didn't see it coming

Non l'avevo visto arrivare. Il vero argomento della canzone è dunque il tempo che scorre e che rischia di rovinare tutto. Tosto però arriva la risposta di Stuart, introdotta da una tastiera vagamente Jump dei Van Halen , ad affermare:

Take me on a train 'cause I'm not flying
I can see the world from a different side
Read about us in the morning papers
When we make it alive

Se non si può più volare (perchè si ha vissuto troppo) si può prendere il treno, dato che ormai si vede il mondo da un altro punto di vista. Mentre compiamo l'impresa, leggerete di noi sui giornali del mattino! Con questo atto di rassegnato eroismo la canzone va in crescendo, la voce femminile continua a dire: non l'avevo visto arrivare (la vita come un incidente stradale ?), per poi aggiungere
I'm just not in the running

Non sono in prima linea. E poi ribadire:

And we don't need a lifetime
We're following the right line.

Non ci vuole tutta la vita, seguiremo la strada giusta. Mentre ripete queste ultime battute, indice di una sopraggiunta tranquillità interiore, la voce di Stuart in controcanto riprende il primo verso della canzone, quel

make me dance, I want to surrender

Fammi ballare, voglio lasciarmi andare, che è la stessa frase che cantava lei all'inizio. Come se, andando avanti nella vita, i due si fossero scambiati i ruoli. Ora è lui a cantare la canzone di lei, ma lo fa scandendo le sillabe, quasi che nel volersi arrendere (surrender) non volesse ancora arrendersi.
Le parti femminili dei brani di B&S sono rese da voci eteree, impalpabili ma molto chiare nel fraseggio: un'eccezione è contenuta proprio in quest'album con Little Lou, Ugly Jack, Prophet John, dove Stuart duetta con Norah Jones.




Alcuni hanno definito questa canzone "ruffiana", magari lo fossero tutte così ! La voce della Jones in questa struggente ballata country-blues è più "scura" delle sue omologhe sebastiane: qui ci troviamo di fronte a un rimpianto di una storia d'amore che è morta prima di nascere - un tema simile a quello di Wrapped up In Books - dove lui e lei fantasticano di come poteva andare:

Yeah you're great, you're just part of this lifetime of dreaming

sì, sei grande, sei solo parte di questa vita di sogni. I due ammettono l'inconsistenza del loro legame, parlando nel finale di tutto quello che fanno e disfano nella loro testa - e qui citano i tre personaggi che danno il titolo, Little Lou (Reed), Ugly Jack (Kerouac), Prophet John (Lennon), che evidentemente sono tra i Santi di Stuart. Un sentimento espresso senza compiacimenti, dove l'occasione mancata viene descritta con una serie di frasi interrogative:

Can I see what's underneath your bed?
Can I stay until the milkman's working?
Can I stay until the coffee awakes?
(Together:)Do you hate me in the light?
Did you get a fright?

Mi odi alla luce del giorno? Forse è per questo che non è successo niente, chissà.

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