La chiusura dei negozi



Mi capita spesso di dover acquistare qualcosa quando i negozi sono vicini alla chiusura, anzi: quasi sempre. Mi accorgo infatti - nonostante scriva dei veri e propri capolavori di liste della spesa su Post-It gialli - che  manca sempre qualcosa per concludere la giornata. Così scendo di corsa (risalgo subito con il Post-It appiccicato in mano perché magari ho dimenticato i soldi) e varco affannata la soglia del negozio, o del grande magazzino, che sta effettuando le grandi manovre antecedenti alla chiusura.
Nei negozi con molto personale si assiste talvolta ad un fenomeno strano per chi sta dall'altra parte del bancone (il cliente), ma che è abbastanza normale per chi lavori tutti i giorni a contatto con la gente: il lasciarsi andare a battute e lazzi vari con i colleghi. Nei mercati rionali urla e cantate si inseguono in mezzo alla spazzatura lasciata da una giornata di commerci, ma anche nei negozi non si scherza: ho visto farmacisti tetragoni fare battutacce sui preservativi con amici venuti a trovarli ( "Ehii, avete pure quelli per i 'rapporti promiscui'!" ) scambiando ghigni d'intesa fra loro - le colleghe dietro al bancone, seminascoste dall'Amuchina in flaconcini, guardano da un'altra parte. - Nei supermercati le battute fioccano generalmente fra le cassiere e gli addetti all'ortofrutta o alla macelleria. Ho sentito con le mie orecchie uno di loro rivolgersi alla collega single alla cassa proponendosi di presentarla ad eventuali pretendenti, dato che ha notato che negli ultimi giorni lei "cià gli ormoni che je ballano la macarena" . In casi estremi ricorrono al sabotaggio della filodiffusione nel negozio, solitamente settata su Radio Ram Power 102.7 Roma ( "Uno lo ricordi, uno lo vivi" ), piazzando CD con i successi di Celentano. I turisti venuti a fare incetta di superalcolici birra coca e patatine sono così accolti dai 24mila baci e dal tuo bacio che è come un Rock. Infinite poi sono le discussioni fra una cassa e l'altra ( "Lo sai, Vasco Rossi è depresso..." "Non è depresso, ha il male di vivere!" "Ah."  "Busta?" )
In una famosa libreria, un commesso - sempre verso l'ora di chiusura - ha iniziato a ballare sulla musica della filodiffusione nel settore editoria scolastica, da sempre fonte di infinite frustrazioni perchè non puoi nemmeno dare un giudizio letterario sui tomi incellofanati intorno a te ( "Io avevo ordinato quel manuale, non questo..." ). Siccome lo stavo osservando, mi ha apostrofato  dicendomi: sono dodici ore che sto qua dentro, avrò diritto a muovermi un po', no? Gli giurai che non l'avrei riferito a nessuno, nemmeno a quelli che vendono Terre di Mezzo davanti all'entrata. Così sono rimasta a guardare nel reparto educational, piano seminterrato, un uomo danzare solitario fra i dizionari con CD per la pronuncia mentre la filodiffusione trasmetteva la Canzone della Chiusura.

2 commenti:

dona ha detto...

"Lo sai, Vasco Rossi è depresso..." "Non è depresso, ha il male di vivere!" "Ah." "Busta?"

Che dire? Grandiosa!

Tamcra ha detto...

I dialoghi sono tutti veri... Se si ascolterà quello che dice la gente, non ci sarà più bisogno di sitcom per un bel pezzo...