Mortacci



In questi giorni carichi di mestizia  sarebbe auspicabile riscoprire un film che ha fatto del rovesciamento della vita con la morte la sua bandiera. Il film è Mortacci di Sergio Citti (1989), ambientato in un cimitero. I protagonisti sono ovviamente gli...abitanti del cimitero, ossia i mortacci del titolo. Il cast è fra i più etereogenei di tuttta la storia del cinema, da Vittorio Gassman (il custode del cimitero, in vestaglia rossa e fazzoletto contro il mal di denti) a Carol Alt, da Malcolm McDowell a Sergio Rubini, dai Gemelli Ruggeri ad Alvaro Vitali fino ad Aldo Giuffrè e Mariangela Melato. Come nell' Antologia di Spoon River ogni morto racconta come è finito lì dentro, e c'è una legge che regola l'aldilà: la loro non sarà una vera morte finchè ci sarà ancora qualcuno che "dall'altra parte" li ricorderà. Quando finalmente l'oblio sarà sceso su ciascuno di essi, è allora che potranno finalmente essere liberi di andare dove gli pare ( A Parigi! Tutti a Parigi! dice uno di loro). L'esatto contrario di quello che solitamente viene associato al ricordo: non la chiave per la sopravvivenza dell'umanità, piuttosto la sua prigione. Roba che, se ci si pensa su un attimo, fa rigettare tutto il concetto di "cultura". Gli inquilini del cimitero, dunque, raccontano la loro vita terrena. C'è Sergio Rubini che torna dal fronte e si accorge che non solo tutto il paese lo ritiene morto in guerra, ma ha fatto della sua eroica dipartita lucroso commercio; cosicchè gli conviene di più essere morto anzichè vivo.



C'è Andy Luotto nei panni di Scopone, che nitrisce alla vista di un posteriore femminile e finisce per avere una colica intestinale in spiaggia per avere ingurgitato troppo tè freddo nell'intenzione di far colpo sulla procace barista Michela Miti e così muore di vergogna circondato dalle risate di tutte le donne dello stabilimento balneare: (Attenzione! Visioni ravvicinate di posteriori femminili)



Io sò l'ultimo dei romantici, guarda che ti dò. Una rosa. Io sò l'ultimo, dopo sò finiti. Nessuna donna ha saputo resistere a Scopone, dove passa Scopone non cresce più un pelo, guardami bene, guarda. C'hai qualcosa da dire, me trovi qualche difetto, forse? A me Casanova me lo sgrulla, solo Scopone sa domare le donne. Io le donne le massacro, le sgonfio, le rovino, le mando ar manicomio!

C'è Alvaro Vitali che minaccia di far causa all'impresario funebre Aldo Giuffrè per uno scambio di babbo nella bara, a meno che il beccamorto non paghi per evitare lo scandalo. Vitali ripeterà anni dopo lo stesso numero truffaldino a una coppia di stranieri venuti a riesumare il loro, di padre -



Il padre (rivolto al figlio presunto): Puro io so quanto ti costo! Filio de na m...a!

Vi sono i Gemelli Ruggeri nei panni di due musicisti di strada con cane che si fingono ciechi per impietosire la gente sul sagrato della chiesa. Passa Mariangela Melato e li ingaggia per suonare In The Mood in casa sua mentre lei si allena al boogie-woogie per una gara di ballo con il suo partner. Al momento di pagare i due, la Melato - pensando di imbrogliarli in quanto non vedenti - rifila loro banconote fatte con la carta di giornale. Loro scappano con la borsa e i soldi di lei per finire sotto un treno, cane compreso. L'episodio si apre con la Melato ormai vecchia che muore accanto alla loro tomba. Quindi i due Gemelli sono liberi di partire verso la "vera morte".



Mortacci si conclude con una scena corale in cui i vivi e i morti si guardano, separati dal cancello dell'entrata del cimitero. I morti gettano dei fiori ai vivi - i visitatori - , perché i veri mortacci sono loro, dato che badano a cose che nell'aldilà non hanno più nessuna importanza.
La filosofia del film di Citti sta fra il Totò della Livella (Nuje simme serie: appartenimmo a' morte!) e il Tim Burton di Beetlejuice : i morti vivono, sanno cose che gli altri non sanno e non se la prendono più di tanto - a parte Scopone che non si capacita di avere avuto una dipartita così tragica - morire facendosela sotto -. Lo stesso casting così assurdo - ma sempre meno di quelli di parecchie coproduzioni - è la rappresentazione della casualità della morte come della vita: più di tanto non si può scegliere. E all' "ospite" cinese che si lamenta perché ogni volta viene rubato qualcosa dalla sua tomba (Moltacci vostli!) , Gassman / necroforo / demiurgo non può che rispondere: No: mortacci nostri!

4 commenti:

Eu ha detto...

Non l'ho mai visto mannaggia! Mi piace come hai modificato il tuo blog!

Tamcra ha detto...

@Eu: Grazie, il restyling del blog era da tempo in cantiere, ed è costato non poca fatica, è anche per questo che non ho più postato niente per quasi un mese(il titolo è la rielaborazione dell'immagine di un vecchio negozio di New York),qui c'è
l'originale

dona ha detto...

Il film che hai descritto esprime una visione così dissacrante che viene voglia di condividerla... :)
Molto bello anche il restyling: un header così non ce l'ha nessuno.
E infine tieni d'occhio il terrazzo: altra pioggia in arrivo sulla capitale.

Tamcra ha detto...

@Dona: grazie per il tuo giudizio, (terrò a bada i chiusini!)