Ti prego, ti prego, ti prego, fammi avere ciò che desidero (almeno a Natale)

Possiamo fidarci di questo bambino?


Da qualche giorno è iniziato il periodo dell'Avvento, o  le quattro settimane che precedono il Natale. In questo periodo si nota una recrudescenza degli spot a carattere natalizio; mentre però in Italia ci si accontenta delle solite rappresentazioni con il coro dei bambini che canta E'NataleèNatalesipuòfaredipiùùùù e i genitori in platea che gongolano, in Gran Bretagna la pubblicità natalizia è una cosa seria. Le catene dei supermercati fanno a gara con campagne che definiscano la loro identità e target anche durante le feste comandate. Le profumerie-farmacie Boots hanno fatto di un pubblico femminile e assertivo la loro bandiera, e in questo spot riprendono tutti gli stilemi del film d'azione per ribadire il concetto che quando il Natale si fa duro, le dure iniziano a preparare i regali:




I grandi magazzini Marks and Spencer invece schierano i finalisti dell' X Factor inglese per cantare in coro in stile Do They Know It's Christmas? la disneyana When You Wish Upon a Star  :






Da notare l'inquadratura finale sull'interprete con la pelle più scura, nel segno dell'armonia interrazziale. 

Ed ora, la bomba finale.



La catena di abbigliamento, arredamento e articoli per la casa John Lewis ha un pubblico di riferimento di fascia più "alta" rispetto a M&S, quindi l'immaginario che propugna è quello riferito alla middle class: una bella casa a due piani nei sobborghi, una famiglia bianca, un bambino con la sorellina più piccola, il padre che legge il giornale...
Solo che tutto l'insieme è presentato in modo inquietante; i primi piani del bambino che non vede l'ora che finisca il tempo che lo separa dal giorno di Natale suggeriscono attese ben più cupe. La grande attenzione verso i dettagli in ogni singola inquadratura ci porta a pensare a un mondo claustrofobico creato dal bambino stesso per sfuggire a chissà cosa. Lo spot comincia con il totale sulla casa semi-detached (ossia con un muro divisorio che la separa dall'altra casa) sotto la livida luce dell'alba. Brutto segno.



La scena seguente, con il bambino che gioca nervosamente con una pallina da solo (ripresa in campo lungo) e il rumore della pallina nel silenzio, è degna di Shining.


Il trascorrere dei giorni che separano il piccolo dal Natale è reso sia con un montaggio veloce (la classica sequenza che mostra un soggetto fermo e il paesaggio che cambia intorno a lui, dal giorno alla notte, dalla pioggia alla neve) sia dai tentativi ingenui che fa il bambino di accelerare il tempo puntando una bacchetta contro un orologio a muro - e qui ci sono echi di Harold e Maude - , dall'atmosfera surreale al volto del piccolo attore in primo piano, non "carino" in modo codificato.





Lo spot si carica di tensione mentre gli altri familiari interagiscono preoccupati - la sorellina piccola - o meno - il padre, che legge il giornale e lo calma con un colpetto della mano al ginocchio, come si farebbe con un cane - 



Durante lo spot naturalmente non si può fare a meno di ammirare l'arredamento dal solido stile borghese e rassicurante, senza coatterie chav , di John Lewis. Ed è proprio questa cornice, che dovrebbe essere lo scopo per cui lo spot è stato girato, a fare volutamente da elemento perturbante all'intero filmato.
Finalmente Natale ariva, e il bambino salta giù dal letto, non guarda neppure i tanti regali ai piedi del suo lettino, corre verso l'armadio (notare che è la prima sequenza in cui si muove), prende un pacco enorme ed entra nella camera dei genitori ancora semiaddormentati. Il suo primo piano, finalmente sorridente, fa da sfondo allo slogan For gifts you can't wait to give ( Per regali che non vedi l'ora di fare). 


Questo spot non avrebbe sciolto in lacrime il Regno Unito se non avessero aggiunto alla narrazione la cover della ballata degli Smiths Please Please Please Let Me Get What I Want  . Questa canzone (ispirata a The Answer to Everything di Burt Bacharach) in verità non parla tanto del Natale, quanto del desiderio di un uomo di uscire dalla propria grigia esistenza ed avere una vita migliore)

Good time for a change
See, the luck I've had
Could make a good man bad

So please, please, please
Let me, let me, let me
Get what I want
This time

Haven't had a dream in a long time
See, the life I've had
could make a good man bad

So, for once in my life
Let me get what I want
Lord know it would be the first time
Lord know it would be the first time

In verità una  bramosia dissimulata serpeggia per tutto il brano, accentuata proprio dalla voce lamentosa di Morrissey, dalla brevità della composizione e dall'arrangiamento con la coda con il mandolino sul finale. La cover utilizzata per lo spot John Lewis è cantata da una donna, Amelia Warner (Slow Moving Millie) e l'arrangiamento è per piano e voce; alcuni hanno visto un "tradimento" della versione originale (e anche un "tradimento" di Morrissey e Marr che avrebbero permesso l'utilizzo di una delle loro canzoni più famose per una bieca pubblicità); in realtà Let Me Get in versione femminile è più appropriata per uno spot che si riferisce a un bambino e al Natale. Oltretutto, e questo lo ricordano in pochi, lo stesso brano, stavolta originale, fu adoperato anni fa per commentare il desiderio di una...birra. Per non parlare di tutti i film in cui ha fatto capolino, come (500) giorni insieme (2009). Quindi gli Smiths sono riusciti, nel lontano 1984, a creare una canzone sulla cosa più sfuggente dell'universo: il desiderio. Ed è per questo che Please Please Please Let Me Get What I Want si adatta così bene sia alle storie d'amore che alle cose da vendere. 



Qui sotto, un video sulla realizzazione dello spot John Lewis The Long Wait (La lunga attesa).
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