Guardando le foto dei funerali londinesi dell'impresario-musicista-creatore di moda Malcolm McLaren (molto particolari, con tanto di feretro trainato da cavalli su cui fa bella mostra di sè la scritta "Too Fast To Live, Too Young To Die" - Troppo veloce per vivere, troppo giovane per morire -) viene in mente quanto quest'uomo abbia influenzato indirettamente le nostre vite. Non è stato un inventore sensu stricto , piuttosto un divulgatore delle idee culturali che si stavano formando alla fine degli anni '70 e inizio degli '80 del 20° secolo.
McLaren fu uno dei primi a capire che il concetto di "talento artistico" si stava definitivamente perdendo, che l'artista non doveva tanto offrire i suoi doni al pubblico che lo stava a sentire quanto spiazzarlo e provocarlo. Questo concetto, già caro ai Situazionisti e al Teatro della Crudeltà di Artaud viene volgarizzato nell'estetica punk e nelle contaminazioni Hip Hop, elettronica ed opera che McLaren farà negli anni seguenti. Quella del punk è una "truffa": un gruppo di ragazzi che "non" sanno suonare o cantare, ma che servono da detonatore per liberare le energie che stavano esplodendo nella società inglese all'epoca (non dimentichiamo che c'era una grave crisi economica, dovuta a sua volta alla crisi petrolifera del '73, che portò all'ascesa dei Conservatori e all'elezione di Margaret Thatcher nel 1979). Il film La grande truffa del Rock 'n Roll (The Great Rock 'n Roll Swindle, regia di Julien Temple, 1980) doveva essere il Tutti per uno dell'era punk: un finto documentario in cui Malcolm Mc Laren in dieci lezioni spiega al popolo come si attua una truffa ai danni delle case discografiche e del pubblico stesso. Visto oggi il film appare un po' datato nella sua "provocante provocazione", per dirla come l'imbonitrice del Luna Park di un vecchio film inglese, Sapore di Miele (3:54) : c'è la scena della passeggiata per le strade di Parigi di Sid Vicious, con tanto di torta spiaccicata sulla faccia di una signorina, che commenta estasiata: "Sid Vicioùs, quel homme merveilleux! ". La cosa strana è che oggi non risalta tanto la "cattiveria" anarchica di Sid, quanto il fatto che all'epoca fossero tutti magri come sfilatini nei loro jeans attillati e strappati:
Se The Great Rock n' Roll Swindle fosse stato girato ai giorni nostri, avremmo visto un Sid Vicious ciccione - il grasso è il punk odierno - mangiare cibo spazzatura ed ipercalorico e vomitare insalate salutiste (il cibo dell'establishment). Comunque, l'unica scena che rimarrà nella memoria collettiva sarà il My Way sinatresco con sparatoria finale sul pubblico plaudente (cover citata anche da Martin Scorsese in Goodfellas - Quei bravi ragazzi - 5:12)
In Italia la cultura punk è passata più che altro come moda - del mondo punk londinese parlò la trasmissione "Tg2 Odeon - tutto quanto fa spettacolo" nel 1978. A seguito di quella trasmissione Luigi Comencini nell'inchiesta televisiva L'amore in Italia fece una puntata dal titolo "Punk - I figli di Odeon":
Un alto risultato del passaggio del punk dalle nostre parti (oltre alla mise della primissima Anna Oxa quando cantava Un'emozione da poco a Sanremo sempre nel 1978) è stato il 45 giri del cantautore pugliese Toni Santagata dal significativo titolo I Love The Punk. Il pezzo, con una facciata B che proponeva la cover mistradotta in pugliese (Ahi,lavete punk!) presenta un testo che non sarebbe dispiaciuto agli stessi Sex Pistols:
Tagliami un dito / spezzami un braccio / spegnimi pure la cicca accesa / qui sulla faccia / Picchiami forte / in discoteca / rompimi i denti mentre balliamo / chi se ne frega...
Perchééé, perchééé, perchééé ?
I love the punk, I love the punk, I love the punk / Io me deverto, nun fatigo, e nun sò stang / Qualche volta mi rivolto dentr'al fang / perché son punk, o yes all right, forever punk!
'Io sono punk, io sono punk, io sono punk '/ tu te devierti mentr'io fatico e jetto sang / dic'a pparole che tu non sei mai stang / ma poi n'amore tu mi mandi sempre 'n bianc!
Ora non so se le conversazioni fra Sid Vicious e Nancy Spungen fossero di questo tipo (da cui la tragedia messa in scena nel fim Sid e Nancy del 1986), però bisogna ammettere che la carica punk di Santagata è notevole, specie quando afferma sconsolato in un altro punto del pezzo "Io sono un punko isolato, non un punko di gruppo. e se la mondezza non me la butto addosso io, ma chi vuoi che me la butt'addosso a me?". Ecco, in Italia è mancato qualcuno che buttasse la mondezza addosso ai punk in modo istituzionale, e soprattutto un Malcolm McLaren che la riciclasse.
Aggiornamenti
La vera storia di My Way , in un articolo del Corriere della Sera .
0 commenti:
Posta un commento