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Inno di Natale 2011

"... E vvatte a cuccà!!!"


Dal mitico Renato Carosone e il suo complesso (Peter Van Wood alla chitarra elettrica e Gegè Di Giacomo alla batteria) l'unico canto di Natale possibile di questi tempi:




Mò Véne Natale

Mò véne Natale
Nun tengo dinare
Me lieggo 'o ggiurnale
E mme vaco a cuccà

Mamma, mamma
E ddamme 'na mano
'ccà doppodimane
fernesce 'a semmana
nun saccio cche ffà
(nun saccio cche ffà)



Mò véne Natale

Nun tengo dinare
Me lieggo 'o ggiurnale
E mme vaco a cuccà
(E vvatte a cuccà)



E ora, una traduzione per gli anglofoni (ne hanno bisogno anche loro):


Now Christmas Is Coming (English Translation)

Now Christmas is coming
Don't have any money
I'm gonna read something
Then I'm goin' to sleep

Mama mama
Oh please won't you help me
It's gonna be Saturday
Right after tomorrow
What I'm gonna do

Now Christmas is coming

Don't have any money
I'm gonna read something
Then I'm goin' to sleep
(So what? Go to sleep!)

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La musica è finita

8 traditori e un mistero

Ecco
La Camera è finita
Gli eletti se ne vanno
persino la Carlucci
Sto nei Casini !
Ho aspettato tanto in Parlamento
Ma non è servito a niente

Niente.
Nemmeno una parola
E pure Straquadanio
S'è chiuso nel furgone
E non parla
Nascondendo il suo disappunto, inseguito dalla folla.

Cosa non darei
Per sapere il nome
Di quegli otto che
Mi hanno consegnato
Alle mie dimissioni
E a salire sul Colle.

Ecco
La musica è finita
Malgeri ha ritardato
M'hanno rimasto solo
'Sti cornuti
Un ventennio è lungo da finire
Se la maggioranza non c'è più
Non buttate via così tutto quello che ho distrutto
Fin qui



Ornella Vanoni canta La musica è finita (musica di Umberto Bindi, parole di Franco Califano) in Partitissima nel 1972

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Bambini grassi e riots britannici



Fat children can take your life... Jarvis contro i letali Bambini Ciccioni!

I recenti accadimenti in alcune zone periferiche di Londra (estese poi in altre città come Birmingham o Manchester) hanno dato la stura ad innumerevoli commenti sulle cause di una simile mattanza. I rioters (che non è esattamente "rivoltosi", piutttosto "gente che fa casino") sono stati definiti dal premier Cameron dei perfetti scums, feccia del Regno Unito, mentre una recente inchiesta del Guardian fatta consultando i dati dei tribunali - dove i rioters vengono processati e giudicati a getto continuo - definisce il rioter medio come giovane, povero e disoccupato. Altri elementi di confusione provengono dal fatto che apparentemente queste persone non avrebbero alcuna ideologia alle spalle: hanno appiccato il fuoco ad interi isolati per poi rubare soltanto articoli elettronici, borse e scarpe sportive firmate e smartphone di ultia generazione. Allora, si chiedono centinaia di commentatori, se sono tanto poveri perché saccheggiano il superfluo? Mentre David Cameron minaccia di far controllare tutti i social network per impedire nuovi riots (e allo stesso tempo di tagliare i fondi alla polizia), arrivano sul Web gli editoriali dei giornalisti italiani che illustrano le difficoltà di crescere in un ambiente urbano privo di prospettive; a questi articoli si contrappongono le testimonianze in gran parte scandalizzate degli italiani che vivono in Inghilterra, i quali ribadiscono che gli indigeni poveri si beccano in realtà un sacco di benefits o sovvenzioni statali; che loro, mentre facevano i lavori più umili in terra d'Albione, non hanno mai visto un collega inglese che fosse uno; e che, soprattutto, tante donne inglesi sono grasse e brutte e fanno un sacco di figli con uomini diversi per avere diritto alle case popolari.
Ricordando che ci sono state quattro vittime nel corso degli scontri, il tema delle rivolte urbane in Gran Bretagna non è nuovo nel campo della rappresentazione, e spesso è stato argomento di sequenze cinematografiche epiche ed anche musicali. Qui alcune fra le pellicole più celebri:

Absolute Beginners (Julien Temple, 1986) - disordini a sfondo razziale ed edlizio a Notting Hill , Londra, nel 1958):


Quadrophenia (Franc Roddam,1979) - Scontri fra Mods e Rockers a Brighton e dintorni nel 1964:



Sammy & Rosie vanno a letto (Stephen Frears, 1987) - Rivolta a sfondo razziale di Broadwater Farm, Tottenham, Londra, 1985 (Attenzione! Sequenze a discreto contenuto erotico-interetnico)


Billy Elliot (Stephen Daldry, 2000) - Sciopero dei minatori inglesi nel 1984-1985:



Una testimonianza curiosa è data dalla prima regia di Alberto Sordi, Fumo di Londra, del 1966. L'antiquario anglofilo perugino Dante Fontana, in trasferta a Londra, si trova ad assistere terrorizzato ad una vera e propria battaglia fra bande, fra gli indigeni anziani indifferenti ( Noi abbiamo fatto di molto peggio. La guerra.)





Cosa c'entrano i bambini grassi?

Era stata designata London Calling dei Clash come sigla delle prossime Olimpiadi di Londra nel 2012. Mai brano portò così tanta scarogna, anche perchè nel testo si parlava di zombies of death e di conseguenze fatali per errori nucleari (nuclear errors). In seguito sono stati fatti degli elenchi di canzoni adatte al clima rovente di questi giorni, da Guns of Brixton sempre dei Clash a Ghost Town degli Specials . Non è stata però mai citata una canzone che a mio avviso coglie l'atmosfera di quello che potrebbe avvenire prima di una rivolta.
Si tratta di Fat Children , tratta dal primo album solista di Jarvis Cocker (Jarvis, 2006). Fin dai primi tre versi veniamo catapultati in uno scenario inquietante:

Last night  I had a little altercation
They wobbled menacingly
Beneath the yellow street light it became a situation

Un signore passeggia per stada da solo la notte, ed ha una breve discussione (usa altercation, non fight , e questo già lo denota come appartenente ad una classe sociale superiore). Poi entrano questi esseri che vengono identificati dal modo di muoversi: non si muovono, ma ondeggiano in modo minaccioso intorno alla preda sotto un lampione dalla luce gialla. Non sono recepiti come "normali", e per giunta

They wanted my brand-new phone with all the pictures of the kids and the wife
A struggle ensued

Gli esseri vogliono il telefonino del protagonista: è l'ultimo modello, ed ha dentro le foto di famiglia. Qui abbiamo il primo appunto ambiguo del testo:  il cellulare. Feticcio consumistico evidentemente bramato da entrambi, dato che il primo non lo molla, i secondi lo vogliono ed alla fine si svela l'arcano,  - un po' come nella scena finale di Full Metal Jacket quando i soldati americani scoprono che lo spietato cecchino vietcong era una bambina -

Fat children took my life

Dei bambini ciccioni mi hanno strappato la vita. E qui non si sa se c'è più stupore per l'aggressione mortale o per la stazza dei fanciulli. Come, i teppisti normalmente sono asciutti ed atletici e proprio 'sti tripponi underclass mi dovevano far fuori? Il dramma s'intreccia alla farsa ed anche alla critica sociale, perché le classi sociali più svantaggiate lo sono anche nel peso. Alcuni passanti prendono  l'uomo aggredito e lo conducono alla stazione:

Well, some passers-by took me to the station

Dato che la polizia

Was elsewhere,
Putting bullets in some guy's head for no particular reason

Era impegnata a sparare alla testa di qualcuno per nessun motivo in particolare (riferimento all'elettricista brasiliano ucciso per errore in metropolitana dalla polizia subito dopo gli attentati a Londra nel 2005 perché ritenuto "un possibile terrorista") .  
Il racconto prosegue e ci porta in una dimensione degna di una ghost story dickensiana:

So I died in the back of the cab
But I'll be back to haunt them
This thing does not end here
My spirit walks the streets of Tottenham

Sono morto, ma non finisce qui, il mio spirito vi perseguiterà per le strade di Tottenham (proprio il quartiere degli scontri di questo mese). A questo punto urge una morale, e qui le cose si fanno più ambigue: di chi è  la colpa (quesito su cui si stanno arrovellando nel Regno Unito ormai da quasi un mese) ?

Oh, parents are the problem
Giving birth to maggots without the sense to become flies

La colpa è dei genitori, che fanno nascere larve che non riusciranno neanche a diventare delle mosche decenti! La società civile è ormai scavalcata a piè pari, e fra passanti uccisi che considerano i cellulari più importanti della loro vita e teppisti sovrappeso che zombeggiano al chiarore giallo di un lampione londinese, l'unico consiglio (ironico e postumo) da dare è :

So pander to your pampered little princess
Of such enormous size

Continuate a viziare la vostra piccola principess...ona.

Si è avuta notizia di mamme che, per non far abboffare i loro bambini di merendine, li terrorizzano minacciando di chiamare Jarvis.

Nella mia versione ho dovuto cambiare il verso più significativo, quel took my life che più che a un assassinio fa pensare ad un annientamento molecolare da parte di forze aliene tipo film di fantascienza anni '50. Rifacendomi alla famosa canzone di Nancy Sinatra Bang Bang (My Baby Shot Me Down) , il refrain è diventato :

Bambini grassi bang  


Che rimanda anche all'estetica un po' pop e garage del pezzo (E poi Jarvis scrisse Don't Let Him Waste Your Time per Nancy Sinatra). 



Ecco il testo:

BAMBINI GRASSI


La notte scorsa ho avuto un piccolo diverbio
Tremolavano minacciosi
Alla luce gialla del lampione divenne un inferno
Il mio cellulare nuovo con le foto di tutta una vita
I bambini grassi per quello mi strapparono la mia, di vita


Bambini grassi bang
Bambini grassi bang
Bambini grassi bang


Arrivò un passante e mi trasportò alla stazione
La polizia era altrove
A sparare in testa a qualcuno per qualche ragione
Sono morto poi nel retro del taxi
Ma tranquilli ritorno
Che non finisce mica qui
Il mio spirito vi bracca per le strade di Londra


Bambini grassi bang
Bambini grassi bang
Bambini grassi bang


Oh, la colpa è di quelli
Che fanno nascere larve che mosche non saranno mai
Viziate ancor di più la vostra cocca
Di cento chili e più



Una registrazione di Fat Children dall'unico concerto che Cocker tenne in Italia, a Milano nel 2007 (completa di frutta.)

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Lombalgia canaglia

L'inizio della fine


Quando ti alzi dal letto la mattina e senti che il tuo fianco destro appare come quello di San Sebastiano per le fitte che partono dalla zona lombosacrale e arrivano a lambire gli arti inferiori, allora la diagnosi è spietata: o siete stati colpiti nel sonno da indiani con le frecce, o la lombalgia ha ghermito le vostre fasce muscolari. Questo è quel genere di dolore che si sviluppa dopo un certo numero di anni, il famoso "doloretto" che segna lo spartiacque fra la giovinezza e la maturità di una persona. Non si conoscono, ad esempio, casi di rockstar con lombalgia - però guarda caso se hanno superato i 27 anni di età dopo avere fatto gli scongiuri affittano personal trainer e si mettono a installare palestre dentro casa.
Ecco, dopo dieci giorni presi a prendere antifiammatori, il mio modesto contributo ad un male che non può essere usato come scusa elegante (Stanotte no, ho mal di testa) o come pretesto per non lavorare (a quello si prestano più volentieri virus e decesso) :




LOMBALGIA CANAGLIA

ma che cos’è
quel gran dolore
che mi assale
che cos'e'
è qui con me
e questa assurda
fitta al fianco ma perché
ma che cos'e'

ma che cos’è
se fanno aerobica
alla tele in libertà
e che per me
invece c’è
qualcosa al nervo
che non va
che non va

lombalgia
lombalgia canaglia
che ti prende
proprio quando
non vuoi
ti ritrovi
accartocciata
in vestaglia
è un incendio
che non spegni mai
lombalgia
lombalgia canaglia
se per strada
da un amico
o in un bar
sei alle prese
con la fitta
che taglia
se ti giri
poi rimani là

chissà perché
ti muovi a scatti
circospetta
un po’ di più
sempre di più
vai in farmacia
e perdi un po’
dei soldi tuoi
perché lo sai
l’antinfiammante
dura solo
la metà
sì tu lo sai
la staffilata
all’improvviso
tornerà
tornerà

lombalgia
lombalgia canaglia
che ti prende
proprio quando
non vuoi
ti ritrovi
accartocciata
in vestaglia
è un incendio
che non spegni mai
lombalgia
lombalgia canaglia

se per strada
da un amico
o in un bar
sei alle prese
con la fitta
che taglia
se ti giri
poi rimani là

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"Not cool, man! Scary, but not cool!"


" A South-American idol...."

In questi giorni pieni di idoli francesi e italiani a un passo dalla polvere, giova ricordare che è in circolazione nelle sale cinematografiche e in Rete il più bel pezzo mai scritto da un po' di tempo sull'ascesa e caduta di un essere vivente. Si trova nel film Rio 3D (Carlos Saldanha, 2011), e parla di un pappagallo.
Di un Cacatua dal ciuffo giallo (cacatua sulphurea), per l'esattezza. In Rio il ruolo del villain è ricoperto sì, da Marcelo il bracconiere di uccelli selvatici insieme ai due aiutanti stupidi - eredità de La carica dei 101 (Walt Disney, 1961) (Orazio e Gaspare) ; è però il perfido pennuto a rubare la scena. Lui adora essere cattivo, e la ragione è che un tempo era stato un divo della televisione e del cinema. Inizia a parlare così:

Oh, I know I'm not a pretty birdie... But I used to be quite a looker...The STAR! Lights. Cameras. Action!

Da notare la scena in cui si svolge il "numero": una vera e propria coreografia e scenografia alla Bob Fosse, dove pochi elementi illuminati che sbucano da un buio teatrale commentano le parole della canzone. Ad esempio, nel numero Cell Block Tango (nella versione italiana Il tango delle assassine) tratto dal musical Chicago , in cui sei donne che hanno ucciso i propri uomini raccontano la loro storia, le sbarre che si rincorrono ossessive ricordano le gabbie in cui stanno rinchiusi gli uccelli di Rio pronti per essere portati via:









Ma torniamo a Nigel. Lui inizia a cantare sentendosi naturalmente parte di un palcoscenico, ed è infatti - in un film tutto incentrato sui rapporti fra Natura e Cultura - un uccello praticamente rovinato dall'essere considerato umano.

I had it all: the TV shows,
and women too
I was tall...
Over one foot two!


Nella versione italiana diventa più pudicamente

ma ero al top, alla tivù,
con mille fan
volavo alto
ero proprio al clou!

Ma il destino cinico e baro gli mette in mezzo alle zampe

a pretty parakeet to fill my shoes
that's why I'm so evil, but I do what I do!


Questa dichiarazione di malvagità consapevole ha il suo capostipite nel discorso di Satana del Paradiso perduto di John Milton:

Farewel happy Fields
Where Joy for ever dwells: Hail horrours, hail [ 250 ]
Infernal world, and thou profoundest Hell
Receive thy new Possessor: One who brings
A mind not to be chang'd by Place or Time.
The mind is its own place, and in it self
Can make a Heav'n of Hell, a Hell of Heav'n. [ 255 ]
What matter where, if I be still the same,
And what I should be, all but less then he
Whom Thunder hath made greater? Here at least
We shall be free; th' Almighty hath not built
Here for his envy, will not drive us hence: [ 260 ]
Here we may reign secure, and in my choyce
To reign is worth ambition though in Hell:
Better to reign in Hell, then serve in Heav'n.

Addio, campi felici,
dove la gioia regna eternamente! E a voi salute, orrori,
mondo infernale; e tu, profondissimo inferno, ricevi
il nuovo possidente: uno che tempi o luoghi
mai potranno mutare sua mente. La mente è il proprio luogo
e può in se fare un cielo dell’inferno, un inferno del cielo
Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro
dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto
a lui che il tuono ha reso il più potente? Qui almeno
saremo liberi; poiché l'Altissimo non ha edificato
questo luogo per poi dovercelo anche invidiare,
non ne saremo cacciati: vi regneremo sicuri, e a mio giudizio
regnare è una degna ambizione, anche sopra l'inferno:
meglio regnare all’inferno che servire in cielo.

In italiano però il proclama di Nigel diventa un

Mi girano le penne
ma non è un complimento


che sembra più una reazione stizzita ad un cambio di orario lavorativo. Nigel invece viene bruscamente licenziato dalla sua vita "umana". Lo sostituisce alla TV un grazioso parrocchetto locale (notare che lui, essendo un cacatoa, quindi proveniente dall'emisfero australe, è il classico "straniero cattivo" che si trova anche in tutti i film di 007) La sua ira è così funesta che sogna di vendicarsi e sovvertire tutto l'ordine aviario brasiliano: vuole che tutti gli ottanta milioni di uccelli siano brutti come lo è lui adesso, un Dorian Gray con le penne, con i segni del vizio e del rancore scritti in faccia:





All of you Brazilian birds
All of eighty million birds
I'll tell you what I'm going to do
(Shaddap, now, SHADDAP! Just me.)
I'm going to
make
you
ugly
too.
Sweet nightmares! Uhahahahahaaa!!!

Così Nigel si ritrova a dover odiare i "fratelli di piuma" e addirittura a mangiarseli (è diventato cannibale, si ciba di cosce di pollo!) Si allea così con il bracconiere Marcelo e i suoi due scagnozzi. Assolda - sempre ricattando - una squadra di scimmiette ladre come rete di informatori. In questa scena "persuade" il capo-scimmia, con un metodo degno delle torture che Bugs Bunny infliggeva al suo cacciatore Taddeo:





Nigel è l'altra faccia del rapporto degli uomini con gli animali: se il pappagallo protagonista, Blu, è l'animale casalingo e pieno di buoni sentimenti perché ha avuto una "mamma" umana adottiva che gli ha insegnato quanto poteva (e di questo lui è riconoscente), Nigel è il risultato di come gli uomini possano rovinare gli animali facendo loro assaggiare e poi togliere "il successo", concetto squisitamente umano . Rio è un film su come sia contraddittoria la società umana riguardo agli animali, rendendo questi ultimi un minuto schiavi e il minuto seguente oggetto di cure incessanti per stabilire con loro un contatto. Il povero Nigel, abbandonato dall'umanità e dal successo nel mondo dello spettacolo, soccombe all'invidia e alla cattiveria.

Like an abandoned school, I've got no principles!

Gioco di parole intraducibile fra principle (principio) e principal (preside di scuola).



Fra Baby Jane e Crudelia Demon (la risata folle), il nostro cacatoa detronizzato è uno dei "cattivi" disneyani più efficaci non usciti dalla Disney (del resto tutto Rio è un omaggio alla Disney.)La voce originale è quella di
Jemaine Clement dei Flight of the Conchords ,

che dà un timbro fra il sinistro e il sexy ( The STAAAHHH...) al pennuto vendicatore.

Nella versione italiana è quella di Mario Biondi , che non sfigura a confronto anche se nonostante gli sforzi non ha i livelli di "cattiveria" di Jemaine. Anzi, in alcuni momenti - ma questo temo sia colpa della direzione del doppiaggio - ha delle scivolate "effeminate" ( e che TALENETO! ) che non c'entrano niente col personaggio originale (I had it all, the TV shows, and WOMEN too!). Inoltre Nigel diventa Miguel, rendendo incomprensibile il fatto che ce l'abbia proprio con gli uccelli brasiliani.

A voi pennuti brasiliani
Ottanta milioni e più
Dirò che cosa vi farò poi
Vi renderò
tutti (
Ora basta. SILENZIO!)
Renderò
brutti
anche
voi!
Incubi d'oro! Uhahahahahaaa!!!








Tutto questo, per dirla con Blu, è not cool.

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Egokid: Girls&Boys revisited

La copertina del singolo Girls&Boys dei Blur, ricavata dall'illustrazione di una scatola di profilattici.


E' molto difficile tradurre una canzone, infatti il più delle volte o si lascia (il pezzo resta così com'è), o si raddoppia (il pezzo ha un testo nuovo che non ci azzecca nulla con quello originale). Sono stati fatti deglii sforzi paurosi con alcune canzoni cosiddette "d'autore" - anche perché :1) gli autori originali o chi per loro vigilavano e poco avrebbero gradito eventuali sconciamenti dei loro testi, 2) il pubblico delle suddette canzoni, essendo queste d'autore, si sarebbe accorto subito del tradimento.


E' molto difficile tradurre una canzone dei Blur.


Girls&Boys , tratta dal loro terzo album Parklife del 1994,
è il ritratto della gioventù britannica common in trasferta vacanziera sulle coste del Mediterraneo; un ritratto ben poco lusinghiero, dato che si parla di un gregge umano (herd) che transuma in Grecia, ha tanti pensieri quante sono le dita di una mano (count your thoughts on 1 2 3 4 5 fingers) e soprattutto si dà a rapporti promiscui "chi c'è c'è" (il famoso refrain girls who are boys / who like boys to be girls / who do boys like they're girls / who do girls like they're boys ) . Tutto il testo è sottilmente ambiguo, come si nota già nei primi due versi:


Street's like a jungle

So call the police


Fuori è una giungla

Chiamate la polizia, allora


Può essere una constatazione oppure un richiamo ironico ai cosiddetti benpensanti (signora mia per strada non si circola più) . L'amore nei '90 è una cosa da paranoia


Love in the '90's

Is paranoid


per cui bisogna stare attenti una volta al mare:


On sunny beaches

Take your chances looking for


E' un consiglio serio oppure l'istantanea di un modo di pensare di quegli anni ( timore dei nasty blisters, o Herpes simplex) ? Amore e disgusto s'inseguono vorticosamente per tutta la canzone, dopo i blisters arriva una frase da manuale di conversazione per rimorchio (sezione tedesca):


Du bist sehr schoen

Come sei carino/a


Seguita da un classico


But we haven't been introduced

Ma non ci hanno ancora presentati


E ricomincia la giostra girls who are boys / who like boys to be... , esaltata da un suono discordante e ansimante, simile appunto a quello di una giostra indifferente a tutto.

Insomma, Girls&Boys combina l'allegria disperata di un Tutti ar mare in salsa britannica con la spietatezza di chi sa che la vacanza è finita da un pezzo.

I Pet Shop Boys ne fecero un travolgente remix nel '94, con tanto di girls! boys! di incitamento:





Passano gli anni, e nel 2011 il gruppo degli Egokid riprende per il suo ultimo album (il secondo in italiano, - gli altri tre invece sono in inglese - ) proprio l'inno vacanziero dei Blur. Molto sagacemente però, invece di optare per una semplice cover - è un po' difficile trasferire in un contesto italiano, dove fin da Alessandria si sente il mare, il senso di spaesamento e insieme di rilassatezza di costumi che hanno tanti inglesi quando tutti insieme svernano in climi più caldi - , gli Egokid hanno deciso per un upgrade del testo.

La traduzione è fedelissima alla struttura del testo di partenza, e rispetta anche gli stress originali a costo di spostare gli accenti sulle parole italiane (una tecnica molto usata da Maurizio Bianconi dei Baustelle):


La strada è una giungla

Dov'è la polizia

Quest' èstate andremo

In Turchia


(Non in Grecia)


Per le vacanze



Anni 2000

L'amore è paranoia

In spiaggia al sole


(Qui comincia a differire il testo)

Con gli eroi


La mia occasione


Ràgazze ballo

Con ràgazzi che

Sono ràgazze dentro

Ragazzi, non so

Come fare per farmi amare da te?



Da girls who are boys who like boys to be girls, che indica una situazione collettiva in cui è il gruppo - come un immensa ameba sessuata che la fa da padrona sulle spiagge assolate - si passa a un individuo che fraternizza con altri individui, i quali nascondono diverse identità sessuali dentro di loro come bambole matrioska. Dall'estasi collettiva da volo charter al viaggio personalizzato in cerca di nuovi orizzonti; non a caso la frase di chiusura del refrain nei Blur era :


Always should be someone you really love

Sempre ci dovrebbe essere qualcuno da amare veramente


che funziona sia da conclusione alla frenetica attività dei britannici in vacanza, sia come critica alla succitata attività, laddove invece


come fare per farmi amare da te?


suona come un prego vuol ballare con me? detto ad UNO fra la moltitudine di altri vacanzieri. Anche il giro di basso a questo punto cambia leggermente e non si ripete più in modo ossessivo, facendo saltare in parte l'impianto originario del pezzo che basava la sua disperazione sulla ripetizione.


Kevin Godley, il regista del video di Girls&Boys, disse a suo tempo che questo video era come la pagina 3 di un tabloid inglese (Page 3 rubbish) - la pagina 3 è quella con le donne nude - . In effetti l'effetto è volutamente grezzo, con la band che performa sullo sfondo di un documentario di gente in un villaggio vacanze con tanto di animatori a bordo piscina. L'atteggiamento di Damon Albarn e soci è distaccato e didascalico allo stesso tempo, (a 1:46 nel citare i nasty blisters Damon s'infila un dito in bocca) :





in realtà i primi ventisei secondi del video (corrispondenti all'introduzione della canzone) sono ispirati direttamente alla "cura Ludovico" di Arancia Meccanica (Stanley Kubrick, 1971): immagini di vacanze coatte e da coatti come cura contro il conformismo.








Gli Egokid partono da una premessa differente: la vacanza come rivelazione del nostro io più autentico. L'amore negli anni 2000 è paranoia, ma si può cogliere l'occasione andando in spiaggia "con gli eroi" ( alla tuta marca Fila di Damon Albarn oppongono maxigonne nere con camicie da smoking, a metà strada fra un derviscio e un cabarettista anni '30 en travesti ):






Forse gli Oasis avrebbero trovato gli Egokid più simpatici dei Blur...



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Il suicidio indolore




Temo la pace più di ogni altra cosa...


La morte di Mario Monicelli echeggia altre morti "misteriose" come quella dello scrittore Franco Lucentini o anni addietro di Primo Levi. Il suicidio è già una cosa che i superstiti, quelli che rimangono a guardare dall'altra parte del davanzale o in cima alla tromba delle scale "non si sanno spiegare". Tutti si scervellano e cercano indietro nel tempo "il punto in cui", la svolta che avrebbe innescato decenni più tardi la bomba del suicidio. Intere genealogie familiari vengono scartabellate e sconvolte, battaglioni di amici parenti e infermieri vengono interpellati, e ognuno ripete che, sì, era un po' provato/a, ma aveva scherzato e parlato con loro fino alla sera precedente (è sempre la sera precedente). Era in una botte di ferro, aveva ripianato tutti i suoi debiti, che aveva veva una famiglia, aveva chiuso con il suo passato, aveva il futuro davanti a sè...
Immagino sempre la persona distesa sopra il pavimento,o sul selciato, o nella sua stanza con la polizia intorno a fare i rilievi, che sente al'improvviso tutto questo alveare di commenti su di sè, e non so mai se gli/le viene da ridere o se gli/le viene rabbia per non essere stato ascoltato/a prima. In M*A*S*H di Robert Altman (1973) c'è una canzone che ha fatto storia: si chiama Suicide Is Painless e fu composta per il film da Johnny Mandel per la musica e dal figlio di Robert Altman, Mike,di appena 14 anni. La cantano in una celebre scena l'unità di medici chirurghi a un loro collega, il dentista capitano Waldowski detto Painless Pole (doppio senso fra "il polacco indolore" e "il palo anestetico") per meriti di dotazione - Cassiodoro nella versione italiana del film - , che era caduto in depressione dopo una cilecca con un'infermiera (Sarò mica gay ?) e aveva manifestato l'intenzione di suicidarsi. Per fargliela passare, i dottori, disposti come nell' Ultima Cena, inscenano il suicidio di Cassiodoro dandogli una capsula di cianuro che in realtà è un sonnifero e facendogli trovare nella "bara" al suo risveglio l'infermiera "Midnight" . La "cura" funzionerà perfettamente.




Through early morning fog I see / visions of the things to be


Questo è il testo della canzone:

Through early morning fog I see
Visions of the things to be
The pains that are withheld for me
I realize and I can see

That suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

I try to find a way to make
All our little joys relate
Without that ever-present hate
But now I know that it's too late,

and suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

The game of life is hard to play
I'm going to lose it anyway
The losing card I'll someday lay
And this is all I have to say,

that suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

The only way to win is cheat
And lay it down before I'm beat
And to another give a seat
For that's the only painless feat,

'cause suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

The sword of time will pierce our skins
It doesn't hurt when it begins
But as it works its way on in
The pain grows stronger - watch it grin

Suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

A brave man once requested me
To answer questions that are key
Is it to be or not to be?
And I replied, "Oh why ask me?",

'cause suicide is painless
It brings on many changes
And I can take or leave it if I please.

And you can do the same thing if you please.


Questa, invece, la mia versione italiana:


UCCIDERSI E’ INDOLORE


All’alba io intravedo già
Quello che succederà
Le angosce riservate a me
Ora capisco e mi è chiaro che…

(Chorus)

Uccidersi è indolore
E cambia tante cose
Posso restare o andare se mi va.

Cercando un modo di salvar
I nostri bei momenti da
l’odio che dappertutto sta
Ma ormai più niente c’è da far…

(Chorus)

La vita è un gioco duro assai
Comunque vada, perderai
L’ultima carta lascerai
Altro da dire non avrai

(Chorus)

Non resta che imbrogliare tutti
Scopare prima di esser disfatti
E a un altro poi passare gli atti
La cosa più indolore, infatti

(Chorus)

E il tempo col fioretto sventra
Non fa mai male quando entra
Ma quando poi più a fondo va
Ridi al dolor che cresce, ma…

(Chorus)

Ci fu una volta un uomo che
Deciso volle saper da me
“Devo esser io, oppure no?”
Ed io risposi “Lo chiedi a me?”

Uccidersi è indolore
E cambia tante cose
Posso restare o andare se mi va.

Puoi far la stessa cosa se ci stai


Questa riflessione sulla vita ha anche alcuni riferimenti alla guerra, come nel primo verso, dove la early morning fog è in realtà la polvere sollevata dagli elicotteri che all'alba portavano i feriti del fronte al campo medico per essere operati, mentre il brave man è il soldato ferito che chiede shakespearianamente se bisogna essere o non essere (It is to be, or not to be?). La chiave di tutto il testo sta in quel I can take or leave it if I please: il suicidio può essere solo una delle opzioni, la scelta è riservata soltanto a noi. Il fatto poi che questo testo commenti nel film una situazione apparentemente "goliardica" (il finto funerale) non fa che mettere in mostra vita e morte in vivace contrapposizione.
Una famosa versione di Suicide is painless è stata resa da Bill Evans nel 1977:




Se invece le opzioni non fanno per voi, ecco un video che può veramente aiutare a compiere il Grande Passo (senza scherzi).






Attenti a quest'uomo, vi potrebbe comparire in sogno!

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Dovunque vai, ti capiranno

My hovercraft is full of eels...



Uno dei motori base della risata sono le interpretazioni sbagliate di una qualsiasi lingua da parte di chi la deve interpretare. L'oggetto della risata è quello che parla una lingua incomprensibile a chi ascolta. L'ascoltatore, che non capisce una parola, si vendica deridendolo e attribuendo significati surreali a ciò che ha appena ascoltato. Credo che il capostipite di questo filone sia la storiella del viaggiatore francese e della fruttivendola italiana:

Un francese vede della frutta su di una bancarella in talia.
- Comment s'appellent? (Come si chiamano?)
La fruttivendola che non sa il francese per assonanza capisce - Come si pelano? e risponde:
- Con il coltello.
- Comment? (Come?) fa lui di nuovo
Lei questa volta capisce - Con le mani? e risponde:
- Con le mani, coi piedi, come vuole!
- Je ne comprend pas. (Non capisco) fa il francese.
Lei stavolta capisce: - Non le compro, e di rimando:
- Se non vuole comprare, non compri!
Il francese se ne va e la fruttivendola commenta:
Meno male che con i francesi si capisce tutto quello che dicono!

Questa commedia degli equivoci ha generato delle varianti come quella del Dirty Hungarian Phrasebook , uno degli sketch più famosi del Monty Python's Flying Circus. Qui l'immigrato ungherese parla con il tabaccaio inglese sì, in inglese (un po' strano), ma tramite un manuale di conversazione che ha proposte gay-indecenti al posto delle normali frasi per turisti: insomma, la parte del vendicatore la fa il manuale. Questo lo sketch originale:





Questa invece la sua versione italiana:



Lo stesso sketch come appare nel film-antologia E...ora qualcosa di completamente diverso :
La traduzione è più libera, ma più divertente (belo maschione!):


La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la globalizzazione non avevano previsto una nuova serie di equivoci: quella dei video provenienti dai paesi dell'Est. Questi video sono già divertenti di per sè a un occhio occidentale, dato che da una parte contengono dei codici visivi estranei al nostro occhio, dall'altra cercano disperatamente di immettere elementi "occidentali" nelle loro visioni. La famosa (in Russia) cantante Alla Pugacheva è la prima "vittima" in un video con finti sottotitoli in italiano, che si limitano a trascrivere quello che si sente "per assonanza" del testo russo, come faceva la fruttivendola della storiella. Il risultato è irresistibile, fra l'imbecillità dei sottotitoli, gli effetti speciali anni '80 e la cotonatura alla Bonnie Tyler della Pugacheva:



Ma non finisce qui, perchè ai finti sottotitoli russi si sono accodati quelli iraniani, con dei risultati deliranti come questo video (attenzione, le allusioni scatologiche si sprecano!)



O come in questa rumba iraniana, sussurrata da un incrocio fra Franco Battiato e Julio Iglesias che ha sentito Smooth Operator di Sade nell'84, ribattezzata Cinque odori del mio pony :


Le risate sono garantite, anche se politicamente scorrette (una persona russa o iraniana si potrebbe anche offendere per non essere capita a priori). Comunque, anche l'italiano è spesso male interpretato, basta ascoltare Dean Martin nelle parti in italiano di Volare, sembra che lo faccia apposta!

In esclusiva, ecco che cosa ha veramente detto Dean Martin in Volare :

Pezzo ghe u’zogne così no retorne mai più
Mi depenge cò le manelafaccia de blu
Poi d’emproviso denido da vendo rapito
E ‘ncominciavo volare nel gelo ‘nfinito

Volare, oh oh
E gantare oh oh oh oh
Nel blu dipindo di blu
Che digi di stare lassù

E vollavo vollavo fenige
Punnalto dessole concoro piussù
Mentre ‘l moldo piappiano spariva londano lasgiù
Ona miùsiga dolge sonnare soltanto per me

Volare, oh oh oh oh
E gantare oh oh oh oh

Nel blu dipindo debblù
Fenide de stare lassù
Nel blu dipindo di blu

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Qualcosa giù in cantina




Little boxes, on the hillside... (in Via Gradoli in Rome)

La vicenda di Marrazzo a via Gradoli ha scatenato tutti i media su una nuova - non magnifica - ossessione. Dopo la Domanda dell'estate (Cosa fa un settantenne nel lettone di Putin assieme a una signora di nome D'Addario?) è arrivato il Quesito dell'autunno: Cosa fa un governatore di una regione del Centro-Italia assieme a una nerboruta signora di nome Natalì? Naturalmente le testate televisive si sono lanciate con servizi, dibattiti e approfondimenti, da Porta a Porta a Annozero, passando da Matrix. Inoltre i periodici, parlando in generale, hanno molto battuto sul seguente argomento: come può un uomo sposato piantare la moglie per una trans? Questi argomenti si sviluppano tutti in un certo modo: si fa l'identikit dell'utilizzatore finale tipo, si mettono insieme due o tre testimonianze che rivelano la solitudine dei soggetti, poi si aggiungono altre due - tre interviste a trans dove si evince che gli uomini "sono strani", infine si scrive il parere dello/a psicosessuologo/a, che rende ancora più nebuloso il paesaggio. Una cosa però è certa: la colpa, secondo detti periodici, sembra essere delle donne che, nonostante le labbra ialuroniche, gli zigomi tirati su con l'argano, le sedute snervanti di body building e i tacchi a spillo di dodici centimetri proprio non riescono a sembrare del tutto trans (la voce?). E così l'uomo cerca altrove. Come cercava comunque altrove quando le stesse donne erano tutte casa e famiglia, e non si dovevano concedere prima del matrimonio. Come cerca pure altrove quando la donna - sempre secondo la vulgata dei periodici - supera senza rompere l'asse di trasmissione i dieci anni di unione e ha già fatto 40.000 chilometri (le pasticche dei freni sono state cambiate). Da questi studi approfonditi si conclude che:
a) Le donne non sono abbastanza soddisfacenti
b) Anche se lo fossero, gli uomini sono strani
c) Fiorella Mannoia dovrebbe cantare Siamo così / dolcemente complicati

Per l'occasione ho composto la versione italiana di Something For The Weekend, brano tratto dall'album
Casanova (1996)di The Divine Comedy . E' il brano d'apertura di questo indimenticabile concept album, vagamente ispirato a "the writings of the eighteenth century Venetian gambler, eroticist and spy" ("gli scritti del giocatore, libertino e spia veneziana del diciottesimo secolo"). Un dialogo fra uomo e donna con una strana richiesta da parte di lei, che va a stuzzicare le corde più inconfessabili di lui. Lei insiste che c'è something in the woodshed, qualcosa nella legnaia. Lui non vorrebbe andare, le dà della sweet head, testolina vuota, ma lei lo convince promettendogli che dopo avrà i suoi wicked ways con lei (faranno tutte le cosacce che vuole). Finirà che lui andrà, sì, nella legnaia, ma per essere picchiato, legato e derubato di auto e soldi...da lei.


Tutti i termini del testo richiamano a uno scenario middle class : la woodshed dove si nascondono cose e azioni strane richiama una casa con giardino dove dialogano i due protagonisti; nella mia versione è diventata la cantina, dato che il concetto di una legnaia in casa poteva apparire in italiano un po' esotico. Neil Hannon (il signor Divine Comedy) ha utilizzato l'inglese come fosse l'italiano, usando gli stress sulle penultime sillabe di ogni verso (woodshed / breathing / feeling / darling). Questo ha reso più agevole il cambio di ritmo da una lingua all'altra (cantina / respirare / sensazione / caro). La vera difficoltà sta proprio nel titolo, quel Something for the Weekend che viene ripetuto ossessivamente nel finale in crescendo, e che ha un significato volutamente ambiguo (è anche un eufemismo per preservativo). Ho diviso il concetto in due frasi, mantenendo fissa l'idea del "fine settimana" - qualcosa di un po' strano - di diverso / al fine settimana .

QUALCOSA DI UN PO’ STRANO (AL FINE SETTIMANA)

(Ciao...Oh, su…che ne dici di un bacino…oh, sii carina con me…)
“Sai, c’è qualcosa giù in cantina
Lo sento respirare
Che strana sensazione, caro”
“No, non c’è niente giù in cantina
E’ tua immaginazione
Chiudiamo la questione, cara”

CHORUS

Il suo cuore dice di
Uscirsene da lì
Quel che sembrava lui non è
Qualcosa dentro sé
Gli dice di mentire
Qualcosa di un po’ strano

(E su…lo sai che ti piace…)
“No, c’è qualcosa giù in cantina
Lo so perché l’ho visto
Non posso più ignorarlo, caro”
“Senti, non fare la cretina
E ficcatelo in testa
Non c’è niente in cantina (a parte forse il carbone)”

CHORUS

Il suo cuore dice di
Uscirsene da lì
Quel che sembrava lui non è
Qualcosa dentro sé
Gli dice di mentire
Qualcosa di un po’ strano

Ti darò ragione se
Tu farai lo stesso poi con me
--Vai a vedere--
Se non c’è niente laggiù
Mi farai tutto quello che vuoi

“sai c’è qualcosa di un po’ strano
Al fine settimana
Qualcosa di diverso
Al fine settimana”


Qualcosa di un po’ strano
Al fine settimana
Qualcosa di diverso
Al fine settimana
Qualcosa di un po’ strano
Al fine settimana
Qualcosa di diverso
Al fine settimana

In cantina è sceso giù
Lo hanno steso a testa in giù
Poi legato e tramortito
Quando si risvegliò lei se n’era andata con l’auto e tutti i soldi.





Una versione live di Something for the Weekend al London Palladium nel 2004



Una delle fonti d'ispirazione per i Divine Comedy sono senz'altro gli Electric Light Orchestra o ELO. A Last Train to London si rifà l'arrangiamento di Something for the Weekend.