Ecco La Camera è finita Gli eletti se ne vanno persino la Carlucci Sto nei Casini ! Ho aspettato tanto in Parlamento Ma non è servito a niente
Niente. Nemmeno una parola E pure Straquadanio S'è chiuso nel furgone E non parla Nascondendo il suo disappunto, inseguito dalla folla.
Cosa non darei Per sapere il nome Di quegli otto che Mi hanno consegnato Alle mie dimissioni E a salire sul Colle.
Ecco La musica è finita Malgeri ha ritardato M'hanno rimasto solo 'Sti cornuti Un ventennio è lungo da finire Se la maggioranza non c'è più Non buttate via così tutto quello che ho distrutto Fin qui
Fat children can take your life... Jarvis contro i letali Bambini Ciccioni!
I recenti accadimenti in alcune zone periferiche di Londra (estese poi in altre città come Birmingham o Manchester) hanno dato la stura ad innumerevoli commenti sulle cause di una simile mattanza. I rioters (che non è esattamente "rivoltosi", piutttosto "gente che fa casino") sono stati definiti dal premier Cameron dei perfetti scums, feccia del Regno Unito, mentre una recente inchiesta del Guardian fatta consultando i dati dei tribunali - dove i rioters vengono processati e giudicati a getto continuo - definisce il rioter medio come giovane, povero e disoccupato. Altri elementi di confusione provengono dal fatto che apparentemente queste persone non avrebbero alcuna ideologia alle spalle: hanno appiccato il fuoco ad interi isolati per poi rubare soltanto articoli elettronici, borse e scarpe sportive firmate e smartphone di ultia generazione. Allora, si chiedono centinaia di commentatori, se sono tanto poveri perché saccheggiano il superfluo? Mentre David Cameron minaccia di far controllare tutti i social network per impedire nuovi riots (e allo stesso tempo di tagliare i fondi alla polizia), arrivano sul Web gli editoriali dei giornalisti italiani che illustrano le difficoltà di crescere in un ambiente urbano privo di prospettive; a questi articoli si contrappongono le testimonianze in gran parte scandalizzate degli italiani che vivono in Inghilterra, i quali ribadiscono che gli indigeni poveri si beccano in realtà un sacco di benefits o sovvenzioni statali; che loro, mentre facevano i lavori più umili in terra d'Albione, non hanno mai visto un collega inglese che fosse uno; e che, soprattutto, tante donne inglesi sono grasse e brutte e fanno un sacco di figli con uomini diversi per avere diritto alle case popolari. Ricordando che ci sono state quattro vittime nel corso degli scontri, il tema delle rivolte urbane in Gran Bretagna non è nuovo nel campo della rappresentazione, e spesso è stato argomento di sequenze cinematografiche epiche ed anche musicali. Qui alcune fra le pellicole più celebri:
Quadrophenia (Franc Roddam,1979) - Scontri fra Mods e Rockers a Brighton e dintorni nel 1964:
Sammy & Rosie vanno a letto(Stephen Frears, 1987) - Rivolta a sfondo razziale di Broadwater Farm, Tottenham, Londra, 1985 (Attenzione! Sequenze a discreto contenuto erotico-interetnico)
Billy Elliot(Stephen Daldry, 2000) - Sciopero dei minatori inglesi nel 1984-1985:
Una testimonianza curiosa è data dalla prima regia di Alberto Sordi, Fumo di Londra, del 1966. L'antiquario anglofilo perugino Dante Fontana, in trasferta a Londra, si trova ad assistere terrorizzato ad una vera e propria battaglia fra bande, fra gli indigeni anziani indifferenti ( Noi abbiamo fatto di molto peggio. La guerra.)
Cosa c'entrano i bambini grassi?
Era stata designata London Calling dei Clash come sigla delle prossime Olimpiadi di Londra nel 2012. Mai brano portò così tanta scarogna, anche perchè nel testo si parlava di zombies of death e di conseguenze fatali per errori nucleari (nuclear errors). In seguito sono stati fatti degli elenchi di canzoni adatte al clima rovente di questi giorni, da Guns of Brixton sempre dei Clash a Ghost Town degli Specials. Non è stata però mai citata una canzone che a mio avviso coglie l'atmosfera di quello che potrebbe avvenire prima di una rivolta. Si tratta di Fat Children , tratta dal primo album solista di Jarvis Cocker (Jarvis, 2006). Fin dai primi tre versi veniamo catapultati in uno scenario inquietante:
Last night I had a little altercation They wobbled menacingly Beneath the yellow street light it became a situation
Un signore passeggia per stada da solo la notte, ed ha una breve discussione (usa altercation, non fight , e questo già lo denota come appartenente ad una classe sociale superiore). Poi entrano questi esseri che vengono identificati dal modo di muoversi: non si muovono, ma ondeggiano in modo minaccioso intorno alla preda sotto un lampione dalla luce gialla. Non sono recepiti come "normali", e per giunta
They wanted my brand-new phone with all the pictures of the kids and the wife A struggle ensued
Gli esseri vogliono il telefonino del protagonista: è l'ultimo modello, ed ha dentro le foto di famiglia. Qui abbiamo il primo appunto ambiguo del testo: il cellulare. Feticcio consumistico evidentemente bramato da entrambi, dato che il primo non lo molla, i secondi lo vogliono ed alla fine si svela l'arcano, - un po' come nella scena finale di Full Metal Jacket quando i soldati americani scoprono che lo spietato cecchino vietcong era una bambina -
Fat children took my life
Dei bambini ciccioni mi hanno strappato la vita. E qui non si sa se c'è più stupore per l'aggressione mortale o per la stazza dei fanciulli. Come, i teppisti normalmente sono asciutti ed atletici e proprio 'sti tripponi underclass mi dovevano far fuori? Il dramma s'intreccia alla farsa ed anche alla critica sociale, perché le classi sociali più svantaggiate lo sono anche nel peso. Alcuni passanti prendono l'uomo aggredito e lo conducono alla stazione:
Well, some passers-by took me to the station
Dato che la polizia
Was elsewhere, Putting bullets in some guy's head for no particular reason
Era impegnata a sparare alla testa di qualcuno per nessun motivo in particolare (riferimento all'elettricista brasiliano ucciso per errore in metropolitana dalla polizia subito dopo gli attentati a Londra nel 2005 perché ritenuto "un possibile terrorista") . Il racconto prosegue e ci porta in una dimensione degna di una ghost story dickensiana:
So I died in the back of the cab But I'll be back to haunt them This thing does not end here My spirit walks the streets of Tottenham
Sono morto, ma non finisce qui, il mio spirito vi perseguiterà per le strade di Tottenham (proprio il quartiere degli scontri di questo mese). A questo punto urge una morale, e qui le cose si fanno più ambigue: di chi è la colpa (quesito su cui si stanno arrovellando nel Regno Unito ormai da quasi un mese) ?
Oh, parents are the problem Giving birth to maggots without the sense to become flies
La colpa è dei genitori, che fanno nascere larve che non riusciranno neanche a diventare delle mosche decenti! La società civile è ormai scavalcata a piè pari, e fra passanti uccisi che considerano i cellulari più importanti della loro vita e teppisti sovrappeso che zombeggiano al chiarore giallo di un lampione londinese, l'unico consiglio (ironico e postumo) da dare è :
So pander to your pampered little princess Of such enormous size
Continuate a viziare la vostra piccola principess...ona.
Si è avuta notizia di mamme che, per non far abboffare i loro bambini di merendine, li terrorizzano minacciando di chiamare Jarvis.
Nella mia versione ho dovuto cambiare il verso più significativo, quel took my life che più che a un assassinio fa pensare ad un annientamento molecolare da parte di forze aliene tipo film di fantascienza anni '50. Rifacendomi alla famosa canzone di Nancy Sinatra Bang Bang (My Baby Shot Me Down) , il refrain è diventato :
La notte scorsa ho avuto un piccolo diverbio Tremolavano minacciosi Alla luce gialla del lampione divenne un inferno Il mio cellulare nuovo con le foto di tutta una vita I bambini grassi per quello mi strapparono la mia, di vita
Bambini grassi bang Bambini grassi bang Bambini grassi bang
Arrivò un passante e mi trasportò alla stazione La polizia era altrove A sparare in testa a qualcuno per qualche ragione Sono morto poi nel retro del taxi Ma tranquilli ritorno Che non finisce mica qui Il mio spirito vi bracca per le strade di Londra
Bambini grassi bang Bambini grassi bang Bambini grassi bang
Oh, la colpa è di quelli Che fanno nascere larve che mosche non saranno mai Viziate ancor di più la vostra cocca Di cento chili e più
Una registrazione di Fat Children dall'unico concerto che Cocker tenne in Italia, a Milano nel 2007 (completa di frutta.)
Quando ti alzi dal letto la mattina e senti che il tuo fianco destro appare come quello di San Sebastiano per le fitte che partono dalla zona lombosacrale e arrivano a lambire gli arti inferiori, allora la diagnosi è spietata: o siete stati colpiti nel sonno da indiani con le frecce, o la lombalgia ha ghermito le vostre fasce muscolari. Questo è quel genere di dolore che si sviluppa dopo un certo numero di anni, il famoso "doloretto" che segna lo spartiacque fra la giovinezza e la maturità di una persona. Non si conoscono, ad esempio, casi di rockstar con lombalgia - però guarda caso se hanno superato i 27 anni di età dopo avere fatto gli scongiuri affittano personal trainer e si mettono a installare palestre dentro casa.
Ecco, dopo dieci giorni presi a prendere antifiammatori, il mio modesto contributo ad un male che non può essere usato come scusa elegante (Stanotte no, ho mal di testa) o come pretesto per non lavorare (a quello si prestano più volentieri virus e decesso) :
LOMBALGIA CANAGLIA
ma che cos’è quel gran dolore che mi assale che cos'e' è qui con me e questa assurda fitta al fianco ma perché ma che cos'e'
ma che cos’è se fanno aerobica alla tele in libertà e che per me invece c’è qualcosa al nervo che non va che non va
lombalgia lombalgia canaglia che ti prende proprio quando non vuoi ti ritrovi accartocciata in vestaglia è un incendio che non spegni mai lombalgia lombalgia canaglia se per strada da un amico o in un bar sei alle prese con la fitta che taglia se ti giri poi rimani là
chissà perché ti muovi a scatti circospetta un po’ di più sempre di più vai in farmacia e perdi un po’ dei soldi tuoi perché lo sai l’antinfiammante dura solo la metà sì tu lo sai la staffilata all’improvviso tornerà tornerà
lombalgia lombalgia canaglia che ti prende proprio quando non vuoi ti ritrovi accartocciata in vestaglia è un incendio che non spegni mai lombalgia
lombalgia canaglia se per strada da un amico o in un bar sei alle prese con la fitta che taglia se ti giri poi rimani là
In questi giorni pieni di idoli francesi e italiani a un passo dalla polvere, giova ricordare che è in circolazione nelle sale cinematografiche e in Rete il più bel pezzo mai scritto da un po' di tempo sull'ascesa e caduta di un essere vivente. Si trova nel film Rio 3D (Carlos Saldanha, 2011), e parla di un pappagallo. Di un Cacatua dal ciuffo giallo (cacatua sulphurea), per l'esattezza. In Rio il ruolo del villain è ricoperto sì, da Marcelo il bracconiere di uccelli selvatici insieme ai due aiutanti stupidi - eredità de La carica dei 101(Walt Disney, 1961) (Orazio e Gaspare) ; è però il perfido pennuto a rubare la scena. Lui adora essere cattivo, e la ragione è che un tempo era stato un divo della televisione e del cinema. Inizia a parlare così:
Oh, I know I'm not a pretty birdie... But I used to be quite a looker...The STAR! Lights. Cameras. Action!
Da notare la scena in cui si svolge il "numero": una vera e propria coreografia e scenografia alla Bob Fosse, dove pochi elementi illuminati che sbucano da un buio teatrale commentano le parole della canzone. Ad esempio, nel numero Cell Block Tango(nella versione italiana Il tango delle assassine) tratto dal musical Chicago , in cui sei donne che hanno ucciso i propri uomini raccontano la loro storia, le sbarre che si rincorrono ossessive ricordano le gabbie in cui stanno rinchiusi gli uccelli di Rio pronti per essere portati via:
Ma torniamo a Nigel. Lui inizia a cantare sentendosi naturalmente parte di un palcoscenico, ed è infatti - in un film tutto incentrato sui rapporti fra Natura e Cultura - un uccello praticamente rovinato dall'essere considerato umano.
I had it all: the TV shows, and women too I was tall... Over one foot two!
Nella versione italiana diventa più pudicamente
ma ero al top, alla tivù, con mille fan volavo alto ero proprio al clou!
Ma il destino cinico e baro gli mette in mezzo alle zampe a pretty parakeet to fill my shoes that's why I'm so evil, but I do what I do!
Questa dichiarazione di malvagità consapevole ha il suo capostipite nel discorso di Satana del Paradiso perdutodi John Milton:
Farewel happy Fields Where Joy for ever dwells: Hail horrours, hail [ 250 ] Infernal world, and thou profoundest Hell Receive thy new Possessor: One who brings A mind not to be chang'd by Place or Time. The mind is its own place, and in it self Can make a Heav'n of Hell, a Hell of Heav'n. [ 255 ] What matter where, if I be still the same, And what I should be, all but less then he Whom Thunder hath made greater? Here at least We shall be free; th' Almighty hath not built Here for his envy, will not drive us hence: [ 260 ] Here we may reign secure, and in my choyce To reign is worth ambition though in Hell: Better to reign in Hell, then serve in Heav'n.
Addio, campi felici, dove la gioia regna eternamente! E a voi salute, orrori, mondo infernale; e tu, profondissimo inferno, ricevi il nuovo possidente: uno che tempi o luoghi mai potranno mutare sua mente. La mente è il proprio luogo e può in se fare un cielo dell’inferno, un inferno del cielo Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto a lui che il tuono ha reso il più potente? Qui almeno saremo liberi; poiché l'Altissimo non ha edificato questo luogo per poi dovercelo anche invidiare, non ne saremo cacciati: vi regneremo sicuri, e a mio giudizio regnare è una degna ambizione, anche sopra l'inferno: meglio regnare all’inferno che servire in cielo.
In italiano però il proclama di Nigel diventa un
Mi girano le penne ma non è un complimento
che sembra più una reazione stizzita ad un cambio di orario lavorativo. Nigel invece viene bruscamente licenziato dalla sua vita "umana". Lo sostituisce alla TV un grazioso parrocchetto locale (notare che lui, essendo un cacatoa, quindi proveniente dall'emisfero australe, è il classico "straniero cattivo" che si trova anche in tutti i film di 007) La sua ira è così funesta che sogna di vendicarsi e sovvertire tutto l'ordine aviario brasiliano: vuole che tutti gli ottanta milioni di uccelli siano brutti come lo è lui adesso, un Dorian Graycon le penne, con i segni del vizio e del rancore scritti in faccia:
All of you Brazilian birds All of eighty million birds I'll tell you what I'm going to do (Shaddap, now, SHADDAP! Just me.) I'm going to make you ugly too. Sweet nightmares! Uhahahahahaaa!!!
Così Nigel si ritrova a dover odiare i "fratelli di piuma" e addirittura a mangiarseli (è diventato cannibale, si ciba di cosce di pollo!) Si allea così con il bracconiere Marcelo e i suoi due scagnozzi. Assolda - sempre ricattando - una squadra di scimmiette ladre come rete di informatori. In questa scena "persuade" il capo-scimmia, con un metodo degno delle torture che Bugs Bunnyinfliggeva al suo cacciatore Taddeo:
Nigel è l'altra faccia del rapporto degli uomini con gli animali: se il pappagallo protagonista, Blu, è l'animale casalingo e pieno di buoni sentimenti perché ha avuto una "mamma" umana adottiva che gli ha insegnato quanto poteva (e di questo lui è riconoscente), Nigel è il risultato di come gli uomini possano rovinare gli animali facendo loro assaggiare e poi togliere "il successo", concetto squisitamente umano . Rio è un film su come sia contraddittoria la società umana riguardo agli animali, rendendo questi ultimi un minuto schiavi e il minuto seguente oggetto di cure incessanti per stabilire con loro un contatto. Il povero Nigel, abbandonato dall'umanità e dal successo nel mondo dello spettacolo, soccombe all'invidia e alla cattiveria.
Like an abandoned school, I've got no principles!
Gioco di parole intraducibile fra principle (principio) e principal (preside di scuola).
La copertina del singolo Girls&Boys dei Blur, ricavata dall'illustrazione di una scatola di profilattici.
E' molto difficile tradurre una canzone, infatti il più delle volte o si lascia (il pezzo resta così com'è), o si raddoppia (il pezzo ha un testo nuovo che non ci azzecca nulla con quello originale). Sono stati fatti deglii sforzi paurosi con alcune canzoni cosiddette "d'autore" - anche perché :1) gli autori originali o chi per loro vigilavano e poco avrebbero gradito eventuali sconciamenti dei loro testi, 2) il pubblico delle suddette canzoni, essendo queste d'autore, si sarebbe accorto subito del tradimento.
Girls&Boys , tratta dal loro terzo album Parklife del 1994, è il ritratto della gioventù britannica common in trasferta vacanziera sulle coste del Mediterraneo; un ritratto ben poco lusinghiero, dato che si parla di un gregge umano (herd) che transuma in Grecia, ha tanti pensieri quante sono le dita di una mano (count your thoughts on 1 2 3 4 5 fingers) e soprattutto si dà a rapporti promiscui "chi c'è c'è" (il famoso refrain girls who are boys / who like boys to be girls / who do boys like they're girls / who do girls like they're boys ) . Tutto il testo è sottilmente ambiguo, come si nota già nei primi due versi:
Street's like a jungle
So call the police
Fuori è una giungla
Chiamate la polizia, allora
Può essere una constatazione oppure un richiamo ironico ai cosiddetti benpensanti (signora mia per strada non si circola più) . L'amore nei '90 è una cosa da paranoia
Love in the '90's
Is paranoid
per cui bisogna stare attenti una volta al mare:
On sunny beaches
Take your chances looking for
E' un consiglio serio oppure l'istantanea di un modo di pensare di quegli anni ( timore dei nasty blisters, o Herpes simplex) ? Amore e disgusto s'inseguono vorticosamente per tutta la canzone, dopo i blisters arriva una frase da manuale di conversazione per rimorchio (sezione tedesca):
Du bist sehr schoen
Come sei carino/a
Seguita da un classico
But we haven't been introduced
Ma non ci hanno ancora presentati
E ricomincia la giostra girls who are boys / who like boys to be... , esaltata da un suono discordante e ansimante, simile appunto a quello di una giostra indifferente a tutto.
Insomma, Girls&Boys combina l'allegria disperata di un Tutti ar mare in salsa britannica con la spietatezza di chi sa che la vacanza è finita da un pezzo.
I Pet Shop Boysne fecero un travolgente remix nel '94, con tanto di girls! boys! di incitamento:
Passano gli anni, e nel 2011 il gruppo degli Egokid riprende per il suo ultimo album (il secondo in italiano, - gli altri tre invece sono in inglese - ) proprio l'inno vacanziero dei Blur. Molto sagacemente però, invece di optare per una semplice cover - è un po' difficile trasferire in un contesto italiano, dove fin da Alessandria si sente il mare, il senso di spaesamento e insieme di rilassatezza di costumi che hanno tanti inglesi quando tutti insieme svernano in climi più caldi - , gli Egokid hanno deciso per un upgrade del testo.
La traduzione è fedelissima alla struttura del testo di partenza, e rispetta anche gli stress originali a costo di spostare gli accenti sulle parole italiane (una tecnica molto usata da Maurizio Bianconidei Baustelle):
La strada è una giungla
Dov'è la polizia
Quest' èstate andremo
In Turchia
(Non in Grecia)
Per le vacanze
Anni 2000
L'amore è paranoia
In spiaggia al sole
(Qui comincia a differire il testo)
Con gli eroi
La mia occasione
Ràgazze ballo
Con ràgazzi che
Sono ràgazze dentro
Ragazzi, non so
Come fare per farmi amare da te?
Da girls who are boys who like boys to be girls, che indica una situazione collettiva in cui è il gruppo - come un immensa ameba sessuata che la fa da padrona sulle spiagge assolate - si passa a un individuo che fraternizza con altri individui, i quali nascondono diverse identità sessuali dentro di loro come bambole matrioska. Dall'estasi collettiva da volo charter al viaggio personalizzato in cerca di nuovi orizzonti; non a caso la frase di chiusura del refrain nei Blur era :
Always should be someone you really love
Sempre ci dovrebbe essere qualcuno da amare veramente
che funziona sia da conclusione alla frenetica attività dei britannici in vacanza, sia come critica alla succitata attività, laddove invece
come fare per farmi amare da te?
suona come un prego vuol ballare con me? detto ad UNO fra la moltitudine di altri vacanzieri. Anche il giro di basso a questo punto cambia leggermente e non si ripete più in modo ossessivo, facendo saltare in parte l'impianto originario del pezzo che basava la sua disperazione sulla ripetizione.
Kevin Godley, il regista del video di Girls&Boys, disse a suo tempo che questo video era come la pagina 3 di un tabloid inglese (Page 3 rubbish) - la pagina 3 è quella con le donne nude - . In effetti l'effetto è volutamente grezzo, con la band che performa sullo sfondo di un documentario di gente in un villaggio vacanze con tanto di animatori a bordo piscina. L'atteggiamento di Damon Albarn e soci è distaccato e didascalico allo stesso tempo, (a 1:46 nel citare i nasty blisters Damon s'infila un dito in bocca) :
in realtà i primi ventisei secondi del video (corrispondenti all'introduzione della canzone) sono ispirati direttamente alla "cura Ludovico" di Arancia Meccanica(Stanley Kubrick, 1971): immagini di vacanze coatte e da coatti come cura contro il conformismo.
Gli Egokid partono da una premessa differente: la vacanza come rivelazione del nostro io più autentico. L'amore negli anni 2000 è paranoia, ma si può cogliere l'occasione andando in spiaggia "con gli eroi" ( alla tuta marca Fila di Damon Albarn oppongono maxigonne nere con camicie da smoking, a metà strada fra un derviscio e un cabarettista anni '30 en travesti ):
Forse gli Oasis avrebbero trovato gli Egokid più simpatici dei Blur...
La morte di Mario Monicelliecheggia altre morti "misteriose" come quella dello scrittore Franco Lucentini o anni addietro di Primo Levi. Il suicidio è già una cosa che i superstiti, quelli che rimangono a guardare dall'altra parte del davanzale o in cima alla tromba delle scale "non si sanno spiegare". Tutti si scervellano e cercano indietro nel tempo "il punto in cui", la svolta che avrebbe innescato decenni più tardi la bomba del suicidio. Intere genealogie familiari vengono scartabellate e sconvolte, battaglioni di amici parenti e infermieri vengono interpellati, e ognuno ripete che, sì, era un po' provato/a, ma aveva scherzato e parlato con loro fino alla sera precedente (è sempre la sera precedente). Era in una botte di ferro, aveva ripianato tutti i suoi debiti, che aveva veva una famiglia, aveva chiuso con il suo passato, aveva il futuro davanti a sè... Immagino sempre la persona distesa sopra il pavimento,o sul selciato, o nella sua stanza con la polizia intorno a fare i rilievi, che sente al'improvviso tutto questo alveare di commenti su di sè, e non so mai se gli/le viene da ridere o se gli/le viene rabbia per non essere stato ascoltato/a prima. In M*A*S*H di Robert Altman(1973) c'è una canzone che ha fatto storia: si chiama Suicide Is Painless e fu composta per il film da Johnny Mandelper la musica e dal figlio di Robert Altman, Mike,di appena 14 anni. La cantano in una celebre scena l'unità di medici chirurghi a un loro collega, il dentista capitano Waldowski detto Painless Pole (doppio senso fra "il polacco indolore" e "il palo anestetico") per meriti di dotazione - Cassiodoro nella versione italiana del film - , che era caduto in depressione dopo una cilecca con un'infermiera (Sarò mica gay ?) e aveva manifestato l'intenzione di suicidarsi. Per fargliela passare, i dottori, disposti come nell' Ultima Cena, inscenano il suicidio di Cassiodoro dandogli una capsula di cianuro che in realtà è un sonnifero e facendogli trovare nella "bara" al suo risveglio l'infermiera "Midnight" . La "cura" funzionerà perfettamente.
Through early morning fog I see / visions of the things to be
Questo è il testo della canzone:
Through early morning fog I see Visions of the things to be The pains that are withheld for me I realize and I can see
That suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
I try to find a way to make All our little joys relate Without that ever-present hate But now I know that it's too late,
and suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
The game of life is hard to play I'm going to lose it anyway The losing card I'll someday lay And this is all I have to say,
that suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
The only way to win is cheat And lay it down before I'm beat And to another give a seat For that's the only painless feat,
'cause suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
The sword of time will pierce our skins It doesn't hurt when it begins But as it works its way on in The pain grows stronger - watch it grin
Suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
A brave man once requested me To answer questions that are key Is it to be or not to be? And I replied, "Oh why ask me?",
'cause suicide is painless It brings on many changes And I can take or leave it if I please.
And you can do the same thing if you please.
Questa, invece, la mia versione italiana:
UCCIDERSI E’ INDOLORE
All’alba io intravedo già Quello che succederà Le angosce riservate a me Ora capisco e mi è chiaro che…
(Chorus)
Uccidersi è indolore E cambia tante cose Posso restare o andare se mi va.
Cercando un modo di salvar I nostri bei momenti da l’odio che dappertutto sta Ma ormai più niente c’è da far…
(Chorus)
La vita è un gioco duro assai Comunque vada, perderai L’ultima carta lascerai Altro da dire non avrai
(Chorus)
Non resta che imbrogliare tutti Scopare prima di esser disfatti E a un altro poi passare gli atti La cosa più indolore, infatti
(Chorus)
E il tempo col fioretto sventra Non fa mai male quando entra Ma quando poi più a fondo va Ridi al dolor che cresce, ma…
(Chorus)
Ci fu una volta un uomo che Deciso volle saper da me “Devo esser io, oppure no?” Ed io risposi “Lo chiedi a me?”
Uccidersi è indolore E cambia tante cose Posso restare o andare se mi va.
Puoi far la stessa cosa se ci stai
Questa riflessione sulla vita ha anche alcuni riferimenti alla guerra, come nel primo verso, dove la early morning fog è in realtà la polvere sollevata dagli elicotteri che all'alba portavano i feriti del fronte al campo medico per essere operati, mentre il brave man è il soldato ferito che chiede shakespearianamente se bisogna essere o non essere (It is to be, or not to be?). La chiave di tutto il testo sta in quel I can take or leave it if I please: il suicidio può essere solo una delle opzioni, la scelta è riservata soltanto a noi. Il fatto poi che questo testo commenti nel film una situazione apparentemente "goliardica" (il finto funerale) non fa che mettere in mostra vita e morte in vivace contrapposizione. Una famosa versione di Suicide is painless è stata resa da Bill Evansnel 1977:
Se invece le opzioni non fanno per voi, ecco un video che può veramente aiutare a compiere il Grande Passo (senza scherzi).
Attenti a quest'uomo, vi potrebbe comparire in sogno!
Uno dei motori base della risata sono le interpretazioni sbagliate di una qualsiasi lingua da parte di chi la deve interpretare. L'oggetto della risata è quello che parla una lingua incomprensibile a chi ascolta. L'ascoltatore, che non capisce una parola, si vendica deridendolo e attribuendo significati surreali a ciò che ha appena ascoltato. Credo che il capostipite di questo filone sia la storiella del viaggiatore francese e della fruttivendola italiana:
Un francese vede della frutta su di una bancarella in talia. - Comment s'appellent? (Come si chiamano?) La fruttivendola che non sa il francese per assonanza capisce - Come si pelano? e risponde: - Con il coltello. - Comment? (Come?) fa lui di nuovo Lei questa volta capisce - Con le mani? e risponde: - Con le mani, coi piedi, come vuole! - Je ne comprend pas. (Non capisco) fa il francese. Lei stavolta capisce: - Non le compro, edi rimando: - Se non vuole comprare, non compri! Il francese se ne va e la fruttivendola commenta: Meno male che con i francesi si capisce tutto quello che dicono!
Questa commedia degli equivoci ha generato delle varianti come quella del Dirty Hungarian Phrasebook , uno degli sketch più famosi del Monty Python's Flying Circus. Qui l'immigrato ungherese parla con il tabaccaio inglese sì, in inglese (un po' strano), ma tramite un manuale di conversazione che ha proposte gay-indecenti al posto delle normali frasi per turisti: insomma, la parte del vendicatore la fa il manuale. Questo lo sketch originale:
La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la globalizzazione non avevano previsto una nuova serie di equivoci: quella dei video provenienti dai paesi dell'Est. Questi video sono già divertenti di per sè a un occhio occidentale, dato che da una parte contengono dei codici visivi estranei al nostro occhio, dall'altra cercano disperatamente di immettere elementi "occidentali" nelle loro visioni. La famosa (in Russia) cantante Alla Pugachevaè la prima "vittima" in un video con finti sottotitoli in italiano, che si limitano a trascrivere quello che si sente "per assonanza" del testo russo, come faceva la fruttivendola della storiella. Il risultato è irresistibile, fra l'imbecillità dei sottotitoli, gli effetti speciali anni '80 e la cotonatura alla Bonnie Tylerdella Pugacheva:
Ma non finisce qui, perchè ai finti sottotitoli russi si sono accodati quelli iraniani, con dei risultati deliranti come questo video (attenzione, le allusioni scatologiche si sprecano!)
O come in questarumba iraniana, sussurrata da un incrocio fra Franco Battiato e Julio Iglesias che ha sentito Smooth Operatordi Sade nell'84, ribattezzata Cinque odori del mio pony :
Le risate sono garantite, anche se politicamente scorrette (una persona russa o iraniana si potrebbe anche offendere per non essere capita a priori). Comunque, anche l'italiano è spesso male interpretato, basta ascoltare Dean Martinnelle parti in italiano di Volare, sembra che lo faccia apposta!
In esclusiva, ecco che cosa ha veramente detto Dean Martin in Volare :
Pezzo ghe u’zogne così no retorne mai più Mi depenge cò le manelafaccia de blu Poi d’emproviso denido da vendo rapito E ‘ncominciavo volare nel gelo ‘nfinito
Volare, oh oh E gantare oh oh oh oh Nel blu dipindo di blu Che digi di stare lassù
E vollavo vollavo fenige Punnalto dessole concoro piussù Mentre ‘l moldo piappiano spariva londano lasgiù Ona miùsiga dolge sonnare soltanto per me
Volare, oh oh oh oh E gantare oh oh oh oh
Nel blu dipindo debblù Fenide de stare lassù Nel blu dipindo di blu
La vicenda di Marrazzo a via Gradoli ha scatenato tutti i media su una nuova - non magnifica - ossessione. Dopo la Domanda dell'estate (Cosa fa un settantenne nel lettone di Putinassieme a una signora di nome D'Addario?) è arrivato il Quesito dell'autunno: Cosa fa un governatore di una regione del Centro-Italia assieme a una nerboruta signora di nome Natalì? Naturalmente le testate televisive si sono lanciate con servizi, dibattiti e approfondimenti, da Porta a Portaa Annozero, passando da Matrix. Inoltre i periodici, parlando in generale, hanno molto battuto sul seguente argomento: come può un uomo sposato piantare la moglie per una trans? Questi argomenti si sviluppano tutti in un certo modo: si fa l'identikit dell'utilizzatore finale tipo, si mettono insieme due o tre testimonianze che rivelano la solitudine dei soggetti, poi si aggiungono altre due - tre interviste a trans dove si evince che gli uomini "sono strani", infine si scrive il parere dello/a psicosessuologo/a, che rende ancora più nebuloso il paesaggio. Una cosa però è certa: la colpa, secondo detti periodici, sembra essere delle donne che, nonostante le labbra ialuroniche, gli zigomi tirati su con l'argano, le sedute snervanti di body building e i tacchi a spillo di dodici centimetri proprio non riescono a sembrare del tutto trans (la voce?). E così l'uomo cerca altrove. Come cercava comunque altrove quando le stesse donne erano tutte casa e famiglia, e non si dovevano concedere prima del matrimonio. Come cerca pure altrove quando la donna - sempre secondo la vulgata dei periodici - supera senza rompere l'asse di trasmissione i dieci anni di unione e ha già fatto 40.000 chilometri (le pasticche dei freni sono state cambiate). Da questi studi approfonditi si conclude che: a) Le donne non sono abbastanza soddisfacenti b) Anche se lo fossero, gli uomini sono strani c) Fiorella Mannoiadovrebbe cantare Siamo così / dolcemente complicati
Per l'occasione ho composto la versione italiana di Something For The Weekend, brano tratto dall'album Casanova (1996)di The Divine Comedy . E' il brano d'apertura di questo indimenticabile concept album, vagamente ispirato a "the writings of the eighteenth century Venetian gambler, eroticist and spy" ("gli scritti del giocatore, libertino e spia veneziana del diciottesimo secolo"). Un dialogo fra uomo e donna con una strana richiesta da parte di lei, che va a stuzzicare le corde più inconfessabili di lui. Lei insiste che c'è something in the woodshed, qualcosa nella legnaia. Lui non vorrebbe andare, le dà della sweet head, testolina vuota,ma lei lo convince promettendogli che dopo avrà i suoi wicked ways con lei (faranno tutte le cosacce che vuole). Finirà che lui andrà, sì, nella legnaia, ma per essere picchiato, legato e derubato di auto e soldi...da lei.
Tutti i termini del testo richiamano a uno scenario middle class :la woodshed dove si nascondono cose e azioni strane richiama una casa con giardino dove dialogano i due protagonisti; nella mia versione è diventata la cantina, dato che il concetto di una legnaia in casa poteva apparire in italiano un po' esotico. Neil Hannon(il signor Divine Comedy) ha utilizzato l'inglese come fosse l'italiano, usando gli stress sulle penultime sillabe di ogni verso (woodshed / breathing / feeling / darling). Questo ha reso più agevole il cambio di ritmo da una lingua all'altra (cantina / respirare / sensazione / caro). La vera difficoltà sta proprio nel titolo, quel Something for the Weekend che viene ripetuto ossessivamente nel finale in crescendo, e che ha un significato volutamente ambiguo (è anche un eufemismo per preservativo). Ho diviso il concetto in due frasi, mantenendo fissa l'idea del "fine settimana" - qualcosa di un po' strano - di diverso / al fine settimana .
QUALCOSA DI UN PO’ STRANO (AL FINE SETTIMANA)
(Ciao...Oh, su…che ne dici di un bacino…oh, sii carina con me…) “Sai, c’è qualcosa giù in cantina Lo sento respirare Che strana sensazione, caro” “No, non c’è niente giù in cantina E’ tua immaginazione Chiudiamo la questione, cara”
CHORUS
Il suo cuore dice di Uscirsene da lì Quel che sembrava lui non è Qualcosa dentro sé Gli dice di mentire Qualcosa di un po’ strano
(E su…lo sai che ti piace…) “No, c’è qualcosa giù in cantina Lo so perché l’ho visto Non posso più ignorarlo, caro” “Senti, non fare la cretina E ficcatelo in testa Non c’è niente in cantina (a parte forse il carbone)”
CHORUS
Il suo cuore dice di Uscirsene da lì Quel che sembrava lui non è Qualcosa dentro sé Gli dice di mentire Qualcosa di un po’ strano
Ti darò ragione se Tu farai lo stesso poi con me --Vai a vedere-- Se non c’è niente laggiù Mi farai tutto quello che vuoi
“sai c’è qualcosa di un po’ strano Al fine settimana Qualcosa di diverso Al fine settimana”
Qualcosa di un po’ strano Al fine settimana Qualcosa di diverso Al fine settimana Qualcosa di un po’ strano Al fine settimana Qualcosa di diverso Al fine settimana
In cantina è sceso giù Lo hanno steso a testa in giù Poi legato e tramortito Quando si risvegliò lei se n’era andata con l’auto e tutti i soldi.
Una versione live di Something for the Weekend al London Palladium nel 2004 Una delle fonti d'ispirazione per i Divine Comedy sono senz'altro gli Electric Light Orchestra o ELO. A Last Train to London si rifà l'arrangiamento di Something for the Weekend.
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