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I grandi capolavori

Orlando Bloom (21° sec. D.C. - Gran Canaria)



Spinario (1°sec. A.C. - Musei Capitolini - Roma)

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'A Bbella e Ssebbastiano



Copertina di "If You're Feeling Sinister". Da notare come i BAS non abbiano mai voluto apparire nelle copertine dei loro album, preferendo ritrarre amici e parenti. Questa cover richiama lo stile degli Smiths di Morrissey, (e indirettamente i primi anni '60 e il Free Cinema inglese).

Nelle biblioteche comunali si possono fare degli incontri curiosi.
No, non sto parlando di giovani brufolosi con la testa immersa nei libri o vecchie (e giovani) zitelle dietro al bancone -secondo la Mitologia della Biblioteca-.
Io ho incontrato Belle and Sebastian.
Nella sezione CD musicali.
Si tratta di un gruppo indie-pop scozzese in attività dagli anni '90, un ensemble di vari musicisti capitanati da Stuart Murdoch di Glasgow.
Fanno un genere musicale a metà strada fra il folk e gli anni '60, e i loro testi sono molto introspettivi: non parlano esattamente d'amore, ma piuttosto dei rapporti fra noi e gli altri, delle frizioni con l'ambiente e dell'impossibilità di essere "normali". Get Me Away From Here I'm Dying -tratta dall'album If You're Feeling Sinister del 1996, in particolare, ha una melodia molto rilassata che si presta ad una versione non in italiano, ma in romanesco. Se acoltate bene, il ritmo è lo stesso della celebre Lella di De Angelis (Te la ricordi Lella, quella ricca/ 'a moje de Proietti er cravattaro...). Ecco qui le due versioni :


FAMME ANNA’ VIA DE QQUA CHE MMORO


Aoh, famme annà via de qqua che mmoro

Co’ ‘na canzona famme volà
Nun zò ppiù quelle de ‘na vorta
E ppuro io ce potrei stà
Stà qqui dda solo come ‘n cane
Stà drento n’auto affàcchè
Penzace ‘n po’
Tu ppòi svortà oppure
Esse ugguale annòi

Che soridemo sempre, ennoi
Che stamo sempre a cantà, ennoi
Venimo bbene ‘n foto
Ce ‘o sai, nun ze bbatte chiodo.

Aoh, me metto carmo co ‘sta storia
De’n pischelletto come mme
Come ‘n fregnone sempre llà
Che vvò ttrovà l’amore
Sè!
O pprima o ppoi ce sbatti er grugno
Questo lo devi da capì
Pperò provacce è mejo,
E come ‘n chiesa ggiro paggina

E vvedo che er pischello vince
Puro si è ffesso poi ja fa
Quann’è ar finale io sto a piàgne
Me metto sempre a piàgne
Sempre a piàgne

Aoh, questo nun lo volevo dì pè gnènte
Qui sta a’ ppiòve,e
L’acqua stà a fracicà er palazzo
E la capoccia mia sta a ccercà
L’amanti dietro alle finestre
Che si nun scrivo ‘n zànno gnènte
“Io nun sto affà er proclama, te sto dicenno addio, tiello a mmente”

Ce sta l’eroe nella storia
Dice ch’è mejo de ‘na spada
T’ammazzo de sicuro
Ma ‘ste parole te faranno piàgne
Propio piàgne
Propio piàgne
Propio piàgne

Aoh, famme annà via che mmoro
Famme annà via che mmoro
Famme annà via che mmoro
Via che mmoro
Via che mmoro
Via che mmoro


GET ME AWAY FROM HERE, I’M DYING


Ooh! Get me away from here I'm dying
Play me a song to set me free
Nobody writes them like they used to
So it may as well be me
Here on my own now after hours
Here on my own now on a bus
Think of it this way
You could either be successful or be us

With our winning smiles, and us
With our catchy tunes, and us
Now we're photogenic
You know, we don't stand a chance

Oh, I'll settle down with some old story
About a boy who's just like me
Thought there was love in everything and everyone
You're so naive!
After a while they always get it
They always reach a sorry end
Still it was worth it as I turned the pages solemnly, and then

With a winning smile, the boy
With naivety succeeds
At the final moment, I cried
I always cry at endings
Cry at endings

Oh, that wasn't what I meant to say at all
From where I'm sitting, rain
Falling against the lonely tenement
Has set my mind to wander
Into the windows of my lovers
They never know unless I write
"This is no declaration, I just thought I'd let you know goodbye"

Said the hero in the story
"It is mightier than swords
I could kill you sure
But I could only make you cry with these words"
Cry with these words
Cry with these words
Cry with these words

Oh, get me away I’m dying
Get me away I’m dying
Get me away I’m dying
Oh I’m dying
Oh I’m dying
Oh I’m dying

Il video è una versione live del 1996:

Questa, invece, è Lella, cantata dalla Schola Cantorum (1974), grande successo dell'epoca. Purtroppo non sono riuscita a reperire un video, ma allora non se ne facevano praticamente mai:




http://www.wikipedia.it/ comporre "Belle and Sebastian" per saperne di più




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Nuovo Cinema Italiano

Villa Mirafiori (ingresso)

A Villa Mirafiori (sede delle facoltà di Filosofia e Lingue dell’Università “La Sapienza” di Roma) stanno girando un film. Non è una novità: basti pensare che la villa in questione – un tempo residenza della moglie morganatica di Vittorio Emanuele II - è stata il set di alcune scene de “L’innocente” di Luchino Visconti. Ora però si gira la parodia dei film tratti dalle opere di Federico Moccia, un po’ come i vari Scary Movies USA. O tempora…
Un set cinematografico è la cosa più vicina ad un circo che si possa immaginare. Arriva un nugolo di persone indaffarate con dei walkie-talkie (e non cellulari) in mano e coi loro camioncini bianchi (riconoscibilissimi), tirano fuori tutte le attrezzature, i fari, le luci, i teloni, e cominciano a piantare le tende. Per strada si vedono rastrelliere piene di vestiti, e se un costume di un’epoca antica dà sempre una certa impressione di irrealtà, un “abito moderno” attaccato a una stampella in attesa di essere indossato dall’attore/ice dà una sensazione straniante, come se l’epoca in cui viviamo adesso sia passata già da mille anni. Comunque, il film a Villa sarebbe diventato presto un altro, perché nel giardino si è svolta una scena memorabile: un docente si è scagliato contro il regista del film accusando la troupe di impedire il regolare svolgimento degli esami e di non avere alcuna autorizzazione. Ora quando sono arrivata gli animi erano abbastanza surriscaldati, e sembra siano volate parole grosse. Da lontano si notava in mezzo al caldo bestiale un gruppo di persone agitate e sudate in mezzo ai fari, comparse vestite con gonnelline e cravatte stile college (che c’azzecca? Mah), attrezzisti che apostrofavano con la loro inimitabile parlata gli studenti (“Ahò, ma cche quello v’enzegna?”), personale non docente venuto a vedere – si riconosce dagli attrezzisti per il numero minore di tatuaggi. La tartaruga nella vasca ed i piccioni erano indifferenti e non chiedevano autografi.
Ho pensato che avrebbero dovuto riprendere tutta la scena e farci un vero film, un “Effetto notte” all’amatriciana. Dopo un po’ sono comparse delle bellissime scatole bianche di cartone: i cestini del pranzo.

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Il ritorno della Mutanda

Mi sono imbattuta recentemente in due foto su due giornali completamente diversi fra loro, che a loro volta reclamizzavano due cose completamente diverse. La prima era tratta da una rivista femminile, e presentava una serie di trattamenti di bellezza di una famosa casa di cosmetici francese; la seconda, tratta da un giornale free press (quelli che si trovano in metropolitana), esaltava i carciofi sott’olio. La cosa degna di nota è che si utilizzano in entrambi i casi due belle ragazze semisvestite, ma – è questa la novità- nella pubblicità dei cosmetici vediamo una splendida bionda che si protende verso lo specchio sopra il lavabo– presumibilmente quello del bagno di casa sua- con il vestito tirato giù a mostrare un paio di mutandine che più castigate non si vorrebbe. Bianche, di cotone, alte in vita, niente pizzi o trasparenze. Le parti del corpo che normalmente vengono esaltate milioni di volte, qui si possono solo intuire.
La seconda ragazza, quella dei carciofi sott’olio, è vista di spalle e guarda sfrontata il lettore sfoggiando solo un tatuaggio sulla spalla a forma di carciofo e un tanga leopardato (il famoso “tanga leopardato” che in occidente resta il paradigma universale della truzzaggine in fatto di lingerie). Slogan : “Una voglia naturale”.
Ora, cos’è successo? Fino a qualche anno fa in una campagna sui prodotti di bellezza nei giornali femminili le ragazze testimonial le facevano posare praticamente senza nulla addosso, in stile calendario sexy. Ora il nuovo appeal fa sì che la donna protenda il posteriore verso chi legge, ma in rispettosa biancheria. Le chiappe le lasciano a chi mangia verdure sott’olio – evidentemente sono un target più maschio e virile, oppure il sogno dei sottacetari è di più bassa lega: quello di scofanarsi le verdure per poi pulirsi le dita unte addosso alla ragazza. Chi aspira a un corpo migliore non ha più bisogno ormai che glielo si venga sbattuto in faccia: lo sa da sé che dietro a quelle iper-mutande si nasconde non solo la perfezione, ma un mondo migliore.

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ASL Blues


Quando vado dal medico di base per una ricetta o per un controllo, trovo sempre in sala d’attesa un numero variegato di persone, che potrebbero unirsi sotto un’unica bandiera : siamo qui e non vogliamo morire. Abbiamo la signora che è seduta sulla poltrona come se questa la volesse inghiottire e non restituirla più, un’altra donna che si trascina con un bastone, uno chemisier d’altri tempi e tutta la documentazione medica degli acciacchi di suo marito, il vecchietto (non mi va di chiamarlo anziano, mi sembra di seppellirlo anzitempo) in camicia a mezze maniche, pantofole e in mano la scatoletta stropicciata del farmaco che sta prendendo al momento (“A’ dottò, che me la risegna che l’ho finite?”), una coppia multipla formata da un altro signore dai movimenti lentissimi e dalla sua badante che lo direziona a seconda della bisogna…Nei giorni più critici, che sono sempre quelli che precedono le festività o le seguono immediatamente, troviamo anche persone più giovani, come donne che sono sempre in piedi o scattano come molle dalla sedia per rispondere al cellulare – e le suonerie con tutta l’orchestra dentro sono terrificanti-, giovani rappresentanti delle case farmaceutiche in perfetto look UPIM - manageriale con pesantissima borsa da dottore fra le gambe e telefonino penultima generazione, e la new entry, che fa ammutolire tutti per un secondo pieno: la famiglia dell’immigrato. Questa può essere composta da coppia di indiani (lei in tunica e pantaloni, lui in camicia bianca, pupo in carrozzina o in braccio alla mamma) o coppia di cinesi (lei incinta e diciottenne, e già per questo gli italiani presenti la guardano strano). Quando lo straniero va via, tutta la sala d’attesa, piena di inserti trendy del “Corriere della sera” o “Repubblica”- e c’è un penoso contrasto fra le eteree modelle che questi giornali propongono e i vecchi arnesi seduti in attesa- emette un rumore tra il sibilo e il muggito (“ahò, so tutte ‘ncinte queste…). La porta si apre e tutti, compresi i morituri, scattano col piede in avanti per entrare nello studio del dottore. Inizia così un mercanteggiare su chi deve passare per primo.
Sono venuta prima sono uscita cinque minuti, dico cinque per prendere i documenti e me ne trovo davanti altri tre mi può far passare per favore devo prenne la pressione che sto a svenì che caldo oggi nun se respira signore alzati su che andiamo da dottore che ti fa puntura pronto dottoressa sono qui per l’appuntamento ah no guardi, devo solo ritirare due impegnative che c’ho la macchina in seconda fila ma quanto ci mette questa che se sta a confessà oh sto qua io, mi deve ancora vedere ‘spetta…
Siamo qui sul cuore della ASL e non vogliamo morire.

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Introduzione




Che cos'è Pangrattato?
Come il composto di briciole di pane che allieta fettine di carne e ortaggi al forno, questo blog vuole essere un complemento alle cose che succedono tutti i giorni, alle briciole di vita a cui non diamo retta più di tanto ma che, se viste da una certa luce, rivelano molto più di quanto noi possiamo immaginare. Ogni cosa, come dice il titolo, è inutile, ma solo apparentemente.