
Guarda tutti i video dai migliori show di MTV in esclusiva solo su MTV On Demand
STAI GUARDANDO: Dolce attesa - In piscina | I Soliti Idioti
Tu sai trattare un bambino solo come tu stesso sei fatto, con forza, strepito e iracondia; e nel caso specifico la cosa ti sembrava inoltre ancora più adatta, perché volevi fare di me un ragazzo forte e coraggioso.
Guarda tutti i video dai migliori show di MTV in esclusiva solo su MTV On Demand STAI GUARDANDO: Father & Son - In discoteca I Soliti Idioti
Si doveva essere felici di qualcosa, esserne soddisfatti, tornare a casa ed esprimerla, e la risposta era un sospiro ironico, una scrollata di testa, un picchiettare con le dita sul tavolo: "Ne ho viste di più belle", o "Che vuoi che mi dicano le tue preoccupazioni", o "Ho altro a cui pensare", o "Compratici qualcosa!", o "Senti lì che cose!". Naturalmente non si poteva pretendere da te entusiasmo per ogni piccolezza infantile, giacché vivevi tra affanni e preoccupazioni. Ma non éra questo il punto. Il punto era invece che dovevi sempre provocare in tuo figlio queste delusioni, per principio, grazie alla tua natura contraddittoria, di più, grazie al fatto che questa contraddittorietà, con l'accumularsi del materiale, si rafforzava incessantemente, tanto che infine divenne un'abitudine anche quelle rare volte che eri della mia stessa idea e queste delusioni di tuo figlio non furono più banali delusioni quotidiane, ma arrivarono a colpire nel segno, perché si trattava della tua persona, misura di tutte le cose. Il coraggio, la risolutezza, la fiducia, la gioia per questo o per quest'altro non duravano fino in fondo se tu eri contrario o se la tua ostilità poteva essere anche soltanto percepita; e percepita poteva essere quasi per ogni cosa che facevo. Per concludere sempre con Kafka,
Penso allora a osservazioni che debbono aver tracciato veri e propri solchi nel mio cervello, come: "Già a sette anni dovevo andare per i villaggi col carretto"; "Dovevamo dormire tutti in una stanza"; "Eravamo felici quando avevamo qualche patata"; "Per anni d'inverno ho avuto le gambe piene di piaghe aperte, perché non avevamo di che coprirci"; "Da piccolo dovevo già andare nella bottega di Pisek"; "Da casa non ho mai avuto un soldo, nemmeno durante il militare, ero io che mandavo soldi a casa"; "Eppure, eppure... il padre era sempre il padre. Chi le sa, oggi, queste cose! Che ne sanno i figli! Nessuno ha patito queste cose! Le capisce oggi un figlio?". In altre circostanze questi racconti avrebbero potuto essere un eccellente strumento educativo, avrebbero incoraggiato, con una sferzata di energia, a superare le piaghe e le privazioni che già il padre aveva subìto. Ma tu non volevi questo, e la situazione grazie alle tue fatiche era cambiata completamente: non avevamo modo di distinguerci come avevi fatto tu. Una tale occasione poteva essere creata solo con violenze e sovvertimenti, sarei dovuto fuggire di casa (purché ne avessi la determinazione e la forza e la mamma, da parte sua, non avesse lavorato con altri mezzj in senso contrario). Ma tu non volevi niente di tutto ciò, lo definivi ingratitudine, esaltazione, disobbedienza, tradimento, pazzia. Mentre quindi da una parte con l'esempio, il racconto e l'umiliazione me lo rendevi allettante, dall'altra me lo proibivi con la massima severità.







