Spiaggia inglese, anni '50
Venti peli.
Sulla gamba sinistra.
Sotto il ginocchio.
E dieci su quella destra.
Li ho visti, i bastardi, mentre applicavo il primo dei molti strati di crema che avrebbero accompagnato la mia prima giornata al mare. Alle undici,seduta sulla sdraio regolata sulla seconda tacca (quella della posizione "sdraiata, ma non troppo") , cercavo di fare mente locale su quante altre cose mi potevo essere dimenticata una volta chiusa la porta. Gli asciugamani li avevo portati, i costumi pure, anche le ciabatte e le bottiglie di crema - una era esaurita, dovevo tagliarla nel mezzo per tirar fuori le ultime stille di prodotto, un po' come i siringueiros con gli alberi della gomma in Brasile. Anche un libro avevo portato, assieme al mio lettore mp3. E i panini. quelli li avevo preparati la sera prima, e avvolti nella carta stagnola, anche perchè nel lungo viaggio di andata rischiano di riempire con il loro irresistibile profumo il vagone della metro, causando invidie e risentimenti fra gli altri passeggeri. Durante il primo viaggio (la catàbasi), infatti, si incontrano ben tre categorie di passeggeri: quelli anziani, pallidi,in camicetta con le maniche corte e pantaloni normali con le pinces e mocassini ai piedi -sempre più rari-, gonna e ventaglio per le signore; gli immigrati dell'Est, in maglietta scura e sandali oppure, se ucraine, capelli dal biondo più o meno aiutato e cotonato, denti bianchi e d'oro e magliette tese dai colori chiari; i giovani senza mezzi propri di locomozione, calzati di scarpe da sport geneticamente modificate, pezzi di maglietta e pance nude, pelle abbronzata e compatta, piercing e sopracciglio spinzettato alla Tatangelo (i maschi).
Avete mai ristretto un costume da bagno femminile?
Quando uscite dall'acqua, e andate a farvi la doccia per togliervi la salsedine e quella medusa che vi si è seduta sulla testa notate un cedimento del vostro costume da bagno sul didietro - lo slip dovrebbe rimanere incollato alla chiappa, e invece non lo fa. Inoltre, un'onda leggermente più grossa delle altre ha provveduto al tracimamento della tetta sinistra dal reggiseno costringendovi ad immergervi improvvisamente come neanche i tuffatori di Acapulco (ed è lì che avete conosciuto la medusa) .
Si fa così: si scuciono con le forbicine i lati dello slip e si fanno rientrare i due lembi di stoffa così ricavati di mezzo centimetro ciascuno (totale 1cm). Fatto? Questi verranno uniti non con la colla vinilica con almeno due cuciture di filo forte dello stesso colore del costume. I bordi saranno assicurati all'interno con altre due cuciture, per evitare un imbarazzante crollo mentre si sistema l'asciugamano e la cinese in lontananza grida masaggiooo.La stessa cosa si fa con il reggiseno -scucire le due fettucce che reggono i gancetti sulla schiena, imbastire, fare allo specchio la prova-fermezza con la nuova misura (consiglio una mezza danza del ventre tipo Shakira) e cucire ribattendo senza pietà. Oddio, alcune magari cuciono in modo più approssimativo, ma in quel caso c'è una missione in corso e non è il caso di disturbare.
Sulla spiaggia le ciccione sono in maggioranza; ho il sospetto che il problema della cellulite riguardi soprattutto chi scrive sui giornali femminili. I costumi vengono allegramente inghiottiti da pance e glutei, e ho visto coi miei occhi una coppia di tripponi -lei con crociona al collo, lui con costumino nero attillato a sottolinearne la virilità - ,duecento chili in due sotto l'ombrellone, prodursi in effusioni quasi pornosoft. Viceversa, le poche donne magre fanno vita abbastanza solitaria, azzardano un topless ma non se le fila nessuno, anche perchè hanno il marito/fidanzato a dieci centimetri di distanza che si muove e respira con loro come la biancheria in microfibra.
E' ora di pranzo: scarto i miei panini, ben presto reclamati dalla medusa, e scoperchio la macedonia di frutta con forchetta incorporata. E' importante togliere di mezzo il cordino dell'auricolare mente mangiate la macedonia, o v'impiglierete con la forchetta rischiando lo strangolamento mentre cercate di mandare avanti (shuffle) le vostre selezioni musicali faticosamente scaricate. Più tardi, potete bere con nonchalance il succo rimasto sul fondo del contenitore (senza farvi accorgere dalla medusa).
Alla spiaggia si dovrebbero "lumare i pupi", e qui si nota un fatto essenziale: l'assoluta preponderanza di bermudoni a coprire le zampe maschili. Non è una dimostrazione di superiorità vestiaria, anzi: la maggior parte dei ragazzi ha cura di portare i bermudoni: 1) con l'elastico delle mutande bene in vista -e qui ho visto scritte come Uomo Vero,Under Wear o Calvin Clain-; 2) facendo partire il bermuda appena sotto l'osso del bacino, in modo da far graziosamente notare il pancino piatto e i fianchi senza un filo di grasso. I ragazzi che non dispongono di simili attrattive indossano rassegnati i vecchi calzoncini o gli slip con le "maniglie" in evidenza. Gli anziani del villaggio conservano ancora gelosamente il vecchio costume datato 1967, e non vedono perchè lo dovrebbero cambiare. Sono abbronzati grinzosi, panciuti, hanno peli bianchi sul petto e dispongono di misteriose scorte di pesce appena pescato.
Il ritorno dalla spiaggia è una cosa assai elaborata: si prende nota del fatto che le ombre si sono allungate e tutti sono stranamente più tranquilli. Quando gli storni cominciano a saltellare sulla sabbia, è ora di levare le tende. Si comincia con gli asciugamani, che devono andare in fondo alla sacca (uno degli asciugamani deve però rimanere in cima per asciugare le estremità ed evitare di trasportare preziosa sabbia del Demanio a casa). Nelle piccole cabine degli spogliatoi e nel bagno s'incontrano madri affannate a dissabbiare bambini piccoli, mentre i figli (maschi) più grandi dicono di sbrigarsi che devono andare via. Le madri a loro volta si vendicano gridando ai figli (maschi) di togliersi la sabbia dai piedi, ancora non l'hanno fatto, perchè non l'hanno fatto? Andate a farlo, accidenti a voi! Un discorso a parte sono le docce per signori e per signore. Si può capire il sesso di chi frequenta le docce post spiaggia anche senza guardare; il luogo femminile è caratterizzato dal rumore dell'acqua che scorre: nessuna parla o quasi mentre si lava. Due passi più a destra c'è il caos: i ragazzi approfittano per farsi scherzi sotto l'acqua eventualmente tirandosi gliasciugamani bagnati addosso.La sera poi è il regno dei lavacri: il ginseng e il sandalo di shampidocceschiuma si confonde con la legna bruciata del forno della pizzeria che apre la sera. Ho sentito un tipo urlacchiare "Di se-re/nereeee! E non c'è tempo/non c'è spazio/mai nessuno capirà!" uscendo dalle docce profumato come il white musk lo avesse inventato lui. Saluto la medusa e me ne torno a casa.
Nel lungo viaggio di ritorno (l'anàbasi) si incontrano sul treno le facce di quelli che hanno soggiornato ai Cancelli di Ostia (Roma). hanno tutti zainetto, a volte ombrello portatile con manico bianco -sempre le donne- e sembrano, o vogliono sembrare, più scalcagnati dei loro colleghi che scendono prima per andare agli stabilimenti. A volte rimangono con tracce di sabbia sui piedi e si sistemano a gambe allargate sui sedili. gli intellettuali sfoderano subito il loro libro, e la loro postura è: gambe strette o accavallate che però scavallano subito perchè essendo ometti non è la più comoda delle posizioni. Fra di loro qualche venditore da spiaggia esausto con il borsone. Quando il treno arriva a Porta San Paolo -il capolinea - si materializzano uscendo fuori dai vagoni tutti quelli che avevi visto all'andata, solo in versione più stracca e arrossata. i bambini strascinano la tavoletta di schiuma per il surf sulla riva, e ci sono anche i turisti di ritorno dagli scavi di Ostia Antica. Assieme a loro, si unisce una piccola fiumana di altri turisti, più due-tre tizi in condizioni mentali precarie. Si è fatta sera. Sono tornata a casa.
I venti peli sulla gamba sinistra sotto il ginocchio e i dieci su quella destra dormono il sonno dei giusti.
0 commenti:
Posta un commento