Ore 18.00
Al supermercato c'è la fila davanti alle casse in uscita.
Bella forza, è San Silvestro e fra poco è Capodanno.
Le file di Capodanno si distinguono da quelle di Natale per la loro calma apparente. A Natale sono tutti un po' isterici, hanno comprato o DEVONO ANCORA COMPRARE i regali (capita spesso), i parenti sono venuti o stanno per piombare in casa, c'è la possibilità che non si disponga di liquidi sufficienti per regali e parenti ospiti, ecc. Questo dona alle file pre-24 dicembre una certa elettricità, che si manifesta in prodotti quasi sbattuti sopra il nastro trasportatore della cassa, file a Y davanti alla cassa stessa dove una coda di gente si aggiunge a sinistra della coda "ufficiale" (e viene ben presto smascherata dai codisti veri ), carrelli riempiti e fatti uscire nel gelo della sera dopo varie spiegazioni al personale del supermercato, gente che bara coi numerini davanti al banco gastronomia...
A San Silvestro si risparmiano le forze.
Se uno deve mangiare e preparare il cenone, ha già ordinato le derrate il giorno prima.
Alle sei di sera - mezz'ora prima della chiusura - si presentano gruppi di persone, specialmente stranieri dal primo mondo - con svariate bottiglie di vino, birra, whisky, wodka e bibite. Le cassiere richiedono l'un l'altra l'arnese per togliere il sigillo antitaccheggio ai superalcolici; altro personale viene dirottato verso gli scaffali con la vetrinetta dove giacciono le preziose bottiglie e dove altri assetati attendono. Tutti questi liquidi verranno miscelati e costituiranno il carburante di Capodanno. Comunque l'atmosfera è di calma forzata, tanto non c'è più l'obbligo religioso proprio del Natale: Capodanno è una festa semi-laica anche se è San Silvestro, si deve solo festeggiare l'anno nuovo.
L'ultimo blocco di aspiranti bevitori ha varcato la soglia della cassa, si è aperta la porta automatica e la povera cassiera ha per l'ennesima volta un brivido di freddo nonostante il maglione a collo alto e le unghie con la manicure panterata (la French non va più). Fuori c'è il vuoto che arriva circa quattro ore prima di mezzanotte.
Neanche uno sparo quest'anno.
Un classico di San Silvestro (non è lo zampone)
Ore 23.30
Sei rintanato/a a casa, e aspetti la mezzanotte per stappare lo spumante. Ti sintonizzi sui canali televisivi per avere l'ora esatta. Si sente che sta per suonare mezzanotte non perchè sta arrivando Mackie Messer ma perchè vedi sullo schermo una panoramica dall'alto di tutta la gente che canta e balla nello studio. Una delle donne - non riesci a capire chi è - intona un pezzo disco in memoria dei gloriosi anni '70, che a ogni anno che passa sono sempre più simili nella memoria alla Belle Epoque. Su un altro canale la stesa folla danzante e cantante è all'aperto, la temperatura è sottozero e ti trovi a pensare ai musicisti prigionieri nei campi di concentramento costretti a suonare per le persone mandate a morire nelle camere a gas, poi scacci questo pensiero politicamente scorretto. I minuti passano e il conduttore ha seri problemi di raucedine, sempre per via del freddo, chiama a raccolta un cantante, ma anche loro hanno un'età, non dovrebbero star fuori a quell'ora. Cambi canale e sei per alcuni minuti in compagnia di Dick Van Dyke e degli spazzacamini di Mary Poppins, ecco, forse la cosa migliore da fare a Capodanno sarebbe rivedere un film che ci ha fatto del bene durante la nostra infanzia, i minuti incalzano ma la gente non accenna a tirare fuori i fuochi artificiali. A quest'ora l'anno scorso le strade erano già in stato di guerra. Sempre più intirizzito - o forse corroborato da qualche bevanda calda e parecchio corretta - il conduttore ci informa che la mezzanotte sta per arrivare, e tu controlli immediatamente i tuoi orologi, compreso quello a cucù della zia, perchè da quando vedesti Fantozzi e il losco caporchestra mettere le lancette all'indietro perchè aveva un altro veglione da officiare non ti senti affatto tranquillo/a. Finalmente mezzanotte arriva, riesci a stappare lo spumante a tempo con l'orologio elettronico (23:59...00:00), e parte quello che paventi di più : Disco Samba dei Two Men Sound, nota anche come Peppè Peppè Peppè o Uuh Meu Amigu Sciarli Braun pronunciato con l'accento più brasiliano possibile - dopo avere ascoltato Diego Abatantuono nel Barbiere di Rio, si può fare -. Ora la videocamera sfarfalla qui e là a sottolineare la festa, in un rigurgito Nouvelle Vague anni '60 coglie attimi e facce degi astanti mentre fanno il trenino. Da una parte si vedono pure due Danzatrici del Carnevale di Rio, che svettano seminude sopra la folla semi-elegante dello studio, e sembrano quasi gli angeli di un presepe alla rovescia.
Ore 00:30
Hanno finito di sparare. Mary Poppins è volata via. Ci sono i bicchieri da sciacquare e riporre nella credenza.
Il Capodanno che tutti/e vorremmo vivere: L'Appartamento di Billy Wilder (1960), con Jack Lemmon, Fred MacMurray e Shirley MacLaine. Questo è il finale dove Mrs. Kubelik (MacLaine) capisce di non essere stata ingannata dal collega d'ufficio C.C. Baxter (Lemmon), e molla il capufficio Mr. Sheldrake al veglione di Capodanno, per correre da lui.