Tu non stai bene.
Hai avuto questa sensazione di nausea per tutto l'afoso pomeriggio seguito al pranzo.
Non dovevo cucinare i peperoni,ti metti a pensare.
Provi ad alzarti, poi nell'ordine :
abbassarti
sdraiarti sul letto coi vestiti addoso (errore fatale, quello che dovevi mandare giù ti ritorna su senza tirarti su come il caffè)
alzarti di nuovo.
Fai una passeggiata, e ti accorgi che il tempo non è neanche afoso, ma immoto, di quell'immobilità che ti prende alla testa e ti soffoca.
Cala il pomeriggio lentamente - siamo con l'ora legale ora, e i pomeriggi cominciano ad essere tali -
Cerchi di pensare a qualcosa di divertente, a quali dolci preparerai per Pasqua, qualunque cosa.
I peperoni - è colpa loro, sono senz'altro i peperoni! - rimangono incastrati sotto l'esofago, o almeno pensi che il posto sia quello.
Scende la sera lentamente, ma i tuoi peperoni non lo fanno. Rimangono lì.
Non ceni e vai a letto, e neanche il contatto con le adorate lenzuola (come capisci Paperino quando vuole rimanere a letto!) risolve la situazione.
Naturalmente hai già bevuto acqua e bicarbonato con uno spruzzo di limone,
Hai anche cercato invano l'ultima pastiglia di digestivo avanzata da quel pranzo fuori dai parenti - dovevi farci un quadretto con la scritta 'in caso di necessità rompere il vetro', come per le sigarette - .
Tu non stai bene.
Ti rivolti nel letto.
Provi a leggere un buon libro
Provi a leggerne uno cattivo.
Le lenzuola ti si attorcigliano addosso.
Guardi la radiosveglia sul comodino alla tua destra vicino alla finestra, e con un occhio solo realizzi che è l'una di notte.
Accendi la radiosveglia, centrando con la mano e l'occhio aperto il tasto Start (perchè i tasti li fanno invisibili come se le radiosveglie le usassero i sette nani?)
Ascolti la replica di un programma radio andato in onda la mattina, più diversi borbottii provenienti da altre emittenti di probabile origine balcanica
Finisci per spostare la rotellina della sintonia sulla stazione dei Grandi Successi degli anni '80 e '90 missati in rapida successione. Nel buio della notte vedi materializzarsi i fantasmi di tanti ricordi che non riesci ad afferrare.
Sono quasi le tre di notte, ti spaventi per l'ora tarda e per il fatto che i peperoni avranno ascoltato anche loro la radio dal tuo esofago, ma si sono guardati bene dallo scendere nello stomaco.
Spegni la radiosveglia.
Buio. Silenzio.
Riaccendi la luce.
Passi mezz'ora a guardare il soffitto, poi l'armadio.
Le ante di quell'armadio quattro stagioni sono sempre state un problema: da quando sono saltate le serrature per l'uso eccessivo - modello difficile da sostituire a meno di riuscire a contattare quelli che hanno assemblato l'armadio - tu ti limiti a incastrare le ante di lacca nera fra di loro.
Appoggi la testa sul cuscino.
La testa si muove. E' ferma ma si muove.
Guardi in alto e vedi il lampadario.
Il lampadario.
Da sinistra a destra, da destra a sinistra.
Le sei ante dell'armadio davanti a te si spalancano, e sembrerebbe quasi un colpo di teatro, una cosa che ti divertirebbe se la vedessi al cinema, ma tu sei al centro della stanza su letto e hai le ante di lacca nera dell'armadio quattro stagioni alte tre metri che si muovono tutte insieme.
Si muove anche la libreria ora. Cade a terra la tua bottiglia preferita.
Mary Poppins. Mostrava la sua magia ai piccoli Banks facendo muovere ogni cosa nella loro cameretta.
Nel film tutti si muovevano, però. Non come te, nel letto in mezzo alla stanza.
Perchè è questa la cosa più atroce: NON TI PUOI MUOVERE. Tutto gira e tu sei con i peperoni storditi all'altezza dell'esofago, e una forza quasi ti inchioda al letto, perchè se provi a sollevare la testa finisci di nuovo a terra.
Ti chiedi quanto tempo un armadio medio quattro stagioni comprato di seconda mano alto tre metri con quattro ante di lacca nera ai lati e altre due ante di specchio al centro pieno fino all'orlo di tutto ci mette a crollarti addosso.
Mentre ti chiedi se nel frattempo ti cadrà addosso anche il lampadario che ormai ha un moto rotatorio costante senti che anche le pareti non sono più tanto tranquille: spingono il letto verso il centro della stanza.
Il tuo stato d'animo è stranamente lucido e immobile. Ti chiedi ad esempio assurdamente se è meglio rimanere fermi o scappare via dalla stanza. Ti rimproveri per pensare a cose tanto sciocche quando forse sono gli ultimi momenti...
Il lampadario oscilla di meno.
La prima anta si ferma. Scivola giù un maglione. Eccolo dov'era.
Anche il letto si ferma.
In un minuto e mezzo passi da Mary Poppins all' Esorcista, perchè non solo riesci ad alzarti, ma corri in bagno per vomitare. Attraversi di corsa il corridoio nero, accendi la luce, due passi a sinistra, hai la forza di alzare la tavoletta del WC e non succede niente.
Sudi freddo.
Al secondo tentativo il respiro finalmente ti manca (ed è l'unica occasione in cui si benedice il fatto di essere senza fiato) e i peperoni ti dicono addio concludendo il loro viaggio, invece che verso il tuo intestino e oltre, in qualche parte del Tirreno.
Respiri. Era ora.
Ti appoggi,i capelli umidi, al lavandino. No, non si muove (ci hai pure messo lo stucco a presa rapida la settimana scorsa).
Ti guardi allo specchio. Hai la faccia stravolta. Ma ferma.
Alle 3:32 a centodieci chilometri circa da casa tua si fermava ogni cosa.
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