"Buon Natale, Laura." |
Il post precedente era dedicato allo spot natalizio della catena britannica di abbigliamento, arredamento e articoli per la casa John Lewis. Una campagna all'insegna dei buoni sentimenti narrati in una chiave apparentemente inquietante.
Aldi è invece una catena di supermercati discount nata in Germania nel 1946 dai fratelli Albrecht (il nome Aldi significa infatti Albrecht Discount) e sviluppata in mezzo mondo - l'altro mezzo è di Lidl - . Parlando di negozi discount, è chiaro che occorreva concentrarsi non sull' "atmosfera" regalata dalle cose in vendita ma sui prezzi più convenienti; in particolare quelli di alcuni prodotti identici a quelli di marca. Questo vantaggio viene visto da punto di vista strettamente pubblicitario come un "vorrei ma non posso", una roba da sfigati. La campagna Aldi ribalta il concetto con una serie di sketch brevissimi (21'') a camera fissa e schema uguale: a sinistra il prodotto famoso; a destra l'equivalente Aldi; sotto, i cartellini coi rispettivi prezzi. Lo spot sarebbe finito lì se non fosse per l'idea geniale di far presentare i due prodotti a varie tipologie di persone "normali" (la tanto famigerata common people) . Ognuno afferma di apprezzare sia il primo che il secondo prodotto (quindi non badano al prezzo più basso ma alla qualità che è la stessa), poi aggiungono che amano ancora di più un'altra cosa (varia a seconda delle persone). La campagna natalizia passa dal giovanotto di mezzi e di bell'aspetto che deve regalare una bottiglia di champagne all'amica
Ora, questo mi piace. E questo mi piace proprio. La mia amica Laura ama le bollicine. (Tira fuori una confezione famiglia di bagnoschiuma da 99 pence). Buon Natale, Laura.
Notare il televisore al plasma a 25" e relativo impianto sonoro alle sue spalle.
all'arzilla vecchina nel tinello di casa sua alle prese con due bottiglie di liquore di whiskey irlandese alla crema
Mi piace un bicchierino di questo, a Natale. Anche un bicchierino di quest'altro, a Natale. (Tira fuori un rametto di vischio) Ma soprattutto, mi piace un po' di questo a Natale! (Tira un bacio sotto al vischio).
Il corrispettivo maschile della vecchina è un tranquillo signore che vorrebbe regalare la crema al whiskey alla fidanzata:
Alla mia ragazza piace questo. All'altra mia ragazza piace questo. A me piacciono tutt'e due. (Un caso estremo di identificazione del prodotto con il suo fruitore).
I quadretti offerti dagli spot Aldi mostrano piccole schegge d'umanità ritratte in vere e proprie "tragedie in tre battute", spostando l'attenzione dall'argomento "prodotto costoso/a buon mercato" che tutti si aspetterebbero da un supermercato discount ai potenziali clienti. Ognuna di queste persone viene colta sommessamente nella sua individualità, in stile "documentario" (si sente persino, lievissimo, il ronzare della cinecamera). I personaggi vengono anche descritti dal décor delle stanze intorno a loro (alberelli di Natale con decorazioni in serie o ben distribuite - la nonnina del vischio - o piazzate qui e là sull'albero - il giovanotto, che evidentemente è troppo busy per addobbare un albero in modo decente). Una tale ricchezza di particolari l'ho trovata solo nei lavori della Aardman Animation (quelli di Wallace and Gromit). Il messaggio interno degli spot è chiaro: il discount non è una scelta legata al reddito, ma alla sensibilità del consumatore.
Comunque, lo spot migliore in assoluto della campagna Aldi non a che fare col Natale, ma col tè:
Ho comprato questo tè per mio marito. Gli piace il tè. Gli piace anche quest'altro tè. (Pausa. Fa una piccola smorfia di disappunto.) A me non piace il tè. (Tira fuori un bicchiere) Mi piace il gin.
In 21 secondi c'è tutta la disperazione di un matrimonio andato a male, con la credenza onusta di ceramiche e statuine alle spalle della povera signora deteinata. Tuttavia non possiamo fare a meno di ridere. Il Natale Aldi, o le miserie del consumatore.
4 commenti:
Mi sono guardato giusto oggi pomeriggio questo http://youtu.be/U61Jozdy5Kw (domenica da campioni, direi) e l'ultimo video non ha potuto fare a meno di ricordarmelo... Mi chiedo quanto possa essere fattibile una pubblicità del genere, così ellittica e sottotono, in Italia.
Ciao Watkin!
In effetti tutta la campagna Aldi, a cura della McCann Manchester (che tra l'altro ha vinto un sacco di premi)
é impregnata di un forte spirito Bennettiano - inoltre, se ci fai caso, molti degli accenti dei "clienti" intervistati sono del nord - (in un altro spot abbiamo addirittura un gatto gallese...)
In Italia avrebbero subito obbiettato che non si può far vedere gente così squallida in uno spot; che si promuoveva l'alcolismo fra gli anziani, che tutti devono avere l'accento brianzolo come minimo...
Ho pensato: ecco uno spot per alcolisti :-)
@Eu: Non credo, qui i bevitori in realtà ci fanno una pessima figura (a differenza delle pubblicità italiane dove sono tutti giovani e gran fighi, compresi quelli che si sgargarozzano i Mon Chéri con la scusa che sono praline).
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