Quattro spot stanno girando ad alta rotazione per le reti generaliste. Due reclamizzano un analgesico e un gelato, uno è una campagna a cura del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione e uno presenta tutta la gamma prodotti di un noto disinfettante.
Questi quattro Cavalieri dell'Apocalisse pubblicitaria si distinguono per la loro ferale bruttezza, non si sa se voluta o involontaria.
Al primo posto (ma andrebbero tutti e quattro ex-aequo) c'è la campagna 2011 per l'analgesico a base di Ibuprofene Moment. Siccome quest'anno lo hanno fatto uscire in formato capsule molli ad alto assorbimento (gli analgesici ora devono fare effetto nel più breve tempo possibile, come neanche le droghe di più largo consumo), invece di far vedere viaggi allucinanti di capsule in apparati digerenti ricostruiti come il plastico di Porta a Porta, questa volta hanno avuto la trovata di abbinare l'aggettivo molli con il nome di una ragazza inglese, che è - indovinate? -
MOLLY!
Allora, Molly ha mal di testa, anzi, mal de testa dato che è anglofona e parla come Mal dei Primitives. Il ragazzo (italiano) che l'accompagna, il quale dato il mal de testa di lei vede sfumare una possibilità di rimorchio, le risponde: no problem, Molly, puoi provare Moment capsule - e qui parte il primissimo piano del giovane con il prodotto - molli! La scena seguente vede i due sul motorino, lei caccia un urlo e dice Guarda! A questo punto i due si girano a sinistra - a destra di chi guarda - contravvenendo ad almeno dieci campagne per la sicurezza in strada dei giovani, e, scorgendo un manifesto con la capsula molle, gridano insieme: molli! E ridono tipo finale di telefilm americano anni '60 -'70 (dopo gli anni '80 non ride più nessuno.) Questo spot basa la sua bruttezza sulla descrizione del nulla pneumatico: lo spettatore ha l'impressione di seguire un minifilm sulla storia di due ragazzi a Roma, in realtà tutto gira sul gioco Molly - pasticche molli, talmente idiota da risultare alla fine quasi vintage (ricorda per il meccanismo lo slogan non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello! della Cinghiale tanti anni fa).
Il secondo spot è l'ultimo Sammontana della serie "Il gelataio" . La Sammontana (gelati all'italiana) si è specializzata nel corso degli anni in una comunicazione volutamente "di serie B", dato che il settore A nell'ambito dei gelati è occupato dalla Algida. Spira qui un'aria molto anni '80, quando tante pubblicità venivano fatte in studio con scenografie surreali e "post-moderne"(il modello di riferimento è il celebre spot Lemonsoda del 1983 con la colonna sonora dei Police.)
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Il Gelataio-demiurgo (che tra l'altro presenta una somiglianza incredibile con il neosindaco di Milano Pisapia) stavolta mostra di avere anche lui certe esigenze, tantè vero che s'invaghisce di una fanciulla in abito azzurro che gli sussurra: Facciamo qualcosa d'intrigante? che non è O' famo strano ma poco ci manca. Noi ci prepariamo spiritualmente a vedere il Gelataio che per una volta si sistema lui, coglie ciliegioni, pesca quadrotti di cioccolato in stile Willy Wonka, porge persino alla Fanciulla in blu un gelato stecco, invece l'ultima inquadratura rivela che l'Intrigo lo sta solo sognando. Tutto lo spot finisce per essere quasi malinconico, e induce a non volere più mangiare gelati come prima.
Il terzo spot è una campagna a cura del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, e parla di un numero verde a cui rivolgersi per ogni dfficoltà burocratica. La protagonista è una donna ancora giovane che nel corso della mattinata non fa che ricevere telefonate da tutti i membri della famiglia per sistemare le loro beghe burocratiche. Da notare la recitazione di lei: si muove leggermente a scatti, e pare di vedere in filigrana una delle Mogli di Stepford quando hanno perso il loro robotico controllo.
Inoltre è vestita con un completo palazzo bianco con sopra una specie di giustacuore lilla : un abbigliamento, se non fosse per i pantaloni, quasi ottocentesco - l'effetto è accentuato dalla pettinatura con i due bandeaux laterali - . L'azione si sposta dal parrucchiere dove la neodonna di Stepford continua a ricevere chiamate su chiamate neanche fosse un centralino. A questo punto la parrucchiera prende la parola e rivela che c'è un numero speciale a cui il/la cittadino/a si può rivolgere per risolvere ogni questione. Impagabile la faccia della donna alla frase Sono così gentili! :
Sono così gentili. Evidentemente in quel ministero sono talmente abituati al ministro Brunetta e alle sue reazioni che una risposta ad una richiesta di informazioni espressa con voce normale sembra un miracolo.
Un po' di igiene infine non guasta ed ecco l'intera gamma di prodotti Amuchina.Un tempo le casalinghe delle pubblicità si disperavano perché era cascato loro un uovo per terra, o perché era finito il caffè. Ora vanno in fibrillazione perché manca il disinfettante. Per fortuna c'è la "sorellona" che salva la situazione igienica di tutta la casa (e se la casalinga protagonista fosse stata figlia unica?). Questo spot a lungo andare getta un'ombra sinistra sulle vite non igienizzate di chi lo guarda; si sa di persone che ormai condiscono l'insalata con l'Amuchina invece che con l'olio.
5 commenti:
Bellissima questa serie sul trash pubblicitario! Sto ancora ridendo da sola, menomale che a casa mia sono tutti a letto... :D
Ciao Dona!
magari fosse trash, qui temo si vada oltre la sfera del tuono (come Mad Max)...
Allora, visto che siamo in argomento, mi piacerebbe conoscere il tuo parere su questa.
Oddio, l'associazione gelataio/Pisapia mi ha fatto letteralmente laughing out loud, uno dei rari casi di vero LOL!
(e comunque della reminescenza di "Vacanze romane" nella pubblicità di Molly ne vogliamo parlare?)
Vacanze romane è usato, più che come reminiscenza, come richiamo subliminale nel pubblico, visti tutti i gadget ispirati al film di Wyler (e alla scena in Vespa in particolare). La gente vede lo spot, rimembra qualcsa ma non sa perché.
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