Mentre fuori si sta scatenando il diluvio, ho la faccia semi-immobilizzata.
Mi sono messa su una maschera di bellezza.
Fin da piccola sono sempre stata affascinata non tanto dalle maschere quanto dal momento fatidico in cui un personaggio si toglieva la sua, di maschera. Esemplare era la serie di Fantomas degli anni '60, con Jean Marais nei panni del Genio francese del Male e Louis De Funès nei panni dell'ispettore Juve (si pronuncia Sgiùv con la g dolce, la squadra di calcio non c'entra). Quando Fantomas si toglieva una dei suoi milioni di maschere perfette,
appariva una faccia grigio piombo con un taglio per la bocca, quasi senza naso e due buchi bianchi per gli occhi. Io rimanevo malissimo davanti a quella visione, ma non potevo fare a meno di ammirare - avevo cinque anni - la maestria di tutta l'operazione. Una maschera intera! Di gomma! Altro che Carnevale!
Le maschere "di bellezza" più divertenti sono quelle tipo peel off, che piano piano formano una pellicola trasparente sul viso tipo colla vinilica (e come le due filosofe di Ostia si può finalmente dire di stare a ffà 'a colla). Durante l'attesa la maschera si aggancia alla pelle, impedendo parzialmente ai muscoli facciali di cooperare, così si ha una vaga idea di che cosa si va incontro a forza di iniezioni di Botox.
Il fascino della maschera tolta davanti a tutti, o da soli davanti all'obbiettivo, è una scena madre a cui pochi sanno rinunciare. Dal Fantasma dell'Opera in giù,
è tutto una musica in crescendo, sguardi atterriti solitamente di donna, campo/controcampo, dettaglio delle mani che si afferrano il collo e voilà! La faccia non c'è più. Urlo finale (della donna,ovvio).
Naturalmente occorre togliere i capelli dal viso, altrimenti una ciocca o due rimarrà impastata nella maschera. Mentre si attende il momento della caduta del viso artificiale, si possono fare alcuni esercizi ginnici ispirati al personaggio della bambola nel Casanova di Federico Fellini, alla cui faccia si sta somigliando ogni minuto di più:
Un video particolarmente impressionante fu quello firmato dai registi inglesi Godley & Creme
per una canzone di Lou Reed degli anni '80, No Money Down. Passato sull'allora potente MTV, era in un certo senso la raffigurazione dell'artista come marionetta dal volto di lattice. Verso la seconda metà del video accade però qualcosa: Lou Reed - marionetta si strappa la faccia-maschera, e rimane con l'impalcatura di metallo e i bulbi oculari di plastica che si muovono di qua e di là, mentre la mascella inferiore vaga libera e finisce la canzone:
E' giunto il momento di togliersi la maschera. In bagno, con la luce dello specchio che peggiora i lineamenti, si prova a togliere la maschera peel-off dal collo in su, come Fantomas, ma si ottiene solo una striscia scrausa di pellicola, e non "la maschera", la vecchia identità che se ne va via con l'acqua tiepida. Allora si adotta il sistema Lou Reed: tutto via da un lato. Rimangono impigliati i capelli nell'operazione, si pela via la pellicola a brani, una striscia dietro l'altra, si pulisce il rimanente ed ecco.
Nello specchio appare una nuova faccia, leggermente più arrossata della precedente, niente occhi che cadono, niente pelle grigia, niente mascelle squadernate.
Uno quasi ci rimane male.
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