Grandi canzoni condominiali

Abbiamo visto nel post precedente a questo come l’essere umano, posto di fronte ad un accadimento come un’assemblea condominiale perda a poco a poco tutta la sua umanità per trasformarsi in un essere chiamato condòmino. Ebbene, ho trovato due canzoni che hanno cantato lo stato d’animo di chi si sente – con o senza luna piena – sotto l’effetto di una riunione.
La prima è Montague Terrace (In Blue), del 1967, cantata da Scott Walker, dark crooner americano naturalizzato inglese degli anni ’60-’70, dall’incredibile carriera artistica e dall’eredità seminale (per dirne una, gente come David Bowie o Nick Cave gli devono parecchio). Con un’introduzione simile al Deguello di Dimitri Tiomkin nel Dollaro d’onore di Hawks, il condòmino Walker informa l’assemblea di avere un problema con quello del piano di sopra.
Inizia così:

The little clock's stopped ticking now

We're swallowed in the stomached rue
The only sound to tear the night
Comes from the man upstairs

Siamo inghiottiti in un rammarico viscerale, la sveglia ha smesso di ticchettare (ed è un po’ come quando il giradischi suona a vuoto e la puntina fa cric sul disco); gli unici rumori vengono dall’uomo che abita di sopra.
A questo punto parte la descrizione dell’inquilino:

His bloated belching figure stomps

He may crash through the ceiling soon

Quest’orrido trippone ciabatta e rutta per casa per tutta la notte, e potrebbe sfondare il soffitto per quant’è grasso. (Il soffitto che cade sulla testa è una delle ossessioni ricorrenti di tutti i condòmini). Detta così la cosa potrebbe essere anche scherzosa, se non fosse (perfettamente) pronunciata con gli accenti lugubri di Scott. Un’osservazione sul tempo, che allude alla mancata accensione del riscaldamento:

The window sees trees cry from cold

And claw the moon

Gli alberi piangono per il freddo e artigliano la luna per i rami. Parte il coro con gli archi a tutto campo – chiamarlo ritornello è un’offesa mortale - e arriva la minaccia:

But we know don't we

And we'll dream won't we
Of Montague Terrace in blue

Cari signori, se non vi decidete a convincere il ciccione e a pagarmi i danni al soffitto, adirò le vie legali ! Ma non basta: per effetto dei recenti provvedimenti anti-lucciole si è installata una ragazza che
across the hall makes love

Her thoughts lay cold like shattered stone
Her thighs are full of tales to tell
Of all the nights she's known

fa l’amore dall’altra parte della sala, i pensieri freddi e sparpagliati come pietre, le cosce piene delle notti che ha vissuto (e il timore della casa che si svaluta). Il millesimo Scott ha anche un problema con la sua metà, dato che

Your eyes ignite like cold blue fire

The scent of secrets everywhere

I suoi occhi dardeggiano come fiamme gelide l’odore di tanti segreti ovunque (è gelosa della ragazza across the hall, con tutti quei segreti nelle thighs). Perché hanno dato retta a quell’agenzia immobiliare? Inoltre, ma non lo dice esplicitamente, ha dei problemi con la rata del mutuo. Quel pugno di delusione che blocca i loro pensieri.

A fist filled with illusions

Clutches all our cares

Scott conclude dicendo di continuare a sognare (vero?)

Of Montague Terrace in blue
Oh so blue

E non giallo: COME CAVOLO L’AVETE DIPINTA LA FACCIATA?




San Francisco 1906, dopo il terremoto (video)

Questo dramma casalingo elevato all’ennesima potenza è stato messo a verbale (e per una volta la condòmina del secondo piano tace).
Anche l’Italia però se la cava bene in fatto di canzoni condominiali, e la prova è questo Plafone di Elio e Le Storie Tese, tratto da Studentessi (2007). Gli Elii (centocinquanta millesimi in tutto da ricalcolare come al secondo punto) hanno scritto in realtà un’autentica aria settecentesca con arrangiamento in puro stile progressive. Dopo l’elaboratissima introduzione – che permette di ricalcolare tutti i millesimi delle delegazioni presenti, i condomini Elii (che hanno delegato per l’occasione Antonella Ruggiero) riferiscono all’Assemblea di un guaio che coinvolge due bagni posti sotto la stessa colonna

Vedo lassù che non c'è quel bel getto d'acqua

Forse chiamerò l'idraulico
Perché scopro che dei forellini si sono otturati
Per colpa di un calcare malefico

Addio piacere della doccia, e soprattutto addio all’arte di cantare sotto la doccia stessa delle melodie che salgono

su, ancora più su

Semplice? No.
Perché quelle facili le san cantare tutti

La delegata Ruggiero inondata dall’acqua della doccia pensa di chiamare un idraulico, ma il dramma si consuma al piano di sotto!

E qui sotto da me

C’è già una macchia sul plafone
Che l'ho pagato due milioni delle vecchie lire
Ma nella prossima assemblea di condominio
Io farò valere tutti i miei millesimi

Se Scott Walker sogna di Montague Terrace in blue, Elio in persona piomba sull’assemblea e col suo vocione tenorile minaccia sfracelli e parcelle idrauliche da capogiro!

E si vedrà allora chi è Il vicino di casa

Che è bravo buono e tutto
Ma quando si arrabbia
Sono dolori

La cosa incredibile di Plafone è la sua serietà musicale unita all’ironia del testo: questa è un autentica aria d’opera arrangiata in chiave prog, NON una parodia o altro. Gli Elii sono –non lo si ribadisce mai abbastanza- fra i musicisti più seri e preparati della nazione. E su questo punto penso che qualunque assemblea possa votare all’unanimità. (Che, a differenza dell’ eternità di Ornella Vanoni, le braccia le spalanca di rado).





Versione su disco di Plafone (featuring Antonella Ruggiero).
Attenti a DJ Stefàno!




Versione live dal Teatro Colosseo (Torino).
La cantante è Paola Folli

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