C'è da spostare una macchina...

La Stazione Termini a Roma (il Dinosauro)

Nel ganglio di vie fra Manin e Amendola (zona stazione Termini, Roma), il capolinea dei tram -in attesa di essere spostato a Piazza dei Cinquecento a lato della stazione stessa - è l'immagine stessa della disperazione e della casualità allo stesso tempo. Tanto per cominciare, i passeggeri non salgono sul tram.
No.
Vi si catapultano dentro. Anzi, prendono la rincorsa da via Manin incrocio via Amendola, incrocio peraltro caratterizzato da un negozio di abbigliamento sportivo, una pizzzeria e un kebabbaro (la versione cittadina e rimasticata del Doner Kebab) . La rincorsa per non perdere il tram inizia proprio dal momento esatto in cui tu senti il prfumo del kebab. Allora capisci con l'olfatto che sei in prossimità della vettura e che non devi perderla, cosicchè attraversi l'incrocio velocemente, stoppando le auto che vengono nella tua direzione, inizia lo strettissimo marciapiede dove già si scontrano i passeggeri in uscita e quelli in entrata, fai per mettere il piede sul primo altissimo gradino...
Solo che il tram è fermo.
Anche i passeggeri sono fermi, sparpagliati intorno ai binari. Alzi lo sguardo e vedi due vigili urbani davanti al muso di un' automobile che sporge in modo tale da ostruire i binari. Hanno i taccuini e le radiomobili, ed hanno GIA' chiamato il carro attrezzi (Non chiedeteglielo un'altra volta).
Fra i clienti Metrebus in attesa non manca mai la persona di una certa età che è piena di buste, deve attraversare tre quartieri e normalmente impiega un'ora. Non sa se imprecare -l'imprecazione ad alta voce è riservata alle persone più giovani, vestite di tutto punto di ritorno dal lavoro e con i piedi piagati dalle scarpe a punta che si sono ostinate a mettere nonostante il caldo ancora evidente - o rimanere silente ad osservare Il Miracolo che prima o poi avverrà.
Arrivano gli studenti dal vicino liceo, e anche loro stanno fermi e ne approfittano per controllare i telefonini. Si raggruppano fra di lor formando quasi un ammasso di cellule all'interno del gruppo più grande di extracomunitari anche loro bloccati dal macchinone. Le donne sudamericane, non è un luogo comune, sorridono e cercano di fornire indicazioni sul percorso del tram come neanche all'Ufficio Informazioni, mentre gli africani arrivano spesso coi borsoni oppure sono ben vestiti in giacca e cravatta, e armeggiano anch'essi coi cellulari. Tutta questa gente si raggruma sempre più intorno alla Scena del Delitto, e manca solo la striscia gialla con "crime scene" scritto sopra. Tre turiste tagliano ciabattando la folla in diagonale, e non si può fare a meno di notare che sono mezze nude -una ha un costume da bagno che le sporge dalla maglietta nera in malo modo - e soprattutto hanno un aspetto più che sformato rispetto alla media delle loro coetanee, come se il lungo viaggiare avesse cambiato loro i connotati.
Vista dall'alto, la scena si presenta così: un gruppo di persone che occupa un incrocio intorno al cofano di un'automobile mentre una fila di tram giace inerte sullo sfondo. Gli autisti si guardano in giro in attesa di ripartire e vengono guardati con sospetto dai non-passeggeri, i quali a loro volta hanno un solo, devastante desiderio: avere tra le grinfie il/la proprietario/a dell'auto, strapparlo dalle mani dei vigili e farne polpette gettandosi su di lui/lei come un'orda di zombi digiuni.
Chi ha compiuto il misfatto però non appare (non ha tutti i torti)
Quando, dopo circa un'ora, dopo che tutte le bestemmie sono state pronunciate e tentativi di carica sedati a colpi di stampa free-press, due cigolii annunciano la fine dell'agonia: quello del carro attrezzi che aggancia il macchinone e se lo porta via fra grida di giubilo, e quello del predellino del primo tram dopo che il piede n° 43 dell'autista vi è montato sopra, per avviare finalmente la partenza.
E' in queste occasioni che si percepisce fisicamente l'importanza del partire da un luogo all'altro; il tram, pieno di gente sollevata, sembra quasi una nave del 20° secolo o un treno del 19°; stessa aura mitica. Ti accomodi a sedere -o stai in piedi, il più delle volte-, accendi il tuo lettore come si fa con le sigarette e pensi che è andata anche stavolta.

0 commenti: