"We played old 45s..." Our Mutual Friend, The Divine Comedy
La mia famiglia possedeva un bel po’ di 45 giri. Ora possono sembrare dei pezzi di modernariato, ma nel 1966 (periodo in cui datano la maggior parte dei suddetti 45 giri) erano un decisivo veicolo di comunicazione. Basta vedere le copertine: qui è raffigurata una giovanissima Wilma Goich non ancora coniugata Edoardo Vianello – e quindi non ancora I Vianella e Semo ggente de bborgata/ che alla vita ce tiè - ritratta dietro una ruota davanti a un casolare di campagna. La giornata è solatìa, e il verde praticello ai suoi piedi suggerisce immagini di allegre scampagnate. Il ritornello della gioiosa Attenti all'amore però fa:
A – a – attenti all’amore
L’amore finisce male
E troppe volte fa male
Male a tutti voi.
Nel 1966 avevo due anni, e mia madre mi faceva cantare questa canzone al magnetofono Geloso a bobine che possiedevamo. Credo mi abbia in buona parte condizionato la mia futura –inesistente- vita affettiva.
La seconda copertina è invece un vero e proprio Sign o’ the Times (oh, yeah! - direbbe Prince): se oggi abbiamo i download illegali, nel 1966 c’erano i falsi 45 giri con due lati A invece di un lato A e uno B più scadente. I pezzi venivano cantati da perfetti imitatori dei cantanti più in voga (qui abbiamo una certa Barbara che rifà mirabilmente Iva Zanicchi in Parla Tu Cuore Mio,
versione italiana di un lentaccio terzinato della cantante italo-americana Timi Yuro. La ragazza in posa sul pagliaio mi faceva sempre pensare a quanto dovesse soffrire a stare là sopra invece di farsi fotografare in riva al mare…Era una versione più casalinga delle copertine degli album di Fausto Papetti. Sull’altro lato c’era Siesta,
cantata da un simil-Bobby Solo, con il sovversivo testo:
Quando è l’ora della Siesta (detto in modo galeotto)
E’ festa per me
E invece di dormire
Io vado a passeggiare
Da solo col mio amo-ore
(Finalino) Però
La gente non lo sa-a-a.
Da questa canzone appresi confusamente che se volevo combinare qualcosa di buono, dovevo farlo in modo silenzioso e senza farlo troppo sapere in giro.
E veniamo alla terza copertina, quella più controversa: Cristine.
Sensuale beguine suonata al piano da Don Jaime De Mora Y Aragòn (ossia “Fabiolo”, fratello della regina del Belgio e personaggio del jet-set internazionale), si ispirava al famoso scandalo Profumo del 1960, quando l’allora ministro della difesa inglese John Profumo venne accusato di passare informazioni segretissime ai russi tramite la squillo d’alto bordo Christine Keeler. Qui è scritto Cristine senza l’h, ma il brano è a tutt’oggi francamente irresistibile. Inizia con una voce femminil-strascicata che modula: My name’s Christiiine…Parte il brano per fermarsi qualche battuta dopo. Torna la voce a sussurrar: What’s Yooours? La canzone è in pratica uno Stop and Go punteggiato da battute e brevi sospiri della sexy Christine. La copertina offre il massimo della peccaminosità su un 45 giri senza essere arrestati (ammirate le pantofoline bordate di marabù celeste), ma è la frase sul retro a stendere: il pezzo è cantato da Miss X, che data la natura del brano ha preferito trincerarsi dietro uno pseudonimo.
Dopo quarantadue anni mi chiedo ancora: chi sarà stata Miss X?
A – a – attenti all’amore
L’amore finisce male
E troppe volte fa male
Male a tutti voi.
Nel 1966 avevo due anni, e mia madre mi faceva cantare questa canzone al magnetofono Geloso a bobine che possiedevamo. Credo mi abbia in buona parte condizionato la mia futura –inesistente- vita affettiva.
La seconda copertina è invece un vero e proprio Sign o’ the Times (oh, yeah! - direbbe Prince): se oggi abbiamo i download illegali, nel 1966 c’erano i falsi 45 giri con due lati A invece di un lato A e uno B più scadente. I pezzi venivano cantati da perfetti imitatori dei cantanti più in voga (qui abbiamo una certa Barbara che rifà mirabilmente Iva Zanicchi in Parla Tu Cuore Mio,
versione italiana di un lentaccio terzinato della cantante italo-americana Timi Yuro. La ragazza in posa sul pagliaio mi faceva sempre pensare a quanto dovesse soffrire a stare là sopra invece di farsi fotografare in riva al mare…Era una versione più casalinga delle copertine degli album di Fausto Papetti. Sull’altro lato c’era Siesta,
cantata da un simil-Bobby Solo, con il sovversivo testo:
Quando è l’ora della Siesta (detto in modo galeotto)
E’ festa per me
E invece di dormire
Io vado a passeggiare
Da solo col mio amo-ore
(Finalino) Però
La gente non lo sa-a-a.
Da questa canzone appresi confusamente che se volevo combinare qualcosa di buono, dovevo farlo in modo silenzioso e senza farlo troppo sapere in giro.
E veniamo alla terza copertina, quella più controversa: Cristine.
Sensuale beguine suonata al piano da Don Jaime De Mora Y Aragòn (ossia “Fabiolo”, fratello della regina del Belgio e personaggio del jet-set internazionale), si ispirava al famoso scandalo Profumo del 1960, quando l’allora ministro della difesa inglese John Profumo venne accusato di passare informazioni segretissime ai russi tramite la squillo d’alto bordo Christine Keeler. Qui è scritto Cristine senza l’h, ma il brano è a tutt’oggi francamente irresistibile. Inizia con una voce femminil-strascicata che modula: My name’s Christiiine…Parte il brano per fermarsi qualche battuta dopo. Torna la voce a sussurrar: What’s Yooours? La canzone è in pratica uno Stop and Go punteggiato da battute e brevi sospiri della sexy Christine. La copertina offre il massimo della peccaminosità su un 45 giri senza essere arrestati (ammirate le pantofoline bordate di marabù celeste), ma è la frase sul retro a stendere: il pezzo è cantato da Miss X, che data la natura del brano ha preferito trincerarsi dietro uno pseudonimo.
Dopo quarantadue anni mi chiedo ancora: chi sarà stata Miss X?
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