La mitica Pacific Princess (The Love Boat)
Vorrei parlare di David Foster Wallace, e della sua morte improvvisa, ma preferisco riportare un brano tratto da Una cosa divertente che non farò mai più (A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again), un reportage da una crociera extralusso nei Caraibi ommissionato allo scrittore nel 1998.
Qui Wallace descrive il mondo delle crociere, chi ci lavora, chi le comanda, chi se le gode, chi è invidioso della nave attraccata accanto alla sua, ecc.ecc. La sua è una scrittura lungi dall'essere sprezzante nei confronti delle cose e persone che descrive; l'agghiacciante si stempera nel pietoso, e tutt'e due sfociano nel comico assoluto. Qui in particolare si sofferma sulla radiosa e ricattatoria brochure pubblicitaria della nave extralusso Nadir su cui s'imbarcherà a breve. Da notare l'uso delle digressioni a piè di pagina nel racconto, degno del Tristram Shandy di Laurence Sterne.
Cap. Quattro, pagg. 20 – 22 (ed. Minimum Fax, 1998 – Trad. Gabriella D’Angelo e Francesco Piccolo)
“Vi basterà affacciarvi dalla nave e guardare il mare per sentirvi già profondamente solevati. Mentre vi lascerete trasportare come una nuvola sul’acqua, il peso della vita quotidiana svanirà come per magia, e vi sembrerà di galleggiare sopra un mare di sorrisi. Non soltanto quelli dei vostri amici passeggeri, ma anche quelli del personale di bordo. Mentre uno steward vi servirà con piacere qualcosa da bere, gli accennerete qualcosa circa i sorrisi dell’intero equipaggio. Lo steward vi spiegherà che ogni membro dello staff Celebrity trae piacere dal compito di rendere la vostra crociera un’esperienza completamente libera da preoccupazioni e dal trattarvi come un’ospite d’onore (13). Inoltre, aggiungerà, non esiste altro posto al mondo dove vorrebbero stare. E voi, voltandovi a guardare il mare, sarete completamente d’accordo con lui”.
La brochure della Celebrity 7NC usa sempre la seconda persona plurale. E’ una scelta assolutamente appropriata. Perché nella concezione della brochure, l’esperienza della 7NC non è descritta, ma evocata. La vera seduzione della brochure non consiste tanto nell’invito a sognare quanto nella vera e propria costruzione del sogno. Questa sì è pubblicità, ma con uno strano risvolto autoritario. Nei normali spot rivolti a un pubblico adulto, fanno vedere persone bellissime in un momento di felicità che rasenta l’illegale, con dialoghi che includono il nome di un certo prodotto, e si suppone che voi sogniate di essere proiettati nel mondo perfetto della pubblicità attraverso l’acquisto di quel prodotto. Nelle solite pubblicità, in cui la vostra capacità di azione e la vostra libertà di scelta devono essere manipolate, l’acquisto presupposto dal sogno; è il sogno che viene venduto, e non c’è nessun’altra proiezione vera e propria nel mondo della pubblicità. Non si ha mai la sensazione che ti stiano facendo una vera promessa. E’ questo che rende la solita pubblicità fondamentalmente fiacca.
Confrontate questa debolezza con la forza pubblicitaria della brochure della 7NC: l’uso quasi imperativo della seconda persona, i dettagli minuziosi che si estendono persino a quello che direte ( Siete voi che dite “sono perfettamente d’accordo””e “facciamo tutto!” ). Nella brochure della crociera, voi siete esonerati dalla fatica di costruire il sogno. Lo fa la pubblicità al posto vostro. La pubblicità, insomma, non manipola la vostra capacità d’azione, né la ignora: semplicemente, la sostituisce.
E questo atteggiamento autoritario – simil-genitoriale – crea una promessa davvero speciale, una promessa diabolicamente seducente, che d’altra parte è quasi sincera, perché è una promessa che la crociera extralusso ha tutte le intenzioni di mantenere. La promessa non consiste nel fatto che avrete la possibilità di godervi la vacanza, ma che ve la godrete di sicuro. E loro si assicureranno che ciò accada. Studieranno in maniera microscopica ogni virgola di ogni forma di divertimento in modo che neanche la temibile azione corrosiva della vostra coscienza di adulti né la vostra volontà né i vostri terrori manderanno il vostro divertimento a farsi fottere. La vostra capacità di complicare le scelte, di fare errori, avere rimpianti o provare insoddisfazione e disperazione saranno completamente tralasciate nell’equazione. La pubblicità vi promette che sarete in grado – finalmente, almeno per una volta – di rilassarvi e divertirvi, perché non avrete altra scelta se non quella di divertirvi. (14)
(13) In risposta a insistenti domande da giornalista sulla cordialità del personale, l’addetto stampa della Celebrity (La signorina Wiessen, con il fascino e la voce di Debra Winger) mi ha spiegato che “Il personale di bordo – lo staff – è tutto una grande famiglia: lo avrà probabilmente notato quando è stato sulla nave. Sono persone che amano profondamente il loro lavoro, amano servire i clienti e sono sempre attenti ai loro desideri e alle loro esigenze”.
Non è proprio quello che ho visto io. Quello che ho visto io è che la Nadir è una nave gestita da un ristretto organico di cazzutissimi ufficiali e supervisori greci, che lo staff vive nel più completo terrore di questi boss greci che li tengono sott’occhio in ogni momento della giornata e che l’equipaggio è costretto a lavorare a ritmi dickensiani, ritmi troppo feroci per permettere di essere sinceramente cordiali. La mia impressione è che Cordialità, insieme a Celerità e Servilismo, sono fra le voci delle pagelle che i boss greci compilano continuamente su di loro: infatti, quando credevano che nessun cliente li stesse guardando, molti di quelli che lavoravano avevano l’espressione stanca e tirata di che prende una paga bassa, e in più ha paura. La mia impressione è che un membro dell’equipaggio può essere licenziato al primo minimo errore, ed essere licenziati da questi ufficiali greci può significare un bel calcio in culo con scarpe lucide e brillanti e poi una nuotata piuttosto lunga.
Quello che ho visto io è che il personale prova una specie di affetto per i clienti, ma è un affetto relativo – visto che persino i passeggeri che anno le richieste più assurde appaiono gentili e comprensivi rispetto alla feroce severità dei greci, e di questo il personale sembra sinceramente grato, come ci succede quando incontriamo delle persone che hanno conservato un minimo residuo di umanità in città come New York o Boston.
(14) “IL VOSTRO PIACERE”, dicono tutti gli slogan delle megacompagnie, “E’ IL NOSTRO LAVORO”. Quel che sembra essere una frase a doppio senso, qui ne ha addirittura uno triplo, e il terzo messaggio - cioè ”PENSATE SOLTANTO AGLI AFFARI VOSTRI, E LASCIATE CHE DEL VOSTRO PIACERE CI OCCUPIAMO NOI PROFESSIONISTI, PER AMOR DI DIO” - non è casuale.
2 commenti:
bel blog
Grazie!
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